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Il sistema scolastico finlandese abolisce le materie

Il modello scolastico finlandese, uno tra i più premiati ma anche tra i più discussi, continua a cercare nuove modalità di insegnamento con cui attirare maggiormente l’attenzione degli studenti. L’ultima intuizione, come riporta uno speciale della BBC, è stata quella di eliminare la divisione in materie per favorire una didattica interdisciplinare basata sui “fenomeni”. Il canale britannico ha preso come esempio la Comprehensive School di Hauho (equiparabile ad una scuola media italiana), dove, durante una lezione, sono partiti dall’eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei nel 79 d.C. fino ad arrivare ad un confronto tra la Roma antica e la Finlandia di oggi, comparando le terme romane con le moderne SPA nordiche o gli impianti sportivi con il famoso Colosseo, di cui a fine lezione hanno costruito un modellino tramite la stampante 3D.

Questo innovativo metodo permette, così, di trasformare una semplice lezione di storia in un percorso interdisciplinare che comprende nozioni di tecnologie e tecniche di ricerca, comunicazione e scambio culturale. Il punto centrale della riforma finlandese è la liberta di scelta lasciata agli studenti, a cui è permesso decidere indipendentemente un tema di interesse e su questo iniziare un lavoro che si svolge sia in aula che all’esterno della scuola. L’intenzione principale è quella di fornire agli studenti le capacità necessarie per affrontare il ventunesimo secolo, come ad esempio l’attenzione al cyber-bullismo, saper riconoscere le fake news e installarsi autonomamente programmi necessari per il funzionamento dei PC.

Oltre alla libertà concessa per impegnarsi in ciò che interessa,  il sistema scolastico finlandese ha abolito da anni i compiti a casa, preferendo un carico di studi mirato per ogni singolo soggetto. Al contrario degli altri sistemi scolastici europei, quello finlandese incoraggia l’utilizzo delle tecnologie quotidiane, come tablet e smartphone, per effettuare ricerche in classe.

Questo percorso è stato intrapreso nel 2013 e ad oggi già il 70% dei docenti ha effettuato il corso di aggiornamento per poter sostenere una lezione del genere in classe. Nonostante le critiche, i numeri già danno ragione al paese scandinavo dato che la maggior parte degli studenti sottoposti a questo nuovo metodo di insegnamento, in due anni hanno riscontrato miglioramenti.

 

Alfonso d’Aiello

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