Sono aperte nuove possibilità terapeutiche per il trattamento del tumore al colon-retto. Si tratta di una recente ricerca avviata dal Policlinico Umberto I della Sapienza di Roma, collaborando con gli studi medico-scientifici dell’Università di Palermo.
Lo studio è stato realizzato grazie al contributo dell’AIRC, dai finanziamenti del PNRR (per la Medicina di Precisione) e dai fondi del Dipartimento di Eccellenza e di Medicina molecolare della Sapienza. A far parte di questa nuova ricerca, insieme ai medici e ricercatori della Sapienza di Roma e dell’Università di Palermo, anche un team multidisciplinare di esperti nazionali e internazionali.
Facciamo prima un focus per conoscere meglio il tumore del colon retto.
Si tratta di uno dei principali tumori dei paesi occidentali, che colpisce in egual modo sia uomini che donne. Quello del colon-retto, è un tumore che ad oggi presenta una efficacia limitata delle terapie esistenti e rimane la terza causa di morte per cancro tra le nazioni dell’Occidente.
Il fondamentale aspetto su cui insistono molti esperti ha a che vedere con i fattori che portano alla sua comparsa: esistono alte probabilità di sviluppare il tumore al colon-retto qual ora si consumino alti dosi di alcool, carni rosse e processate, in special modo wurstel, salsicce e insaccati eccessivamente grassi. Sono inoltre a rischio, coloro che fanno largo consumo di zuccheri semplici e che eccedono con il fumo di sigaretta.
La diagnosi si attua attraverso due modalità, che vanno dall’esame del sangue occulto fecale alla classica colonscopia.
Per la cura, chiaramente vi sono alte probabilità di sopravvivenza, circa il 90% se la rilevazione del tumore avviene nella fase iniziale; quando la malattia si trova in fase estensiva, le possibilità di vita si riducono al 70% circa.
Se purtroppo il tumore al colon-retto si trasforma in metastasi, la probabilità di sopravvivere a 5 anni dalla comparsa è inferiore al 20%.
Il tasso di mortalità calcolato complessivamente si aggira attorno al 35%.
Un aspetto ancor più allarmante, è che recenti studi documentano l’aumento dei casi di comparsa di questo tumore, compresa l’ Italia, dove è stato registrato un aumento nei giovani.
Arriviamo ora alla nuova scoperta fatta dalla Sapienza di Roma, insieme all’Università di Palermo. La rivista “Molecular Cancer” ha scoperto un meccanismo che permette al tumore del colon-retto di eludere le difese naturali dell’organismo, rendendo più difficile il trattamento della malattia. Dunque, secondo queste ricerche attuali, tale tumore si prefigura come ostico alle cure terapeutiche, capace di sconfiggere facilmente il nostro sistema immunitario.
Ad essere coinvolti in particolare, sono l’enzima SETD8 (conosciuto per la sua estensione alla formazione di diversi tumori) e la proteina p53, la più importante barriera naturale contro la crescita tumorale. Per cui, questo terrificante enzima va proprio ad inibire la nostra fondamentale proteina. Quale potrebbe essere dunque la soluzione proposta dai ricercatori?
“Riattivare la proteina p53 potrebbe rappresentare un’efficace strategia per bloccare la crescita tumorale”. Queste sono le parole di Veronica Veschi, dottoressa e ricercatrice al Dipartimento di Medicina Molecolare della Sapienza, insieme a Matilde Todaro e Giorgio Stassi dell’Università di Palermo.
Un’ulteriore cura a cui sta lavorando questo numeroso team di ricercatori, è la possibilità di nuovi farmaci che mirino alla lotta del diabolico meccanismo dell’enzima SETD8.
Fin ora tutto ciò, va rappresentare un ennesimo e rilevante sviluppo della medicina riguardante la comprensione del funzionamento del cancro: possiamo così attendere un aumento delle guarigioni nelle persone affette da questo terribile tumore?
ALESSIA COLOMO