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Allarme crisi idrica: Acea chiude i nasoni di Roma

Da oggi, a Roma, trenta nasoni al giorno verranno chiusi a causa della crisi idrica che sta colpendo la città.

Si tratta delle le storiche fontanelle pubbliche presenti nella Capitale. Li hanno sempre chiamati “nasoni” per via del tipico rubinetto ricurvo di ferro, la cui forma richiama l’idea di un grande naso. A Roma sono circa 2.500, ad esse vanno aggiunte un centinaio di quelle pubbliche. In totale erogano l’1% dell’intera acqua immessa nella rete idrica della città.

La rete idrica a Roma è molto vecchia, risale a 30-50 anni fa, come ha spiegato il Blue book di Utilitalia, e a causa di rotture o di allacci abusivi, perde il 40% dell’acqua“. Lo ha spiegato Acea ricordando che Utilitalia è la federazione che riunisce i gestori dei servizi pubblici italiani che, tra le altre cose, ogni anno stila la situazione della rete idrica del Paese. Secondo lo studio, a Roma l’acqua pubblica è tra le più economiche d’Europa, costa 1,65 euro per mille litri, circa 34 euro all’anno per abitante, ma ne servirebbero 80 per avere una rete più efficiente e meno dispersiva.

L’Acea ha quindi proposto di chiudere le storiche fontanelle romane per permettere adeguati interventi di riparazione alle tubature e così scongiurare ulteriori perdite d’acqua, quella che manca da giorni sul territorio della Capitale e provincia. La chiusura però sarà non solo temporanea e “a tranche” poiché terrà circa ottanta fontanelle.

Nella comunicazione scritta si spiega che per le riparazioni saranno impegnate “la chiusura di un così elevato numero di fontanelle avrà luogo necessariamente con gradualità anche per evitare di distrarre le maestranze impegnate nell’attività di ricerca e riparazione delle perdite, durante tutto il prossimo mese di luglio, verrà in ogni caso modulata in ragione dei benefici che otterremo dall’efficientamento della rete, non preventivamente quantificabili”.

Una mossa ritenuta necessaria per tamponare la crisi idrica che ha colpito il territorio di Roma e provincia insieme al resto del Paese. E al netto di qualche pioggia sporadica, continuano gli allarmi siccità dai produttori agricoli e dai Comuni dell’hinterland, costretti a razionalizzare le residue quantità di acqua rimaste. Un quadro che non migliora nemmeno sul fronte del lago di Bracciano, il bacino idrico ridotto ai minimi termini dai continui interventi di Acea che date le scarse piogge sta continuando a prelevare fino a 1800 litri al secondo da maggio.

L’annuncio ha sollevato non poche reazioni, per qualcuno la misura anti-siccità avrebbe un effetto “devastante”: senzatetto, rom in emergenza abitativa che vivono negli insediamenti informali, migranti che transitando per la città non trovano altro rifugio se non la strada. “Per tutte queste persone i “nasoni” costituiscono l’unica fonte di approvvigionamento di acqua per bere, cucinare e lavarsi” scrive l’Associazione 21 Luglio in una nota.

 

Una decisione che ha sicuramente sollevato diverse critiche, ma che è importante per salvaguardare proteggere l’ambiente.

 
 
Sepastiana Gjoni

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