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L’abitazione sostenibile, mutazioni genetiche a Tor Bella Monaca

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Martedì 26 Novembre, presso la Sala del Chiostro della Facoltà di Ingegneria civile e industriale a San Pietro in Vincoli, si è tenuta la presentazione del libro “” del Professor Ruggero Lenci.

Il libro è la raccolta di più di 200 progetti urbanistici sul quartiere di Tor Bella Monaca, creati dagli studenti degli anni accademici 2011/12 e 2014/15.

Il quartiere di Tor Bella Monaca viene progettato negli anni ’80 dall’architetto Pietro Barucci il quale, intervenuto nella presentazione, ha raccontato il percorso per la sua realizzazione. Frutto dell’ispirazione avuta in seguito a viaggi in Francia, Inghilterra e Scozia, il progetto nasce nel pieno della crisi dei quartieri degli anni ’70 e viene criticato ampiamente dall’allora Sindaco Petroselli, insieme ad altri quartieri (come il Laurentino 38, progettato dallo stesso Barucci).

Nel 2010 è stato redatto dall’architetto Leon Krier un progetto di riqualificazione del quartiere che ed aveva come obiettivo la demolizione e la successiva ricostruzione completa della maggior parte della zona di Tor Bella Monaca. I progetti degli studenti, contenuti nel libro, come sostiene l’architetto Alessandro Scaletti, sono “Molteplici scenari per contrastare quello che era un progetto estremamente invasivo”. I lavori infatti si concentrano soprattutto sul rapporto con le architetture esistenti, con l’obiettivo di renderle più centrali, in una prospettiva di estensione della città.

Il Professor Lenci ha illustrato il quadro su cui gli studenti si sono trovati a lavorare. Il quartiere è stato diviso in 8 sezioni, 6 completamente libere e 2 che contenevano architetture preesistenti da integrare nel progetto.

L’architetto Antonio Cappuccitti ha sottolineato come, coloro che hanno realizzato i progetti, si siano dovuti porre il quesito su come fare a costruire degli elementi, all’interno della periferia, che siano portatori di identità e di bellezza. L’obiettivo è infatti quello di creare una centralità urbana a livello periferico. E’ quindi fondamentale la costruzione di spazi collettivi per fare identità, anche sociale perché, come sostiene l’architetto Elio Piroddi, che di Tor Bella Monaca ha progettato il mercato, “La città funziona quando si forma la civitas”. Secondo Scaletti infatti “L’architetto Barucci ha fatto un buon lavoro e ciò che è mancato a Tor Bella Monaca è il tessuto sociale”.

I giovani studenti, secondo l’architetto Franco Purini, hanno compreso il valore del quartiere e l’hanno riscritto, riaffermando in questo modo la validità dell’impostazione di Tor Bella Monaca.

La presentazione si è conclusa con la premiazione, con targhe e pergamene, dei progetti ritenuti meritevoli.

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