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Roma città moderna. Da Nathan al Sessantotto: la mostra delle correnti artistiche dal ‘900 a oggi a Roma.

La mostra "Roma città moderna. Da Nathan al Sessantotto" presso la Galleria d'Arte Moderna di Roma Capitale.

La mostra "Roma città moderna. Da Nathan al Sessantotto" presso la Galleria d'Arte Moderna di Roma Capitale.

La Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale sta ospitando in questi mesi la mostra “Roma città moderna. Da Nathan al Sessantotto“.
In esposizione le opere più significative per ripercorrere le correnti artistiche del ‘900 a Roma.

Presentate circa 150 opere, tra dipinti, sculture e grafica, di cui alcune mai esposte prima e/o non esposte da lungo tempo, provenienti dalle collezioni d’arte contemporanea capitoline, in una rilettura ideale della cultura artistica di Roma, una città multiculturale, nella quale, nei decenni, si sono andate sedimentando diversità e univocità non sempre o non solo in conflitto fra di loro.

La rassegna si arricchisce di nuove opere mentre continua la serie di iniziative collegate alla mostra con l’intento di ricostruire, attraverso le arti e la cultura del periodo, un’immagine a tutto tondo della città di Roma, da sempre polo d’attrazione di culture e linguaggi diversi.

Ai tanti e importanti artisti già presenti, si aggiunge un’opera esemplare di Fausto Pirandello, Il remo e la pala (1933) in prestito speciale dal Museo del Novecento di Milano. La tela è una delle “storie sospese fra realtà e mito”, caratteristiche della produzione degli anni Trenta, quando l’artista porta a maturazione spunti cézanniano-cubisti, suggestioni simboliste, primitiviste e metafisiche e un uso del colore precisato a confronto con i “tonalisti” della Scuola Romana.
Entrano in mostra anche due nuovi capolavori del Futurismo romano, La corrida (1929-30) di Enrico Prampolini e Aeropittura (1934) di Osvaldo Peruzzi, oltre che una nuova opera di Giulio Turcato, Avventuristico (1962), altro suo capolavoro che potrà essere ammirato accanto al suo Comizio (1950), dipinto eccellente per descrivere il passaggio dell’artista dalla figurazione all’astratto, fra gli anni Cinquanta e Sessanta. A queste opere sarà contrapposto Bacio indelebile (post 1960) di Tomaso Binga in modo da rafforzare la pagina dell’arte sperimentale degli anni Sessanta della mostra.

Il percorso “in movimento” dell’esposizione è prolungato fino al 2 dicembre 2018, anche grazie al successo ottenuto di critica e pubblico.

La mostra, a cura di Claudio Crescentini, Federica Pirani, Gloria Raimondi e Daniela Vasta, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.
Gli eventi sono stati resi possibili grazie alla collaborazione con Accademia di Belle Arti di Roma, Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e Istituto Luce-Cinecittà.

Alessia Tito

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