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Il ritorno dei Seminari Shakespeariani: si parte da Fletcher

La tradizione della Sapienza dei Seminari Shakespeariani, attiva da diversi anni, ricomincia nel 2023, il 16 gennaio, con un talk dedicato al nuovo libro di Domenico Lovascio, John Fletcher’s Rome: Questioning the Classics.

La nuova edizione dei seminari sarà dedicata soprattutto alla presentazione tramite dibattiti di nuovi lavori dedicati a Shakespeare e all’epoca elisabettiana, attraverso le voci degli stessi autori.

In questo primo incontro, Domenico Lovascio, docente dell’Università di Genova, conversa con Jose Perez Diaz, docente dell’Università di Leeds.

Si inizia parlando di Fletcher, delle motivazioni per le quali si può considerare un autore molto importante nonostante il suo nome non sia conosciuto quanto quello di altri drammaturghi e scrittori inglesi. Il suo lavoro si può contestualizzare soprattutto nell’ambito teatrale, perché scrisse diverse opere e collaborò con molti altri autori, tra cui Shakespeare, Beaumont e Massinger: infatti, era diventato molto noto nei teatri elisabettiani. Scrisse un totale di cinquantadue opere, oltre a tre scritti perduti.

Dopo un’introduzione generale della figura di Fletcher e della sua vita, si inizia a parlare nello specifico del libro. L’argomento attorno al quale il dibattito ruota è l’importanza del recupero della figura di Fletcher, che negli ultimi anni è stato sempre meno considerato. Nel lavoro di Lovascio si analizza il suo sguardo sui modelli e sui paradigmi classici.

Quello che viene messo in evidenza è il modo in cui Fletcher ha cercato di evitare tutti i caratteri della Golden Age della classicità nei suoi scritti. Nonostante questa sua impostazione, spesso leggeva traduzioni e adattamenti di opere classiche appena pubblicate: è probabile che la sua scelta dipendesse dalla volontà di essere sempre aggiornate sulle novità del mercato.

Anche nei suoi drammi ambientati nel mondo romano, non si trova la tipica caratterizzazione del mondo antico, perché c’è da parte dell’autore una differente interpretazione e di conseguenza anche una differente messa in scena. Infatti, c’era da parte sua anche molto scetticismo nei confronti dei modelli arcaici, secondo lui non sempre adatti alla consapevolezza della sua epoca. Fletcher è caratterizzato anche da una visione pessimistica della storia e dell’umanità. Molti di questi aspetti mostrano come il drammaturgo fosse un pensatore molto più acuto di quanto ritenuto dalle interpretazioni esterne nel corso del tempo. La ricerca e l’analisi di Lovascio.

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