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Cento Domeniche di Antonio Albanese riceve una Standing Ovation alla Festa del Cinema di Roma

Cento Domeniche - Festa del Cinema di Roma 2023

Cento Domeniche - Festa del Cinema di Roma 2023

RadioSapienza e Cinemonitor alla Festa di Roma con Alice nella Città

Cento Domeniche è il nuovo film di Antonio Albanese, che in questa occasione si cimenta in un ruolo drammatico e molto personale dato le sue origini legate al mondo operaio. Il film, presentato alla Festa del cinema di Roma 2023 nella sezione Grand Public, si è guadagnato una standing ovation alla prima con il cast in Sala Petrassi di Mercoledì 25 ottobre 2023.

Per la classe operaia non c’è Paradiso: Cento Domeniche di Antonio Albanese

Antonio Riva (Antonio Albanese) è un operaio messo in prepensionamento dall’azienda dove ha lavorato per 43 anni. Ha piccoli hobby, come giocare con la squadra di bocce dei colleghi, e desideri semplici, come il vedere il matrimonio della sua unica figlia Emilia (Liliana Bottone). Fin da quando era piccola, i due giocavano ad immaginare questo grande giorno, con Antonio che accompagnava la bambina ad un altare immaginario in mille modi e mille outfit. Alla notizia che finalmente quel giorno sta per diventare realtà, sembra che tutti i sogni e le speranze di una vita di lavoro stiano per arrivare a compimento.

Antonio è una persona semplice e generosa, benvoluto da tutti, si fida delle persone che conosce da una vita e delle istituzioni. Ama la madre anziana, che assiste con grande pazienza e affetto nonostante l’udito poco funzionante, ha un buon rapporto anche con l’ex moglie (Sandra Ceccarelli), rispetta il signor Carlo, il capo dell’azienda in cui ha lavorato una vita, amico con tutti i suoi colleghi e mentore verso i nuovi arrivati. Una vita semplice, tra birrette con gli amici, partite a bocce, assistenza alla madre, e una relazione segreta con una donna sposata.

In pochi giorni sulla quotidianità di Antonio sembra però addensarsi una nube, una nube di cui il protagonista si rende conto troppo tardi, dato il suo naturale istinto che lo porta a fidarsi delle persone. La banca dove ha affidato tutti i suoi risparmi sembra infatti avere dei problemi, ma tutti lo rassicurano sul fatto che alla fine non può succedere nulla di troppo grave, e Antonio quindi si fida, fino a quando le cose inizieranno rapidamente a precipitare. 

Cento Domeniche è un film drammatico che racconta la vita di quelli che Antonio Albanese definisce “i primi“, e che comunemente nel dibattito pubblico vengono chiamati “gli ultimi“, cosa che come ha rivelato nella conferenza stampa lo fa molto arrabbiare. 5milioni di operai e piccoli risparmiatori che in Italia sono dimenticati dal dibattito pubblico e che si ritrovano più che mai distanti dalla politica.

Se il cinema degli anni ’70, dai film di Elio Petri a quelli di Francesco Rosi, ne mettevano al centro le esperienze in alcune opere che sono ormai pietre miliari della storia italiana, Albanese ritorna sul tema aggiornandolo ai giorni nostri, ma evidenziando come quelle storie che una volta erano fondamentali per definire l’identità culturale e il dibattito pubblico italiano, oggi siano sostanzialmente dimenticate ed invisibili.

Un film necessario” lo definiscono Albanese e la produzione Palomar, in cui l’attore e comico italiano si mette in gioco come regista e interprete principale, riuscendo a convincere in entrambi i ruoli. La regia, semplice e diretta, è efficace e sensibile, lasciando spazio ai lunghi silenzi rabbiosi del protagonista e alle sue emozioni soffocate, sempre sul punto di esplodere improvvisamente, in quella che è una prova attoriale di alto livello. Grazie anche alla sua fama di attore comico, l’affetto e l’empatia per il personaggio di Antonio è quasi immediata, e rende ancora più forte l’immedesimazione con lui quando le cose iniziano ad andare male. 

Il finale, di forte impatto emotivo, è quello di una storia italiana disperata, di chi viene dimenticato dalle istituzioni, di chi viene lasciato indietro, di chi vede gli sforzi e i sacrifici di una vita a rischio per colpa della violenza del neoliberismo che non ammette paracaduti e in cui una firma sbagliata può condannare a morte. La storia di migliaia di famiglie italiane, la storia di un uomo che non voleva nient’altro che vedere il matrimonio di sua figlia. 

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