“E’ davvero stravolgente il cambio di paradigma nella storia antica del subcontinente indiano e molte delle ricostruzioni storiche effettuate sino ad oggi sono totalmente da rivalutare”. Queste sono le parole di Massimo Vidale, docente di Preistoria del Vicino e Medio Oriente all’Università di Padova.
Un team internazionale composto da ricercatori italiani, francesi e tedeschi ha completamente riscritto la storia per quelle che erano le conoscenze che avevamo fin ora sul possibile inizio del Neolitico nella zona del Pakistan: si tratta del rilevante sito archeologico di Mehrgarh, nella Valle dell’Indo.
“LA MISTERIOSA CIVILTA’ DELL’INDO”
Essa fu una civiltà davvero grandiosa, che crebbe quasi parallelamente alle maestose civiltà della Mesopotamia e dell’Egitto, con uno sviluppo tecnologico, economico e culturale quasi alla pari di quest’ultime. Quella dell’Indo, è sempre stata una cultura ritenuta sì affascinante, ma assai controversa e oscura: infatti, la scrittura dei popoli della Valle dell’Indo permane tutt’oggi indecifrabile. A parte questo, resta fondamentale il fatto che la società dell’Indo, secondo molti studi storico- antropologici, fu forse la prima a cui si devono le prime città del subcontinente indiano.
Tornando alla recente scoperta accademica, è necessario subito affermare che essa va a segnare un radicale cambiamento nella storia dell’umanità, un passaggio decisivo che potrebbe essere più recente di 2800 anni! Ci si potrebbe ora domandare: perché proprio il sito di Mehrgarh? Questo è il solo sito archeologico della Valle dell’Indo con ampie testimonianze di insediamenti neolitici!
Il ricercatore e antropologo dell’Università Sapienza di Roma Alfredo Coppa, ci spiega che ciò, è stato possibile grazie alle più avanzate tecniche di datazione al carbonio 14, disponibili presso il laboratorio BioArch del CNRS di Parigi (Centre National de la Recherche Scientifique), ovvero la più grande e importante organizzazione di ricerca pubblica in Francia.
“LA DATAZIONE AL RADIOCARBONIO NELL’ARCHEOLOGIA”
La datazione al radiocarbonio è un metodo frequentemente utilizzato dagli archeologi, soprattutto in associazione a reperti archeologici unici: di cosa si tratta? E qual è il suo funzionamento?
Questa datazione al radiocarbonio è una metodologia che si utilizza per gli scavi di siti molto antichi, quando non è possibile riscontrare documenti scritti che riportino date certe; ecco che compare il bisogno di effettuare una datazione assoluta. Tra quest’ultima, spicca la datazione al radiocarbonio, una specifica analisi fisico-chimica, applicabile alla maggior parte dei reperti di origine organica, di età non superiore a circa 60.000 anni fa.
Il componente principale di questa datazione è l’isotopo radioattivo del carbonio, ossia il carbonio-14. Ma cos’è un isotopo? In poche parole, si tratta di un atomo composto da un diverso numero di neutroni e di ugual numero di protoni ed elettroni. Ciò significa che un isotopo, rispetto ad un normale atomo, ha le stesse proprietà chimiche ma, diverse proprietà fisiche. Il metodo di datazione al radiocarbonio è progettato proprio per misurare la quantità residua di atomi di carbonio-14 in un campione organico, per poter così calcolare quanto tempo è trascorso dalla sua decadenza (e scoprire in tal modo il livello di antichità).
Esposta la parte tecnico-scientifica, a questo punto procediamo con la spiegazione della scoperta appena avvenuta e già accennata all’inizio dell’articolo. Innanzitutto, in un’ottica più ampia, questa ricerca va a fornire nuove conoscenze sui tempi e sulla diffusione dell’Agricoltura nell’Asia meridionale, venendo così riconfigurata l’intera conoscenza delle prime pratiche agricole sviluppate nella Valle dell’Indo. Grazie alla datazione al radiocarbonio, si ipotizza un arrivo tardivo dell’agricoltura neolitica in questa zona.
Entrando nello specifico, i risultati pubblicati sulla rivista “Scientific Reports” dimostrano come l’inizio del Neolitico nell’area di Mehrgarh (Pakistan) sia molto più recente di quanto si è creduto sin ora!
Questa è una scoperta sensazionale, non solo per la comunità di quella zona, ma per tutta l’intera comunità scientifica e archeologica: occorre infatti ricordare che il Neolitico, segna l’entrata dell’agricoltura e dell’addomesticamento di animali e piante nella storia dell’umanità.
Ulteriori dati finali evidenziano che, sempre nel Neolitico e sempre nell’area del Pakistan, anche la scoperta della ceramica sia avvenuta tardivamente, circa 6500 anni fa.
Dunque, il team di ricercatori e archeologi internazionali coinvolto in questo formidabile studio, ha definito una nuova cronologia dell’inizio dell’Agricoltura nella Valle dell’Indo, stabilendola a circa 7000 anni fa.
Quali sono le università da cui proviene questo team? La Sorbona di Parigi, La Sapienza di Roma con l’Università di Padova in Italia e infine, quella di Goethe in Germania.
Possiamo sperare che in futuro ci saranno grandi scoperte come questa? Con le continue innovazioni scientifiche fatte in ambito archeologico, si prospettano ulteriori ritrovamenti.
ALESSIA COLOMO