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Settimana della Sociologia: università e operatori della comunicazione si interrogano su “Etica e medi(A)zioni digitali”

“Etica e medi(A)zioni digitali. Università e Operatori della comunicazione verso un percorso condiviso sull’etica dei media” è il titolo del seminario che si è svolto mercoledì 23 novembre alla Sapienza, nell’ambito della Settimana della Sociologia 2022. L’incontro, organizzato dalle cattedre di Teoria e tecniche della televisione (prof.ssa Mihaela Gavrila) e di Innovazione e analisi dei modelli di giornalismo (proff. Christian Ruggiero e Raffaele Fiengo), è stato promosso da RadUni (Associazione degli operatori radiofonici e dei media universitari) in collaborazione con l’Osservatorio TuttiMedia.

Moderato da Mihaela Gavrila, vicepresidente di RadUni e componente del Comitato Media e Minori, e da Marco Sanavio, Responsabile di Cube Radio-Venezia e responsabile Comunicazione di RadUni, l’evento si è aperto con le parole di Alberto Marinelli, direttore del Dipartimento CoRiS e prorettore alle Tecnologie innovative per la comunicazione della Sapienza, secondo il quale la parola etica si declina bene con la responsabilità professionale. Secondo Marinelli, è cambiato il percorso d’accesso alle informazioni, per cui la responsabilità è necessaria per ricomporre le informazioni frammentate prodotte dalla comunicazione algoritmica. Dalla consapevolezza di ciò deriva la necessità di fare una selezione di tre tipi: il passaggio da un fast a uno slow journalism, la capacità di uscire dal mainstream e un’attenzione e una sensibilità maggiore nell’uso del linguaggio. Il rischio infatti sta nella dimensione sempre più alta di falsificazione causata dai meccanismi contemporanei di diffusione delle informazioni.

Franco Siddi, Presidente Confindustria Radio Tv
Franco Siddi, Presidente Confindustria Radio Tv

Franco Siddi, presidente di Confindustria RadioTv e presidente dell’Osservatorio TuttiMedia, ha lanciato un appello riguardo alla responsabilità dell’informazione, che va affidata a editori e giornalisti, gli unici che si trovano in una condizione formativa adeguata per svolgere quel ruolo delicato di trasmissione dell’informazione con l’obiettivo di rendere consapevoli i cittadini e renderli in grado di prendere le proprie scelte grazie allo sviluppo di uno spirito critico personale. I principi di responsabilità vanno dunque applicati all’etica dei contenuti trasmessi. Ciò rappresenta il punto distintivo rispetto agli operatori fasulli che cercano di trarre dei vantaggi dall’attività comunicativa attraverso media diversi. Bisogna infatti far sì che un soggetto di garanzia renda i media credibili e affidabili, attraverso controllo e sanzioni nel caso in cui le attività informative vadano contro i principi della corretta informazione e contro la tutela delle persone. Per Siddi è necessario cercare di mantenere il dominio da parte dell’essere umano dell’algoritmo, che sta diventando sempre più complicato da controllare in quanto pochi hanno le competenze e le possibilità di controllarlo.

Jacopo Marzetti, presidente del Comitato Media e Minori
Jacopo Marzetti, presidente del Comitato Media e Minori

Jacopo Marzetti, presidente del Comitato Media e Minori, ha dichiarato che negli ultimi anni l’evoluzione dei media è stata sconvolgente e si è soffermato sul tentativo di coinvolgere i media e cercare un punto d’incontro con le maggiori piattaforme affinché trovino delle soluzioni etiche nella comunicazione verso i minori.

