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Designer Italia rivoluziona i servizi pubblici: la PA del futuro a misura di cittadino

La pubblica amministrazione prende parte alla rivoluzione dell’era digitale. Ai Digital Design Days di Milano il Team per la Trasformazione della Presidenza del Consiglio ha presentato «Designers Italia», la community di designer di servizi pubblici, creata in collaborazione con l’Agenzia per l’Italia Digitale – AgID. La Pubblica Amministrazione ha definitivamente aperto le porte alla digitalizzazione e, più specificatamente, al mondo dei Designer.

La rivoluzione dell’Era Digitale

“Ogni grande trasformazione storica provoca un mutamento dell’immagine dello spazio”. Parafrasando Carl Schimtt, ogni rivoluzione cambia il modo di concepire il mondo in cui viviamo. L’avvento del digitale è la quarta grande rivoluzione spaziale della storia del mondo: internet ha cambiato – e continua ancora a cambiare – la nostra vita. La diffusione dell’informatizzazione ha coinvolto tutti i paesi del mondo. Dai privati alle pubbliche amministrazioni: la semplificazione del digitale ha coinvolto la società a tutti i livelli. Tempi e distanze si accorciano, ogni luogo è raggiungibile con un click e i costi si dimezzano. La digitalizzazione ha rivoluzionato, tra gli altri, anche il mercato professionale: nuove figure, con nuove competenze al passo con nuove esigenze. È molto difficile dare una definizione sintetica ed esauriente di ciascuna figura.

Digital Transformation e Business Transformation: le figure professionali nell’era del digitale.

Lorenzo Fabbri
Lorenzo Fabbri – Content Designer

Per orientarci meglio in questa galassia di figure professionali ci siamo confrontati con due colonne portanti del Team per la Trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio e promotori di Design Italia, Matteo De Santi – esperto di User Experience e User Interface Design – e Lorenzo Fabbri – Content designer.

La figura del Content designer, ci spiega il Dott. Fabbri, è associata al tema dell’architettura dell’informazione: organizzazione, classificazione, strategia del contenuto e aspetti di tipo stilistico. “E poi c’è ciò che riguarda i linguaggi digitali. Il Content Designer tende a concentrarsi su questi aspetti per la progettazione di ambienti informativi complessi e multimediali”. Spesso il digitale tende ad avere un punto di contatto sul territorio e nei luoghi in cui il servizio viene fruito fisicamente.

Matteo de Santi
Matteo de Santi – esperto di User Experience Designer (UX) e User Interface Designer

Anche l’aspetto di identificazione dei bisogni dell’utente, nell’ottica della semplificazione, diventa molto rilevante. Il Designer è il punto di contatto tra tecnologia e persone. Per fare ciò, utilizza tecniche di tipo qualitativo e quantitativo: i siti web hanno servizi di analityc che offrono diverse informazioni che ci aiutano a capire il comportamento dell’utente.

Matteo De Santi ci racconta invece il ruolo dello User Experience Designer (UX) e User Interface Designer. Tra i compiti dell’UX risalta l’attenzione all’accrescimento della soddisfazione dell’utente migliorando l’usabilità di una pagina web, la sua facilità di utilizzo, l’intuitività e l’interazione. Ma il Dott. De Santi ci spiega che questo è solo un aspetto dell’attività che svolge. Il punto di contatto con il lavoro del Content, tanto per non fare confusione, è l’elemento dell’identificazione del bisogno dell’utente. Tenendo conto dei bisogni, quindi, il designer si rivolge alla prototipazione di un prodotto digitale: “ciò che viene dato in pasto a un team di sviluppo, per intenderci. Parliamo di servizi digitali, ma anche servizi che hanno un impatto di erogazione mista”. L’User Experience Designer progetta il prodotto nei momenti di interazione con l’utente: “È fondamentale avere sempre l’utente seduto accanto e proporgli soluzioni a problemi e necessità. A questo si unisce la continua messa alla prova dei prodotti disegnati che vengono testati con l’utente, tramite modalità più o meno partecipative”.

      Figure professionali nell'Era digitale: intervista a Matteo De Santi e Lorenzo Fabbri

«Designers Italia», community di designer dei servizi pubblici

Se la rete semplifica la vita, allora la PA deve sfruttare questa occasione per adeguarsi alla trasformazione del digitale. Rendere più accessibili i servizi pubblici per i cittadini e aziende, con interfacce a misura d’utente e semplici da usare, comprensibili, sicure e, perché no, anche belle: sarebbe un mattoncino importante per accorciare le distanze tra cittadino e Stato. Modernizzazione e semplificazione devono essere le parole chiave.

