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Presentazione del volume di Andrea Stroppiana: MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DI AZIONI PER IL CAMBIAMENTO.

Martedì 23 maggio 2023 alle ore 10.30 nell’Aula Wolf, I piano, Via Salaria 113 si è tenuta la presentazione del volume di Andrea Stroppiana.

L’incontro si è incentrato su una divulgazione e conseguente dibattito attorno al tema “Monitoraggio e Valutazione di Azioni per il Cambiamento” che prende il titolo dall’omonima pubblicazione professor Andrea Stroppiana insieme alla collaborazione attiva dei docenti Marco Cilento; Veronica lo Presti e Francesco Capecchi in qualità di Consigliere d’Ambasciata presso la Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Il discorso si è aperto con un’introduzione del professor Marco Cilento, docente di Scienza Politica e di Politiche Comparate ed Europrogettazione, che mirava alla sintesi e all’incontro tra la le tecniche di Valutazione e Monitoraggio e la Cooperazione Internazionale declinata come azione specifica con le quali le politiche estere vengono attuate.

Il dott. Francesco Capecchi introduce quanto il tema e lo strumento di valutazione sia in costante evoluzione. Per definire gli obiettivi di un progetto di cooperazione, afferma Capecchi, c’è bisogno di un’analisi di sfondo che tenga in considerazione le realtà e i bisogni locali dei beneficiari. Dal punto di vista istituzionale, la cooperazione italiana fa fronte ad AICS che persegue gli obiettivi fissati dalla legge sulla cooperazione accettata all’unanimità nel 2015 e che rispetta, quindi, le volontà se non interamente il volere del popolo italiano. Quello che ci mostra Il dott. Capecchi è quindi la relazione tra politica, azioni estere e cooperazione: un insieme unitario e ben equiparato di come la collaborazione fra i vari istituti definisca alcune delle più importanti materie in politica estera attraverso, appunto, la cooperazione internazionale, in questo caso italiana.

La professoressa Veronica Lo Presti, anche lei insegnate del corso di Monitoraggio e Valutazione dei progetti di Sviluppo, ha dibattuto esaustivamente sulla comprensione teorica e pratica della Valutazione e come essa si adegui alle ormai complesse iniziative e/o programmi delle politiche pubbliche istituzionali e non. La professoressa Lo Presti sottolinea l’importanza della valutazione in seno alle politiche/piani/progetti/interventi intervenuti hanno provocato un cambiamento che dovrebbe rispondere dei bisogni precedentemente analizzati. La valutazione e la politica sono dei cambi strettamente e necessariamente comunicanti. La valutazione, e la professoressa Lo Presti ci tiene a sottolinearlo, è una disciplina che per molti anni non è stata ritenuta scientifica; eppure, la valutazione è utile soprattutto se un programma, fallito o vincente che sia, miri ad essere riproposto e com’è possibile riproporre un’iniziativa, qualsiasi essa sia, se non vi è stata una valutazione precisa e scientificamente fondata? Tuttalpiù se i programmi ormai sono diventati sempre più complessi, riprendendo una pioniera della valutazione ovvero Patrizia Rogers, costituiti da un framework multilivello e multi-stakeholder. Ciò che è comune in tutti i programmi complessi, a seconda dell’ampiezza del framework è l’incertezza che, per quanto gli obiettivi dei programmi siano fissi, mette in discussione l’intero sistema. L’intero sistema viene messo in discussione non solo ragionando sulla differenza tra i risultati reali e quelli attesi di un programma, ma già dall’implementazione del programma stesso, dalla messa in atto di ciò che è scritto su carta che, seguendo e accordando con molto studiosi degli anni 80’ statunitensi: implementation is reiventing. Questo perché gli indicatori non dovrebbero essere costituiti a priori da progettisti che non hanno mai vissuto l’implementazione e il cambiamento, ma da coloro che lo hanno fatto; costruire, quindi, gli indicatori partendo dalla messa in atto dei progetti. Parlare di indicatori, però, significa parlare di monitoraggio e non di valutazione che, ricordiamo, essere due cose distinte ma che tutt’oggi vengono ancora confuse. La valutazione è più uno strumento di democrazia partecipativa, di cittadinanza

Il professor Andrea Stroppiana ci pone d’avanti, sin da subito problemi di comunicazione e di metodologia che rispondo entrambi sotto lo stesso insieme della semantica, dei simboli che non sono universali ma peculiari e particolari. Obiettivo può essere una parola universale ma non è detto che semanticamente sia identica in ogni dove. Lo stesso discorso lo si può fare anche per gli indicatori. Ci si è trovati ad indicare, intesa come azione dell’indicatore, l’empatia: un sentimento molto soggettivo che si tendeva a generalizzare sia geograficamente che indicativamente. Non si sta criticando l’esistenza dell’indicatore nella sua oggettività, si sta criticando l’indicatore nella sua definizione e dimensione che potrebbe essere rimodulata attraverso precisi e peculiari processi partecipativi. Ultima analisi è quella della rilevanza in cui si discute sul successo di un progetto mediante una misurazione di obiettivi ex poste diversi anni dopo o oppure mediante una misurazione degli indicatori in itinere?

Scritto in collaborazione con Luigi Campaniello, studente di Scienze dello sviluppo e della cooperazione internazionale.

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