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Speranza e fiducia, quei fari nel buio del mondo

“La realtà, in se stessa, non ha un significato univoco. Tutto dipende dallo sguardo con cui viene colta, dagli ‘occhiali’ con cui scegliamo di guardarla”: queste parole di Papa Francesco hanno rappresentato il punto di partenza per il seminario in occasione della 51^ giornata mondiale delle comunicazioni sociali che si è svolto lunedì 3 aprile presso il Dipartimento del Coris della Sapienza.

Ad aprire l’incontro, dal titolo “Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo”, sono stati i saluti di Bruno Mazzara, Direttore del Coris, e di S. E. Mons. Lorenzo Leuzzi, delegato per la Pastorale Universitaria. Il tema, tutt’altro che semplice nel periodo attuale di forti tensioni sociali e sfiducia nei confronti della politica, è un invito a raccontare le vicende del mondo e degli uomini attraverso gli “occhiali” della fiducia e della speranza, secondo la logica della “buona notizia”.

Se, come recita una massima del giornalismo americano “Le cattive notizie sono buone notizie”, è doveroso però distinguere l’informazione dalla comunicazione sensazionalistica, dall’intrattenimento. Una demarcazione che si rivela fondamentale nel processo di produzione di senso, sopratutto, a fronte dell’overload informativo che investe quotidianamente i cittadini e nel quale spesso si perde il frame originario, rendendo difficile l’interpretazione della notizia.

Si assiste oggi, come affermato da Francesco Giorgino, giornalista Rai, ad una sempre più forte ibridazione di forme, contenuti e mezzi in un panorama comunicativo che vede intrecciarsi mass media e personal media. Questi ultimi sono sempre più influenti, stando almeno ad una indagine del CENSIS che colloca Facebook tra le fonti di informazione privilegiate dagli italiani, subito dopo le tv generaliste.

Il forte richiamo alla responsabilità dei media e alla deontologia professionale del giornalista come vigile baluardo della verità di fronte al dilagare di notizie errate, faziose, incomplete (soprattutto nel web) sono il centro ideale, come afferma Mario Morcellini, Consigliere alla comunicazione della Sapienza, di una necessaria rinascita del settore dell’informazione: maggiormente aderente alla complessità della realtà attuale e lontana da eccessive semplificazioni e stereotipizzazioni. La costruzione di un immaginario collettivo fondato sulla positività della “buona novella” in un clima di comunicazione/condivisione costruttiva e di apertura al prossimo, è attualmente troppo spesso oscurata dal ruolo da protagoniste che i media hanno conferito alle “bad news”, creando un circolo vizioso di negatività degenerante poi nell’apatia, nella paura, nella chiusura, se non anche nell’odio. Resta dunque delle principali agenzie di socializzazione e dei media il dovere di far convergere gli sforzi verso un cambiamento ed è loro compito estirpare dai prati della società quei “fiori del male” che hanno fatto dimenticare l’esistenza, pur nel buio del mondo, dei fari luminosi della speranza e della fiducia.

      Intervista ad Antonella Gaetani
      Intervista a Mario Morcellini
      Intervista a Francesco Giorgino

(interviste a cura di I.L., Giulia Mazzi e Fabiana Roccio)

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