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Quarta giornata di Più Libri Più Liberi. La lingua dei ricordi

Su La Nuvola, Più Libri Più Liberi

Su La Nuvola, Più Libri Più Liberi

Con la quarta e penultima giornata, la fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria si avvia verso la conclusione. Più Libri Più Liberi 2023 continua a segnare una partecipazione sempre più numerosa, e ancora tanti eventi da presentare. Mentre i panel più tecnici lasciano spazio a quelli culturali, i bambini possono godere delle ultime attività a loro dedicate.

Nel frattempo, la lingua si fa spazio e prende forma dalle parole già raccontate, strumento fondamentale che mette in relazione i pensieri di ciò che si percepisce e la realtà delle cose. In continua evoluzione, da una forma all’altra, il mutevole circostante ricorda come i luoghi possono divenire casa, anche se lontani dalla dimora natale, o isolare e stringere in una morsa o, infine, dare la possibilità di fuggire altrove.

E mentre Chiara Valerio naviga fino a L’Isola Deserta in diretta su Rai3 per dialogare con Paolo Giordano, Marcello Fois porta il pubblico all’avventura insieme a Italo Calvino tra la sua Resistenza, spiegata da Carlotta Vagnoli, e la sua lingua, analizzata da Vera Gheno.

D’altra parte, anche l’Abecedario fotografico, scritto da Ferdinando Scianna, si interroga sul rapporto della lingua e del lessico legato al mondo della fotografia, differente dal parlato ma connesso al mondo e all’analisi dello stesso (soprattutto attraverso lo scatto). All’alba dei suoi ottant’anni, il fotografo recupera frammenti della sua vita e del suo lavoro e li mette per iscritto, creando egli un’analisi del linguaggio visivo da lui frequentato, tra parole, temi, riflessioni dalla A di Ambiguità fino alla Z di Zeusi (il proto-pittore).

Ferdinando Scianna firma le copie del suo libro
Ferdinando Scianna firma le copie del suo libro

Dalla memoria di una storia che vuole essere raccolta, si passa alla memoria di una storia che deve essere custodita. La vita di Ingeborg Bachmann, scrittrice austriaca, assume nuove luci nel podcast di Ilaria Gaspari che, in dialogo con Rosella Postorino, Elena Stancanelli e Marco Filoni, racconta i dettagli di una poetessa impenetrabile, vissuta a Roma negli ultimi vent’anni della sua vita e morta prematuramente a causa di circostanze incerte. Narrazioni di persone che l’hanno conosciuta più o meno direttamente mettono in rilievo le caratteristiche della donna, definita come “non una persona infelice, ma attraversata da una profondissima infelicità”, per cui l’unica assicurazione erano solo le frasi. Ed è proprio sui suoi testi – Malina, l’unico romanzo compiuto, ma anche i racconti come Storie di Roma – che si plasma la sua forma, fatta di una tensione indicibile e di un dolore endemico che diventa sempre più forte fino a divenire la sua rovina.  La Capitale, così, rappresenta il posto in cui impara a vivere ma anche quello in cui impara a morire.

Ilaria Gaspari presenta il suo podcast
Ilaria Gaspari presenta il suo podcast

Un dualismo in grado di essere rintracciato anche nella grammatica dei conflitti di Napoleone a Gaza, presentato da Salvatore Santangelo, docente universitario di Tor Vergata. Una lezione collegata all’antropologia da cui deriva la scienza politica, fatta di ragionamenti e interrogativi a cui si può tentare di dare risposta. È certamente un arduo compito, così come la capacità di raccontare una guerra, per cui è necessario avere gli strumenti giusti.

Alessio Postiglione racconta la guerra tra storia e attualità
Alessio Postiglione racconta la guerra tra storia e attualità

Strumento rivelatosi fondamentale per Patrick Zaki – come narra a Pegah Moshir Pour e Marianna Aprile mentre presenta il suo libro Sogni e illusioni di libertà. La mia storia – è stato proprio l’amore di sua madre e di sua moglie. Infatti, nonostante le difficoltà, la giornalista sottolinea come Zaki anche durante il periodo di prigionia ha continuato a essere un attivista. La sua esperienza ha segnato in lui un prima e un dopo, che si riflette – come ammette lui stesso – sia per attività della vita di tutti i giorni (come l’odio per i luoghi senza finestre), ma anche caratteriale. Ma è proprio la costante presenza di una persona amata a donare la possibilità di non essere dimenticati, tanto che per l’uomo è divenuto imperativo morale rimanere in contatto con i familiari dei suoi colleghi di carcere.

Patrick Zaki presenta il suo libro
Patrick Zaki presenta il suo libro

Così, anche Morena Pedriali Errani parla di cicatrici sanate proprio grazie alla stesura del testo Prima che chiudiate gli occhi. Un omaggio, il libro, a sua nonna Fiammetta Pedriali ma anche dei Sinti e agli antenati della scrittrice – considerati sacri per la comunità ancora poco conosciuta e riconosciuta in Italia. L’autrice dialoga con insieme a Maura Gancitano e Lisa Ginzburg e parla del suo passato e della sua difficoltà di essere parte di un popolo invisibilizzato (non invisibile): richiamare determinati ricordi assicura il recupero di questi legami. Il vero protagonista è, infatti, la memoria ma soprattutto il vento, il soffio. Tante storie tramandate con sussurri alle orecchie assumono nuove forme e nuovi linguaggi e divengono forza motore per tutto il resto.

Morena Pedriali Errani presenta il suo libro
Morena Pedriali Errani presenta il suo libro

Altri incontri si sono susseguiti prima e dopo, con lunghe file che hanno poi riempito l’Auditorium: Zerocalcare con Enciclopaedia Calcarea, mentre Alessandro Barbero per una lectio magistralis.

La lingua, animata talvolta anche dai disegni, diviene strumento per dare voce ai pensieri più torvi e imparare a lasciarli andare. Una catarsi fatta di dare e ricevere: il corpo e la mente si nutrono di ricordi che possono finalmente guarire e rimarginare.

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