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Natura, intelligenza e artificio: verità e verosimiglianza nel Timeo di Platone

Seminario di storia della filosofia - Prof. Fronterotta

Locandina seminario 16 gennaio

Si è tenuto nella giornata di ieri, 16 gennaio, presso Villa Mirafiori, il seminario Natura, intelligenza e artificio: verità e verosimiglianza nel Timeo di Platone”, presentato dal professore di facoltà Francesco Fronterotta.

La lezione costituisce parte introduttiva del dottorato di storia della filosofia sul tema Verità, finzione e intelligenza artificiale” e mira a fornire ai dottorandi definizioni ed indicazioni generali che saranno utili nel momento in cui il percorso verterà sulla tematica dell’intelligenza artificiale e il modo in cui la concepiamo oggi.

Il seminario è organizzato e presentato dalla docente di storia della filosofia Anna Lisa Schino che in apertura ringrazia e presenta il professor Fronterotta. A tutti i partecipanti viene consegnato un hand-out contenente alcuni passi del Timeo che verranno analizzati nel corso dell’incontro.

Il professore inizia il suo intervento giustificando la sua partecipazione al seminario e motivando il titolo della sua presentazione. Inizialmente, egli si riferisce alla cosmologia platonica, concentrandosi sul discorso fisico che Platone conduce sulla natura sensibile. Questo discorso, secondo il professore, può essere considerato una “fiction”, ovvero una finzione, ma non nel senso di qualcosa di ingannevole o impreciso. Al contrario, il discorso è descritto come la copia di un discorso vero, essenzialmente un discorso metaforico. Il professore affronta in tal modo la prima questione, che riguarda il rapporto tra verità in senso proprio e finzione o metafora. Successivamente, la presentazione verte sulla seconda questione, che è al centro del discorso cosmologico di Platone. Questa riguarda la figura del demiurgo, artigiano intelligente (o intelletto artificiale). Il demiurgo è colui che, secondo la visione di Platone, crea artificialmente la natura, che diventa quindi un prodotto, un artefatto.

Fronterotta passa poi a spiegare i termini che figurano nel titolo dell’intervento: natura, intelligenza ed artificio.

Natura: dal termine φύσις che designa l’insieme delle cose che sono originariamente o più precisamente la loro conformazione e struttura.

Intelligenza: caratterizzata da una dimensione oggettiva, che la riconduce al termine φύσις, è tuttavia una natura superiore a quella fisica perché data oggettivamente e non creata.  Essa è contraddistinta da pienezza, immutabilità ed estraneità al divenire, alla corruzione e alla degenerazione. Esiste anche una versione soggettiva dell’intelligenza come attività pianificata, provvidenziale, che implica una previsione indirizzata verso un fine, elemento discriminante per contraddistinguere un’azione intelligente. Per citare il professore: “Se è presente un fine è presente un’intelligenza che lo ha creato.”

Infine artificio: il modello artificiale onnipresente in Platone pone al centro il demiurgo, l’artigiano, l’agente dotato di un intelletto, di competenze e di un modello da riprodurre.

Fatte queste premesse il professore passa a leggere, tradurre e commentare i passi dell’hand-out intitolati La natura del tutto; Essere intellegibile e divenire sensibile: La natura del cosmo e il suo modello; Il demiurgo e la generazione del cosmo come opera dell’intelligenza; Intelligenza e necessità naturale; Verità e verosimiglianza.

L’incontro si conclude con un ampio spazio dedicato alle domande e agli spunti di riflessione offerti dai dottorandi.

Durante un’intervista concessa a Radio Sapienza Fronterotta, discute ciò che ritiene essere il principale spunto emerso durante il suo intervento. Quest’ultimo è principalmente legato al tema del seminario e al rapporto tra verità, finzione ed intelligenza artificiale. L’intervistato ammette di aver cercato di far interagire alcune categorie platoniche in modo da offrire prospettive stimolanti sull’intelligenza artificiale, fornendo un punto di vista alternativo che spera possa catturare l’interesse degli studenti.

Inoltre, in relazione alle chiavi di lettura della realtà contemporanea che Platone può offrire, il professore suggerisce che un punto di riflessione interessante sia l’idea secondo cui Platone interpreta ogni manifestazione come frutto di un’intelligenza che pianifica. Dal punto di vista platonico, tutto assume la forma di un artificio, non in senso negativo, ma come qualcosa di esclusivamente rappresentativo e metaforico, concetto che potrebbe aprire nuove prospettive di analisi. Il professore nota anche che potrebbero esserci meno riferimenti diretti a questioni di natura etica, tipiche della nostra era digitale, poiché il contesto storico presenta sfide diverse e meno spunti di confronto. Tuttavia, in termini generali, la prospettiva platonica ha sempre molto da offrire in ottica di  comprensione della realtà contemporanea.

Francesco Fronterotta insegna Storia della filosofia antica presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Si occupa soprattutto del pensiero presocratico, di Platone e della tradizione platonica. Per BUR ha curato l’edizione del Timeo e del Sofista.

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