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Thurston Moore al Monk: una serata a Roma con una leggenda del rock

Thurston Moore Group, Monk Roma - Foto By Mario Monopoli

Thurston Moore Group, Monk Roma - Foto By Mario Monopoli

Il 2 Aprile 2023 al Monk di Roma si è tenuto il concerto di uno dei musicisti più influenti della storia della musica. Thurston Moore, che con i Sonic Youth ha scritto alcune delle delle più belle pagine di musica, da Evol, Sister e Daydream Nation negli anni ‘80, fino a Goo e Dirty negli anni ‘90 e Sonic Nurse e Murray Street a inizi 2000.

Nella formazione da solista, che comprende la bassista dei My Bloody Valentine, band culto fondatrice dello shoegaze, Moore ha suonato per quasi due ore una selezione di pezzi dall’album del 2020 By The Fire, per poi inserire anche qualche singolo più recente e una sorpresa particolarmente commovente.

Thurston Moore

9 brani, tutti dalla lunga durata, tutti molto distorti e in cui le chitarre di Moore e di James Sedwards e il basso di Debbie Googe sono protagoniste in un suono caldo e rumoroso che abbraccia il pubblico. Dalle sonorità più acide di hashish, all’impressionante crescendo strumentale di Siren con un potentissimo finale noise, per passare alla spettrale suite noise di Venus in cui la batteria di Jem Doulton di kick e piatti la fanno da padrona, in un pezzo che ricorda un mix tra le ritmiche di Volcano e la distensione di Helpless Child, entrambi pezzi di Soundtrack for the Blind degli Swans. 

A questo punto è il tempo della prima cover della serata, “Temptation” dei Velvet Underground, introdotta dalle parole di Moore che definisce Lou Reed un “a rock’n’roll animal & a rock’n’roll human” invitando il pubblico nella “velvet revolution of the Velvet Underground”.

Dopo un altro estratto da By The Fire come la esplosiva Cantaloupe e l’unico brano dall’album del 2017 Rock N Roll Consciousness, Aphrodite. Arrivati quasi alla fine del concerto la band viene raggiunta da Jayan Bertrand, cantante della band d’apertura dei Seafom Walls, insieme a cui canteranno una cover di All Apologies dei Nirvana. Thurston Moore con i Sonic Youth sono stata una delle più grandi ispirazioni di Kurt Cobain che li ha spesso citati nelle sue interviste e liste di band preferite. A pochi giorni dal 29esimo anniversario della morte del leggendario frontman dei Nirvana (il cui ultimo concerto era stato proprio a Roma), la cover di Thurston Moore rimarrà sicuramente un momento indelebile per gli spettatori del Monk. 

Per il (solito) bis finale Moore torna sul palco promettendo di farne un’ultima veloce (“a quick one”) per poi suonare 17 minuti di Locomotives, canzone ispirata dai movimenti migratori in America, in cui dopo una lunghissima intro si conclude con dei cacofonici ritmi rotti di batteria e synth per poi esplodere in un ultimo wall of sound noise da friggere le orecchie.

Un concerto divertentissimo al cospetto di una vera e propria leggenda della storia della musica.

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