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I salotti parigini di fine ‘800 nei dipinti di Giovanni Boldini. Nuova mostra al Complesso del Vittoriano dal 4 marzo

“Vi è un lampo di vita fuggevole da acchiapparsi a volo ed egli l’esprime con un frego, in uno svolazzo, in un fiocco; lo suggerisce con un tocco rozzo o livido sulle labbra, con un cerchio paonazzo intorno a due occhi febbrili, lo fa tremare in un ricciolo di capelli ribelli sur una nuca di donna. E lo fa bene. Grande? Chi dice che sia grande? Io no di certo. Io dico che è vivo e che esprime spiritosamente ciò che gli cade sott’occhio in quella spregevole società in cui vive, e che tutti i Sargent, tutti i La Gandara e tutti gli Helleu di questo mondo, non sono che miserabili pappagalli a petto a questo italiano…”. Così Ardengo Soffici scriveva l’8 marzo 1909  sul pittore Giovanni Boldini per la rivista La Voce.  Dedicata proprio a lui è la mostra che dal 4 marzo al 16 luglio sarà possibile visitare presso il Complesso del Vittoriano a Roma. Si tratta della più grande raccolta antologica delle opere del ritrattista ferrarese.

I quadri, provenienti dai più grandi musei d’Europa e da numerose collezioni private, immergono nell’atmosfera della Belle Époque, anni in cui Giovanni Boldini fu maggiormente attivo e in cui ritrasse moltissime donne dell’alta società italiana e parigina.

Nato a Ferrara il 31 dicembre 1842 e figlio di Antonio Boldini, pittore di matrice purista, si dedica sin da bambino al disegno e inizia presto a realizzare copie di grandi opere. Il suo destino è, però, segnato dal primo autoritratto che realizza all’età di 15 anni. Divenuto molto famoso nella sua Ferrara, frequentò poi l’Accademia delle Belle Arti a Firenze; qui entrò in contatto con il nascente circolo dei cosiddetti Macchiaioli, di cui realizzò anche diversi ritratti, e conobbe Giovanni Fattori. Ad ogni modo, non venne particolarmente influenzato in pittura dallo stile dei suoi “amici fiorentini”. Il suo amore più grande resteranno sempre i ritratti anche dopo il trasferimento a Parigi, in cui la sua vita venne completamente rivoluzionata.

Fu proprio nella “città dell’amore” che l’Europa cominciò a considerarlo uno tra i maggiori pittori dell’800: si dilettava nel ritrarre bellissime dame, talvolta migliorandone anche alcuni tratti. Una delle opere più famose, anche a causa della sua storia travagliata, è il ritratto di Donna Franca Florio (1901-1924), che sarà possibile vedere alla mostra.
Dopo essere stato criticato dal marito della donna per la troppa volgarità, Boldini fu costretto a rimetterci mano, ma venne rubato da Parigi durante il saccheggio nazista nel 1928, subendo anche gravi danneggiamenti, ma tornò poi a Parigi nello stesso anno. Celebre è anche il ritratto che realizzò per il compositore italiano Giuseppe Verdi nel 1886.

Le opere in mostra al Vittoriano saranno 160 e sono state interamente reperite e raccolte da Sergio Gaddi e Tiziano Panconi, considerato uno dei più importanti esperti non solo di Giovanni Boldini, ma della corrente dei Macchiaioli nella sua interezza.

Non perdete l’occasione di lasciarvi trasportare nell’atmosfera parigina di sete e merletti, degli ampi salotti sfarzosi e delle dame dai lunghi abiti attraverso le meravigliose opere di un egregio pittore italiano.

Per informazioni più dettagliate sulla mostra http://www.ilvittoriano.com/mostra-boldini-roma.html

Ludovica Mora

 

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