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Anastasio, ospite ai microfoni di Radio Sapienza per presentare il suo nuovo Album

Martedì 15 aprile Radio Sapienza ha ospitato ai suoi microfoni il rapper Anastasio, che ha presentato il suo ultimo album pubblicato l’11 aprile 2025 “Le macchine non posso pregare”.

Anastasio che è per la prima volta ai microfoni di Radio Sapienza, ma ha consolidato la sua presenza nella scena rap ormai da diversi anni.
Il rapper, al tempo, Marco Anastasio, classe 97, nasce il provincia di Napoli in una piccola cittadina della Costiera sorrentina e fin da giovane sviluppa una forte passione per la scrittura ed il rap, così comincia a postare i propri brani su YouTube e SoundCloud sotto lo pseudonimo di Nasta. La svolta però avviene nel 2018 quando vince la 12esima edizione di X Factor Italia facendosi notare per il modo in cui il suo rap si mescola alla denuncia sociale.

Lo stile di Anastasio ha conquistato il pubblico per la sua forma ibrida ed a tratti unica: è un rapper con un approccio cantautoriale.

Durante l’intervista, tenuta delle due speakers Carlotta Ferrante e Nilea Vangi, si sono affrontati più temi inerenti alla vita dell’autore e sul suo ultimo progetto pubblicato. Uno degli aspetti più personali emerso è che rapper, si è laureato  lo scorso anno in Agraria presso la Federico II di Napoli, spunto che ha dato spazio ad una discussione incentrata sul modo del rapper di vivere la musica: una valvola di sfogo che non ha mai visto come un’impegno.

L’ultimo lavoro viene da lui indicata come un’opera rap, ben 12 tracce che raccontano una storia, un concept album, dove i brani sono interconnessi tra loro. C’è una narrazione vera e propria, ogni singolo è stato studiato con cura e nulla è stata lasciata a caso, il che può essere un’esperienza del tutto diversa per gli ascoltatori. Il rapper descrive in 3 parole il disco, totalmente autoprodotto da lui, con i termini: rivolta, cibernetico e libertà. Questo perché l’album vuole parlare di rivolta spirituale, l’uomo contro sé stesso, la società e la tecnologia e poi della rivolta finale del singolo cioè quella interiore, che può portare solo ad una crescita, il più delle volte. 

La scelta del dispotico è stata appositamente voluta del rapper, come metafora di un presente amplificato “la realtà raccontata attraverso le esagerazioni arriva meglio” dice Anastasio.
L’opera è anche un fumetto, un lavoro sinergico, l’uno comunica con l’altro, in modo da creare una combo ancora più efficace.  Per Anastasio i progetti futuri sono le ramificazione del progetto stesso, portare l’album live, facendone uno spettacolo oltre il classico concerto. Il rapper pensa già ad un sequel dell’album come un’espansione dell’universo creato.

A noi non resta che entrare nel suo universo, calandoci nell’ascolto de “Le macchine non possono pregare”, probabilmente uno dei rapper più introspettivi della scena italiana che è diventato un punto di riferimento per molti autori contemporanei e che rappresenta allo stesso tempo un pilastro per i nostalgici del rap storico italiano e della vecchia scuola rap che oggi fa fatica ad esistere. 

A cura di Alessia Torcasio

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