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Presentazione “Il sovversivo. Concetto Marchesi e il comunismo italiano” di Luciano Canfora

Nel pomeriggio di lunedì 25 novembre 2019, presso l’Aula Partenone dell’Edificio di Lettere, si è tenuta la presentazione del libro “Il sovversivo. Concetto Marchesi e il comunismo italiano” di Luciano Canfora. Oltre all’autore erano presenti: Adrea Marcucci del Centro Studi Concetto Marchesi, Giorgio Piras, direttore del Dipartimento di Scienze dell’antichità della Sapienza, Miguel Gotor, storico dell’Università di Torino, Massimo D’Alema, presidente dell’Associazione Italiani Europei.

La grande partecipazione a questo evento non deve sorprendere. Sia per lo spessore di Canfora e della sua opera. Sia per il soggetto che l’autore ha deciso di raccontarci.

Concetto Marchesi fu un importante intellettuale, accademico, latinista e politico italiano, tanto che Togliatti arrivò a definirlo “il più audace dei pensatori moderni”. La sua figura fu però molto complessa e controversa, “nulla è semplice in quest’uomo” scrive Canfora, ed è per questo che il libro oltre ad essere la prima biografia politica di Marchesi è anche molto di più.

Il professor Piras ha analizzato scrupolosamente l’opera e ha posto l’accento sul Marchesi latinista e sulla dimensione politica della sua attività di filologo. La storia della letteratura latina rimane, infatti, uno dei suoi più grandi lavori, anche dal punto di vista politico. Sembra che sia proprio questa la lezione che ci ha voluto trasmettere Piras ripercorrendo la biografia di Marchesi: il valore delle sue opere ci può mostrare la sua audacia tanto politica quanto filologica.

Ad aver analizzato la dimensione storica del libro di Canfora è invece il Professor Gotor. Egli ha esaltato la capacità dell’autore di riuscire a ripercorrere la vita di Marchesi anche dal punto di vista storico, cioè non studiando i miti ma creando un processo di smitizzazione.

Gotor è andato poi nel dettaglio dell’opera ponendo l’accento sull’entrismo. A questo proposito è utile ricordare che Concetto Marchesi prestò giuramento di fedeltà al fascismo per ben tre volte, divenendo prima socio dell’Accademia nazionale dei Lincei e poi membro dell’Accademia d’Italia. L’entrismo di Marchesi è stato in parte anche richiesto dal partito comunista, per poter così mantenere una pedina antifascista all’interno delle istituzioni.

L’interrogativo di Gotor sul Marchesi simulatore o dissimulatore potrebbe quindi già portare ad una risposta, ma forse, io credo, la bellezza sta proprio nella complessità di quest’ultima. A questo proposito invito ad ascoltare l’intervista fatta al termine della presentazione al professor Luciano Canfora.

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Gotor all’inizio del suo intervento aveva citato l’opera di Magritte “La Trahison des images” per evidenziare quanto il libro di Canfora andasse oltre la semplice biografia e ha sottolineato questo concetto in chiusura di intervento dando il merito al libro di non dare risposte ma di riuscire a formulare domande.

D’Alema ha invece analizzato il Marchesi politico. Fondatore del Il Partito Comunista d’Italia nel 1921. Molto vicino a Bordiga prima e a Togliatti poi. A parere di D’Alema Marchesi e Togliatti erano accomunati da una vicinanza antropologica.

A chiudere gli interventi è stato l’autore, che ha ringraziato e ricordato il valore degli interventi e delle analisi precedenti. Dopo aver fatto alcune precisazioni ha voluto richiamare alcuni aspetti della vita di Concetto Marchesi che reputava più interessanti e stimolanti. L’intervento di Canfora è proseguito ricordando la convinzione di Marchesi dell’esistenza di un’Italia fascista nel dopoguerra, che venne assorbita dalla Democrazia Cristiana. Prima di un lungo applauso che ha chiuso il suo intervento Canfora ha terminato la sua riflessione affermando che “Oggi come allora l’Italia ha ritrovato il suo partito fascista.”

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