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Bryce Dessner dei The National con i Dream House Quartet al Romaeuropa Festival: un viaggio sonoro tra musica classica e rock

Dream House Quartet al Roma Europa Festival

Dream House Quartet al Roma Europa Festival

Katia e Mariella Labéque, David Chalmin e Bryce Dessner (chitarrista dei The National): i Dream House Quartet si sono esibiti il 6 ottobre 2022 nella Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica, in occasione della trentasettesima edizione del Romaeuropa Festival, che da settembre a novembre 2022 ci accompagnerà con numerosi eventi di arte, musica, teatro e arti digitali. 

Se la presenza di Bryce Dessner potrebbe fare pensare al rock dei The National, il menù della serata è in realtà diverso e si tratta principalmente di composizioni di musica contemporanea, spesso ispirata al minimalismo e alle sue strutture ricorsive e alla sovrapposizione di più linee melodiche, suonando all’inizio opere di importanti e noti compositori per poi presentare alcune composizioni proprie. La natura ibrida dei componenti della band non è però una dinamica da non tenere in considerazione, ma anzi l’unione tra musica contemporanea e musica pop/rock ne è la chiave principale. Al progetto, nato nel 2019, ha collaborato anche il cantante dei Radiohead Thom Yorke, con cui l’artista inglese ha esordito anche nella composizione di musica classica.

Puntuali, attorno alle 21, si spengono le luci, ed entrano in scena le pianiste Katia e Mariella Labéque. La prima parte del concerto è tutta loro, eseguendo l’intera composizione di Philip Glass Les Enfants Terribles, ispirata dall’omonimo romanzo di Jean Cocteau, poeta, drammaturgo, artista e regista francese, e dall’adattamento cinematografico di Jean Pierre-Melville, precursore della Novelle Vague francese, in collaborazione con lo stesso Cocteau.

L’opera di Philippe Glass in 20 parti racconta la storia di Elizabeth e Paul, orfani, che vivono da soli in un grande appartamento parigino, esclusi dal resto del mondo, in una tragedia mitica sull’infanzia, la sua fine e la scoperta della sessualità. Due pianoforti, l’uno di fronte all’altro, si intrecciano, parlano, sussurrano, gridano, in 45 minuti in cui le strutture minimaliste si mischiano alla library music, diventando la base per la narrazione della tragedia di Paul e Elizabeth attraverso la musica.

Dopo una pausa di 20 minuti, ad accompagnare le pianiste Katia e Mariella Labéque ci sono anche i due chitarristi Bryce Dessner e David Chalmin. Un pianoforte e una chitarra elettrica da un lato, un pianoforte e una chitarra elettrica dall’altro, il quartetto inizia con la bellissima composizione di Meredith Monk Ellis Island, una danza malinconica che evoca i fantasmi degli immigrati in arrivo alla famosa isola che per chi arrivava dall’Europa significava l’arrivo in America.

A seguire la prima composizione originale della serata: la prima esecuzione assoluta di Eclipse di David Chalmin, una composizione in tre parti che alterna momenti ritmicamente frenetici a momenti sospesi e delicati. Prima della composizione di Bryce Dessner però c’è anche il tempo per un’altra canzone composta da David Chalmin, Garden of Memories, alla prima esecuzione italiana, in cui suonano solo i due chitarristi e con Chalmin alla voce. 

Nella scelta di eseguire questo brano si vede tutta la natura ibrida di questo quartetto che lo rende così interessante, ibridando musica contemporanea e musica leggera, utilizzando in un pezzo pop/rock  strutture ritmiche simili a quelle minimaliste ascoltate nelle composizioni precedenti. Pop che diventa musica contemporanea e musica contemporanea che diventa pop.

È il momento di Bryce Dessner e della sua composizione Spiral Arpeggios, alla prima esibizione italiana. Anche questa composizione sente di quella ibridazione tra musica classica e pop/rock, mantenendo riconoscibili strutture minimaliste che ricordano Electric Counterpoint di Steve Reich, ma utilizzando anche in modo interessante la chitarra elettrica come uno strumento ritmico, battendo sulle corde amplificate e trasformando lo strumento in una batteria all’interno di una composizione classica.

Alla fine dell’esibizione gli artisti si sono mostrati per tre volte agli applausi del pubblico, per poi riprendere gli strumenti e deliziare l’auditorium con un’ultima composizione: Clouds, anche questa alla prima esecuzione italiana.

L’ambiente intimo e buio della Sala Sinopoli ha reso particolarmente emozionante l’impeccabile esibizione degli artisti. Quello dei Dream House Quartet è un progetto decisamente interessante e attuale, perfetto per una rassegna di eventi come quella offerta dal Romaeuropa Festival, che da sempre mette al centro oltre l’arte classica la novità e la sperimentazione, portando in Italia per la prima volta ben 4 composizioni originali da parte di artisti che vantano grande prestigio e collaborazioni importanti.

 

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