Derrick De Kerkckhove, responsabile del Comitato scientifico dell’Osservatorio TuttiMedia
Derrick De Kerkckhove, responsabile del Comitato scientifico dell’Osservatorio TuttiMedia

Successivamente, il seminario ha ospitato la lectio di Derrick De Kerkckhove, responsabile del Comitato scientifico dell’Osservatorio TuttiMedia, dal titolo “Ethical Brain Frame. L’informazione come garanzia di sostenibilità sociale”. De Kerkckhove ha definito l’ethical brain frame come una cornice della mente che consiste nel modo di parlare e di pensare attraverso la radio e la tv, cui segue il cambiamento del modo di comportarsi. Il suo intervento si è incentrato sul concetto di operative sistem, il sistema operativo culturale che è cambiato radicalmente rispetto al passato. Infatti c’è stato un passaggio drastico dalla carta allo sviluppo di algoritmi e dell’intelligenza artificiale. Ciò ha portato però a una crisi epistemologica, ossia del modo di conoscere la realtà, in quanto gli algoritmi bypassano il linguaggio. Come affermava Vico, il linguaggio ha avuto origine dai gesti e si è poi sviluppato nella scrittura. Tuttavia l’algoritmo “ragiona” diversamente, prendendo decisioni senza essere cosciente del senso della realtà. Dunque il problema della crisi epistemologica sta nel fatto che l’autorità che trasmette le informazioni è diventata più importante del senso dell’informazione stessa. Si assiste a una svalutazione del linguaggio a cui si può rispondere solamente attraverso lo sviluppo di una sostenibilità del linguaggio, che si crea grazie a un accordo collettivo. Ciò è dato dal fatto che l’oggettività della realtà è affidata all’algoritmo, privo di coscienza e mente, e non più alla ricerca scientifica umana. Bisogna dunque riflettere su cosa sostiene la società. Nel passato era il linguaggio, adesso è sbagliato pensare che l’algoritmo possa farlo in quanto ha un margine di errore troppo grande e imprevedibile. È necessario difendere il linguaggio che viene dal senso comune e dal rapporto umano, con la parola detta, scritta o letta.

Tiziana Cavallo, responsabile della radio Fuori Aula Network dell’Università di Verona, ha parla dei media universitari come occasioni di “palestra” per la futura carriera giornalistica degli studenti. Sin da qui bisogna insegnare ai giovani il rispetto altrui attraverso l’uso di un linguaggio consono.

Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei giornalisti
Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei giornalisti

Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei giornalisti, ha affermato che il giornalismo necessita di un’etica che dia dei valori su cui basarsi. Infatti il giornalista deve acquisire più dati possibili per comprendere e avere consapevolezza di ciò che scrive, in modo tale da acquisire una responsabilità sull’influenza sulle altre persone. In rapporto alle tecnologie e all’intelligenza artificiale bisogna accrescere la consapevolezza non solo dei creatori di informazione ma anche dei fruitori.

Marco Valerio Cervellini, responsabile delle Relazioni Esterne e Comunicazione e della Polizia Postale
Marco Valerio Cervellini, responsabile delle Relazioni Esterne e Comunicazione e della Polizia Postale

Marco Valerio Cervellini, responsabile delle Relazioni Esterne e Comunicazione e della Polizia Postale e delle Comunicazioni, ha posto l’accento sulla dicotomia tra pericolosità e opportunità nell’uso della tecnologia. Infatti è necessario fare rete per creare la trasmissione di informazione corretta, poiché grazie agli utenti si crea la possibilità di canalizzare l’informazione. Da qui è necessario poi intraprendere un’attività di prevenzione e sensibilizzazione.

Monica Ferrante, responsabile di Radio Frequenza dell’università di Teramo, ha definito la radio come un luogo di condivisione e dibattito. Qui c’è la possibilità di sviluppare le soft skills molto richieste in ambito lavorativo e di confrontarsi con studenti o docenti affrontando una grande varietà di temi. Inoltre, la radio è un luogo protetto in cui diventare consapevoli della responsabilità che si ha nell’uso del linguaggio.

