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Lndfk, Takeshi Kitano e il nu-jazz: la cantante italo-tunisina presenta il suo album di debutto al Mattatoio di Roma

Nove ottobre, pochi minuti dopo le ventuno. LNDFK è pronta per presentare al pubblico del Mattatoio di Roma alcuni brani estratti dal suo primo album “Kuni” all’interno della rassegna musicale tutta al femminile del Roma Europa Festival.

Uscito a febbraio, dopo la pubblicazione di diversi singoli, il disco è un lavoro ispirato dall’immaginario del celebre regista giapponese Takeshi Kitano, più precisamente dal suo film cult “Hana-Bi” (al punto di citarlo esplicitamente anche in uno dei titoli dei brani). Le sonorità della cantante italo-tunisina ricordano quelle della scena nu jazz e neo-soul londinese (basti citare Alfa Mist e Kamaal Williams): trame armoniche di sintetizzatori si ibridano con dei beat spezzati che strizzano l’occhio all’hip hop più contemporaneo, contaminando tra loro suoni tipicamente orientali con progressioni jazz.

Linda è coadiuvata da una live band di prim’ordine in cui brillano i fraseggi dei due tastieristi Dario Bass e Ze in the Clouds, sorretti dalle ritmiche ondeggianti di Edoardo Battaglia. Il pubblico viene subito stregato dal groove e dalle sonorità oniriche del gruppo, che apre il live con “Hana-Bi”, per poi scivolare delicatamente sulle atmosfere chill di “Think Beautiful”, “Ku”, “Ktm” e “Smoke”, tutte estratte dall’LP uscito a febbraio. La band estende, dilatandoli, i brani, concedendosi lunghi momenti di interplay nei quali si stagliano senza tregua assoli e fraseggi dei sintetizzatori analogici dei musicisti. Il sound meticcio di LNDFK arriva addirittura a toccare anche sonorità di stampo IDM quando la cantante randomizza pattern ritmici, sfociando anche in un brano rap quando un campionamento riproduce la voce di un MC che si adagia sulla strumentale suonata dai quattro performer, a riconferma dell’estremo eclettismo della sua proposta musicale.

Dopo aver eseguito “Souleyes”, uno dei brani estratti dall’EP “Lust Blue”, la band si ritira qualche minuto per esplodere nella conclusiva “Takeshi”, vero e proprio omaggio al regista di alcuni dei mafia movie più famosi del Sol Levante.

L’atmosfera intima e raccolta della sala all’interno del Mattatoio di Roma risalta la spontaneità e la bellezza delle composizioni di LNDFK, confermando, senza ombra di dubbio, il suo album di debutto come uno dei più interessanti dell’ultimo anno. Il sound della musicista è sicuramente destinato a essere esportato sempre di più all’estero nei prossimi anni, data l’internazionalità dei riferimenti musicali e culturali che popolano la sua opera prima. Sentiremo sicuramente parlare ancora di lei, sia in Italia che non.

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