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Dialogo e Diversità: Le voci influenti dell’European Press Prize al CoRiS

Questo venerdì 15 marzo, alle ore 10.00 presso il Centro Congressi di via Salaria 113, studentesse e studenti del CoRiS hanno avuto la possibilità di assistere alla consegna dello European Press Prize e di partecipare al talk con i vincitori di quest’anno.

Lo European Press Prize solitamente viene attribuito annualmente dall’omonima fondazione senza scopo di lucro con sede nei Paesi Bassi, e riguarda cinque categorie: INVESTIGATIVE REPORTING AWARD, DISTINGUISHED REPORTING AWARD, PUBLIC DISCOURSE AWARD, INNOVATION AWARD e MIGRATION JOURNALISM AWARD.

Il talk è stato presentato dal giornalista Jacopo Ottaviani e il Prof. Christian Ruggiero, ed a parlare sono stati: 

Şebnen Arsu è una giornalista che è stata per quindici anni la prima referente sulla Turchia per il New York Times.

Mathias Friis è il redattore investigativo di DR , l’emittente pubblica danese, e prima di questo ruolo ha lavorato per sette anni come reporter investigativo presso il reparto notizie presso la stessa.

Winny de Jong lavora presso il telegiornale pubblico olandese NOS, è anche l’editore di una popolare newsletter settimanale via e-mail su tutto ciò che riguarda il giornalismo dei dati chiamata dj.news.

Aula Magna del CoRiS in cui si è svolto l’evento.
La giornalista Şebnen Arsu.

ŞEBNEM ARSU

Il suo intervento si è concentrato sulle sfide del reporting video per un pubblico internazionale. Su una sua diapositiva, chiamata appunto PREPS, troviamo un elenco con punti come “sfumature politiche e culturali”, oppure “cliché e pregiudizi”. Il tutto è volto a dare un accenno alla preparazione che devono avere i giornalisti quando si interfacciano con altri paesi e culture. Allenare quindi la mente per tenerla lontana dai pregiudizi, ma soprattutto essere informata su elementi politici e di costume, senza la “superiorità dell’occidentale”.

Conclude la slide parlando di quanto sia importante per i giornalisti aprirsi alle collaborazioni. Perché queste possono davvero rivelarsi stimolanti, arricchenti, se non addirittura necessarie in alcuni contesti.

Nella slide seguente, chiamata COVERAGE PLANNING, Arsu si concentra sul ruolo del traduttore come una figura chiave in certi paesi. Soprattutto se funge da vero mediatore culturale e non come mero strumento di traduzione letterale. Sceglierlo bene è quindi importante. Tra gli altri discorsi si è anche parlato di budget e come questo debba rispecchiare le necessità del reportage. Come anche il tempo di permanenza, “quanto tempo mi serve per ottenere tutte le informazioni?”.

Il suo intervento si è poi concluso con una lista di consigli, che riguardano anche la sicurezza, sul posto di lavoro. Tra questi cito il non sfidare mai qualcuno se non necessario; il non fare promesse alla gente sul posto se non si possono mantenere; Prendere la nazionalità del posto dove si lavora se necessario.

Il giornalista Mathias Friis.

MATHIAS FRIIS

Mathias, come ho accennato prima, viene da un giornalismo di forte connotazione investigativa. Inizia elencando il suo lavoro nel conflitto Russo-Ucraino, non sul campo di guerra, ma da quello degli infiltrati. Presenta il podcast “Cold front”, in cui la trama sostanzialmente è: Un giorno di novembre del 2022, il giornalista danese Niels si ritrova su un piccolo gommone in mare tra la Danimarca e la Svezia. Sta inseguendo una potenziale nave spia russa. Dopo averlo individuato, vede un membro dell’equipaggio con un fucile d’assalto al collo, che lo fissa direttamente. La caccia alla potenziale nave spia fa parte di un’indagine durata un anno. Dopo l’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, un gruppo di giornalisti nordici ha scavato sempre più a fondo in un mondo oscuro fatto di spionaggio russo, guerra sui fondali marini e disinformazione.

Questa serie di podcast ha l’obiettivo di rivelare le prove di quella che gli esperti chiamano una complessa guerra ibrida, che si sta già svolgendo nei paesi nordici e nelle acque che li circondano.

É una storia decisamente avvincente, e le immagini video che hanno girato e montato non sono da meno. La forma in questo tipo di inchieste penso sia molto importante, ed è infatti una domanda che ho fatto allo stesso Mathias, la sua risposta è disponibile sul canale Youtube di Radio Sapienza.

 

La giornalista Winny de Jong.

WINNY DE JONG

Winny a differenza dei suoi colleghi, ha mostrato meno materiale audio/video, perciò ho trovato il suo intervento leggermente più ostico. Ma solamente perché non ho molta confidenza con l’inglese, lei era comunque energica e sprizzava energia positiva da tutti i pori. Come donna afrodiscendente olandese ha a cuore il discorso del colonialismo e della schiavitù, che il suo paese come tanti in europa hanno attuato nei secoli precedenti. Si è andati anche nello specifico su temi come: l’Olanda come ha risarcito i proprietari di schiavi quando questi furono messi al bando?. De Jong ha pure espresso qualche parola sul massacro che sta attuando Israele, in particolare sul racconto di Gaza che si sta facendo. Ha concluso ribadendo l’importanza delle collaborazioni in questo mestiere, e come facciano la differenza.

 

 

INTERVISTE

Ho avuto la possibilità di fare a tutti e tre 2 domande, ovvero:

  • Quanto nella tua esperienza “raccontare una bella storia” va in conflitto con il “raccontare una storia vera”?
  • Considerando quanto fare il giornalista sia qualcosa di precario, pensi che un giornalismo libero da trends e influenze di mercato possa esistere?

Le risposte sono disponibili nel canale Youtube di Radio Sapienza.

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