Maria Eleonora Lucchin, direttrice della Documentazione e Analisi Istituzionale Mediaset
Maria Eleonora Lucchin, direttrice della Documentazione e Analisi Istituzionale Mediaset

Maria Eleonora Lucchin, direttrice della Documentazione e Analisi Istituzionale Mediaset, ha parlato del ruolo responsabile assunto dalla tv nella tutela del pubblico, in particolare della fascia più fragile dei minori, attraverso il rispetto delle leggi e delle direttive che vigilano sull’attività televisiva. Differentemente, secondo Lucchin, la rete ha un carattere fluido, dunque difficile da circoscrivere, e ha un impatto manipolatorio sui giovani. Bisogna quindi applicare obblighi e sanzioni ai social media, facendo valere gli stessi principi di responsabilità e trasparenza esistenti nell’ambiente reale, ed è fondamentale effettuare una campagna di conoscenza, formazione e sensibilizzazione attraverso l’educazione digitale.

Marta Perrotta, responsabile di Roma Tre Radio e docente dell'Università Roma Tre
Marta Perrotta, responsabile di Roma Tre Radio e docente dell’Università Roma Tre

Marta Perrotta, docente dell’università Roma Tre e responsabile di Roma Tre Radio, si è sofferma sul carattere degli operatori della radio, i quali sono prima fruitori e poi creatori di informazioni, in cui si avvia un orientamento dei ruoli futuri nel mondo della comunicazione. Perrotta ha poi aggiunto che in un mondo in continuo divenire e privo di certezze come quello attuale è necessario analizzare la comunicazione in modo scientifico.

La responsabile di SanbaRadio dell’Università di Trento Cecilia Passarella ha spiegato come nelle radio universitarie è possibile riportare le notizie con uno sguardo giovanile, che consiste nel racconto da parte dei giovani per i giovani, attraverso uno spirito critico diverso rispetto a quello riportato dalle principali testate nazionali.

Andrea Pranovi, station manager di RadioSapienza
Andrea Pranovi, station manager di RadioSapienza

A seguire Andrea Pranovi, station manager di RadioSapienza, ha sottolineato la possibilità di trattare i temi all’interno delle radio universitarie in una prospettiva etica. La radio è ambiente avulso dal sensazionalismo tipico della tv e dei social media più orientato all’approfondimento degli argomenti con un tono colloquiale, che permette di instaurare un clima di maggiore fiducia. La radio universitaria, secondo Pranovi, è quindi un contesto in cui è possibile sperimentare, in cui si dovrebbe evitare di emulare i grandi network o di adeguarsi a quelli.

In un videomessaggio Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione Nazionale della Stampa italiana, ha evidenziato come la guerra sia luogo di propaganda, distorsione e cancellazione del pensiero critico, sostenendo quindi la necessità di allargare le competenze e di mettere insieme diversi esperti nelle università al di la dei confini, attraverso il culto della parola accompagnato dall’uso dell’etica.

Carlo Pahler, responsabile di UniCa Radio e presidente di RadUni
Carlo Pahler, responsabile di UniCa Radio e presidente di RadUni

Carlo Pahler, responsabile di UniCa Radio e presidente di RadUni, ha invitato ad un ritorno allo slow journalism, che permette di verificare le notizie e di creare una buona comunicazione, attraverso la riflessione sull’uso delle parole e lo sviluppo di una maggiore consapevolezza del loro peso e della loro forza.

Maria Pia Rossignaud, vice-presidente dell’Osservatorio TuttiMedia
Maria Pia Rossignaud, vice-presidente dell’Osservatorio TuttiMedia

Le conclusioni sono state Maria Pia Rossignaud, vice-presidente dell’Osservatorio TuttiMedia, la quale propone l’instaurazione di un legame tra parola e algoritmo, alla ricerca di un equilibrio tra queste due componenti grazie al coinvolgimento dei giovani, protagonisti del mondo digitale.

Marco Serra di Mycro Working ETS
Marco Serra di Mycro Working ETS

L’intero evento è stato accompagnato da un visual storytelling digitale curato da Marco Serra di Mycro Working ETS.

(Foto e interviste di Cristina Accardi)