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The Best Interest of the Child: La Tutela del Minore – Day 2

Venerdì 21 settembre si è svolta presso il Coris, sede via Salaria 113, la seconda delle tre giornate del convegno “The best interest of the child“, organizzato dallo stesso dipartimento per la Tutela della Persona e del Minore con il patrocinio, tra gli altri, dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, dell’Osservatorio nazionale sul diritto di famiglia, del Comitato italiano per l’UNICEF e di Save the Children.

Durante il corso della mattinata si è svolto il workshop denominato: “L’interesse del minore ad una crescita serena: responsabilità genitoriale relazioni familiari e conflitti“.  Rispettando la prospettiva multidisciplinare perseguita in tutti e tre i giorni del convegno, sono intervenuti personalità appratenti a campi del sapere diversi. A regolare il dibattito il professore Salvatore Patti, ordinario di Diritto Privato alla Sapienza, i cui interessi accademici da sempre ruotano interno al diritto di famiglia.
Portando un contributo europeo la professoressa Katharina Boele-Woelki, della Dean della Bucerius Law School di Amburgo, ha affrontato la spinosa questione dell’uniformità legislativa della responsabilità genitoriale nell’Unione Europea, presentando la raccolta dei “Principles of European Family Law regarding Parental Responsibilities”, una serie di regole nel campo delle responsabilità genitoriali basate sul rispetto dei diritti del bambino, sviluppato dal CEFL (Commission on European Family Law), soffermandosi su alcuni temi fondamentali e non poco ostici, come ad esempio la questione della residenza del minore in casi specifici quali la separazione dei genitori o in caso di morte di questi ultimi. Un passo fortemente atteso da molte famiglie “europee”, che la burocrazia ancora tarda a compiere.

Il secondo intervento è stato quello della Dott.ssa Stefania Ciani, Giudice della I Sezione civile del Tribunale di Roma e Prof.ssa Silvia Mazzoni, Associato di Psicologia Dinamica della Sapienza Università di Roma, in merito all’ascolto del minore nei procedimenti connessi alla separazione dei genitori: l’integrazione tra magistrato e psicologo.
Gli obiettivi, esposti dalla dottoressa Ciani, dello Spazio Famiglia e Minori nella Prima Sezione Civile del Tribunale Ordinario di Roma possono distinguersi in due macrocategorie: una di prevenzionevolta ad orientare i genitori coinvolti nei procedimenti giudiziali ad un sostegno per l’esercizio della responsabilità genitoriale condivisa, cercare di ridurre i casi di necessaria prescrizione di intervento dei servizi sociali per la tutela del minore e ultimo ma non per importanza quello di individuare preventivamente i casi di alto rischio; la seconda linea di indirizzo è quella di integrazione/interdisciplinarietà che punta a favorire la comunicazione tra Giudici e Servizi Sociali e ad affiancare i Giudici nell’ascolto diretto del minore, punto sostenuto con un rinforzo della prof.ssa Mazzoni, che ha successivamente mostrato l’effettiva importanza delle esigenze espresse dal minore nella decisione del Giudice. L’intervento ha poi abbracciato un’altra questione, strettamente collegata ed altrettanto importante, ossia quella dell’ascolto del minore nei procedimenti connessi alla separazione dei genitori. Un procedimento che, per la salvaguardia del minore, necessariamente deve passare attraverso una stretta sinergia tra magistrato e psicologo.

Filippo Romeo, professore associato di Diritto Privato dell’Università degli Studi di Enna “Kore”, ha affrontato la questione della tutela del minori in caso di divorzio conflittuale da un punto di vista più tecnico, conferendo anche un tono più formale al workshop, analizzando molteplici aspetti tra cui contraddizioni e dando un quadro più chiaro degli articoli di legge dell’ordinamento italiano in materia.
L’avv. Adriana Neri, Foro di Roma è poi intervenuta sull’interesse del minore nei procedimenti di separazione. Un aspetto che la stessa avvocatessa ha fortemente sottolineato a tal proposito, riguarda l’importanza di riconoscere il minore come parte processuale necessaria nei procedimenti che lo coinvolgono, come del resto sono quelli di separazione delle due figure genitoriali, in quanto tale evento investe la prole dei coniugi in prima persona, da un punto di vista fisico e soprattutto da un punto di vista emotivo.

Il magistrato del Massimario civile della Corte Suprema di Cassazione, Lorenzo Delli Priscoli, ha poi ragionato sul l’interesse del minore tra affidamento e collocamento, evidenziando il fatto che nella maggior parte dei casi la separazione avviene “favorendo” la madre del minore, a discredito della figura paterna, in quanto si tenderebbe a considerare la prima figura genitoriale come la più idonea, non contando che ogni processo è peculiare a sé e quindi bisognerebbe analizzare singolarmente il caso e decidere, anche e sopratutto, sulla base dell’interesse del minore. In conclusione il magistrato ha terminato il suo intervento sottolineando la grandissima importanza che comunque la bigenitorialità riveste per la prole.

Gli ultimi due interventi, che hanno poi concluso questo workshop sono stati quelli del prof. Gaetano Edoardo Napoli, Associato di Diritto Privato dell’Università Unitelma Sapienza, sul tema dei nuovi modelli di negoziazione assistita e quello della dott.ssa Daniela Cremasco, assistente sociale della regione Lazio, che ci ha parlato della conflittualità familiare nella prospettiva dei servizi sociali, sollevando un’osservazione su come la tutela dei minori possa esser considerato un intervento di salute pubblica.

Nel pomeriggio il workshop ha avuto poi un taglio molto più sociologico. Degno di nota soprattutto l’intervento di Mariella Nocenzi, professoressa di analisi sociale della metropoli presso il dipartimento del Coris Si costruisce identità sociale con due frasi chiave: IDENTIFICAZIONE, ovvero fare rifemento alle figure rispetto a cuisi sente uguali o simili ed
INDIVIDUAZIONE, con riferimento alle figure da cui si distingue.
La famiglia è uno spazio simbolico e sociale dove le differenze di sesso e generzionali sono costruite culturalmente
e queste trasformazione possono incidere nell’identità sociale del minore. Con la frammentazione della famiglia come istituzione educativa sociale ora nei nei rapporti interpersonali vi è totale asimmetria dei rapporti tra generazioni.
L’effetto ci deve far riflettere: la prevalenza dell’importanza delle relazioni sui ruoli : chi ha più relazioni è visto meglio su chi ha un ruolo maggiore nella società.

Le conclusioni del venerdì ci fanno riflettere sul nostro ruolo di educatori sociali per i più piccoli.
Oreste Sacco, Daniele Valentino, Pietro Sorace 

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