Ecco perché è stato fondato il Team per la Trasformazione Digitale. La redazione del Piano Triennale per la Trasformazione Digitale della Pubblica Amministrazione, documento strategico di guida e supporto verso la digitalizzazione della PA in linea con gli obiettivi del Piano d’azione dell’Unione Europea per l’eGovernment 2016–2020, serve a creare un collante tra tecnologia, persone e Cosa pubblica; per costruire un “sistema operativo” del paese. Per adeguare l’Italia alla rivoluzione.

E allora un “design system” della Pubblica Amministrazione è obiettivo quantomai prioritario: Designers Italia è la comunità di chi si riconosce nei principi del design thinking. Per capire meglio occorre fare un piccolo passo indietro. Si parte dalle persone. Manager, team di lavoro, clienti, partner. Tutti i livelli della PA devono essere valorizzati. Si crea, quindi, un luogo di incontro: forum, blog, newsletter. Una community insomma. L’obiettivo è valorizzare le risorse umane per ricavare preziosi contributi. Raggiungere intuizioni creative grazie allo scambio dialogico.

L’ambiziosa community si pone come lo strumento per mettere in risalto la particolarità del cittadino, le esigenze diverse di ognuno e creare un punto di incontro con la pubblica amministrazione. Sul sito ci si può confrontare sulle best practice, grazie a un forum. Ci sono sezioni dedicate al service design, alla user research, al content design e allo user interface design. In ogni area sono a disposizione dei kit,  set di strumenti completamente open source: guide, check list e template e strumenti di prototipazione per creare servizi digitali.
Open Source, dunque. Il materiale è soggetto a modifiche e miglioramenti continui grazie al contributo della community a una rete di designer, con diverse specializzazioni (dalla user interface ai contenuti, dall’architettura dell’informazione alla ricerca).
DI è un posto dove si può navigare, registrarsi e utilizzare gli strumenti messi a disposizione: template, caratteri grafici e molto altro ancora allo scopo di costruire uno scheletro della pa da cui attingere.

Il ruolo del designer nel rapporto con le PA

Il ruolo del designer è tenere il cittadino al centro: considerarne i bisogni come cardine della progettazione in tutte le sue fasi. Il designer ha il dovere di garantire che il cittadino si senta a proprio agio mentre usufruisce di un servizio digitale. È questa la grande sfida. La community vuole far incontrare domanda e offerta, agendo su due livelli. Da un lato si rivolge alle pubbliche amministrazioni: emerge la necessità che si comprenda quanto hanno bisogno del designer. Dall’altro, rappresentare al mondo del designer privato gli obiettivi della PA.

Il team è formato, non a caso, da persone provenienti dal settore privato. Diego Piacentini, Commissario Straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale, ha posto come obiettivo la semplificazione e l’usabilità della PA digitale del futuro. È necessario portare l’efficienza del settore privato all’interno della PA: una sfida che sembra affrontabile laddove emerge una grande domanda di innovazione e cambiamento dentro la pubblica amministrazione stessa, assiema  all’imponente bisogno e richiesta di competenze tecniche e specializzate.

“Una serie di struttre dello stato sta investendo e si sta dotando di unità di competenza e gruppi di persone: il design sta entrando nella pubblica amministrazione italiana”

La sicurezza dei dati non è stata trascurata: Gianluca Varisco, esperto di Cyber Security è parte integrante del team. La sicurezza passa anche per l’informazione: diffondere Best Practice è uno dei modi per tutelare la sicurezza dell’utente.
Insomma, per la prima volta in Italia viene avviato un processo di digitalizzazione che adotta le logiche dell’open source e delle sue community. La testimonianza di Lorenzo Fabbri e Matteo De Santi ci mette in contatto con la rivoluzione e con i veri attori che la sostengono. Eliminare nel tempo le storture nate da una digitalizzazione selvaggia della PA, vittima di assenza di coordinamento e progettazione a lungo termine, è un obiettivo ambizioso e complicato. Forse è arrivato il momento di cambiare.

      Designers Italia: community di designer dei servizi pubblici - Simone Di Gregorio

Simone Di Gregorio

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