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Restare a casa, ma vive. Anche la Sapienza sostiene la campagna del 1522

LA SAPIENZA SPOSA LA CAMPAGNA DEL 1522 : IL NUMERO GRATUITO DI SOSTEGNO PER LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA.

Restare a casa è questione di sopravvivenza. Ma non per tutti, o meglio, per tutte. In questo stato di emergenza le donne vittime di violenza vedono moltiplicarsi difficoltà e ostacoli per allontanarsi dalle mura domestiche e denunciare mariti e compagni che nell’oltre 80% dei casi sono i colpevoli di femminicidio. Dai dati del Telefono Rosa emerge “un vero e proprio crollo delle segnalazioni” che certamente non riflette una riduzione degli episodi di violenza di genere. Anzi inevitabilmente in quarantena, la coabitazione forzata determina un aumento dei rischi per l’incolumità delle donne che convivono con soggetti violenti, come testimoniato da numerose ong in Cina.

E’ allora vitale sfruttare ogni piattaforma mediatica per riorganizzare catene di sensibilizzazione e intervento che possano spezzare quelle di abusi e violenze, nonostante il distanziamento sociale imposto. A tal fine la nostra Università ha deciso di sposare la campagna promossa dal Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri segnalando il 1522, numero verde  attivo 24 ore su 24, su tutto il territorio nazionale sia da rete fissa che mobile, con un’accoglienza multilingue. In più è disponibile anche l’app 1522 che permette di chattare direttamente con un’operatrice senza dover telefonare, risultando per molte donne più riservato e sicuro. L’obiettivo del servizio è fornire un sostegno psicologico e giuridico, nonché di indicare strutture pubbliche e private locali a cui rivolgersi. Rincuora e incoraggia l’attivismo di molti movimenti femministi auto-organizzati che hanno aderito all’impegno ministeriale, riorganizzando pagine istagram e facebook per diffondere consigli concreti su come accedere in sicurezza ai servizi messi a disposizione dalle Istituzioni.

I percorsi di fuoriuscita dalla violenza sono delicate e complesse esperienze che si fondano su reti di solidarietà che non possono e non devono arrestarsi, soprattutto in queste settimane di isolamento. La lotta contro il fenomeno culturale del femminicidio deve reinventarsi attraverso nuove forme di mobilitazione e azione collettiva. Perciò condividiamo la campagna del ministero, rendiamo i nostri profili social canali di informazione attraverso i quali ogni donna che ne abbia bisogno possa avere piena conoscenza di mezzi e contatti per salvaguardare la propria vita.

Ogni donna vittima di violenza ha il diritto di sapere che una strada c’è e non sarà da sola.

Giulia Di Censi

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