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Nuovi orientamenti nell’era dell’incertezza

Il 19 gennaio 2023 nell’edificio di lettere dell’Università La Sapienza di Roma si è tenuto il seminario nazionale della Società Italiana di Orientamento intitolato “Nuovi orientamenti nell’era dell’incertezza”.
Inizialmente il professor Piras, direttore del dipartimento di scienze dell’antichità, ha esordito raccontando la storia del museo di gessi in cui ha avuto luogo il seminario nella facoltà definita come la migliore al mondo nei ranking internazionali ed esprimendo il suo ringraziamento nel tenere questo seminario organizzato in collaborazione con l’Intergruppo parlamentare sull’orientamento, coordinato da Anna Laura Orrico, la CRUI e la Fondazione Golinelli con il presidente Andrea Zanotti.
Inizia quindi Alessandro Fusacchia, ex membro della Camera dei deputati della Repubblica Italiana dal 2018 al 2022, il quale ricapitola il contenuto dei primi due incontri tenutesi a Foggia e a Bologna.
Questo seminario ha la sua ragione nello iato creatosi tra l’aumento delle risorse economiche a disposizione della scuola e dell’università sul tema dell’orientamento e il gruppo traversale di parlamentari con cui, in una prospettiva sistemica, si ragiona sul migliore impiego delle risorse. In particolare l’obiettivo del seminario consiste nella ricerca di un orientamento strategico, che rappresenti una priorità per tutti e permetta agli addetti ai lavori di comunicare tra loro in uno spazio nuovo creato dal seminario stesso. Dai due seminari precedenti però ci sono stati dei cambi significativi: primo tra tutti il cambio di legislatura con il passaggio parlamentare, che ha causato la necessità di una ripresa del lavoro precedente da parte di nuovi e vecchi membri, poi il cambio della CRUI con un nuovo presidente Cuzzocrea e il nuovo delegato Ubertini.
Da ciò prosegue affermando la necessità della creazione di un perimetro comune e di un testo condiviso, ossia un manifesto, in cui vi sono una base valoriale, un’impostazione dell’orientamento e dei punti fermi comuni, derivati dal confronto vivo avvenuto nelle iniziative organizzate da questo gruppo.
Passa dunque la parola all’onorevole Anna Laura Orrico, la quale esprime la sua volontà di rendere effettiva la bozza del manifesto grazie al coordinamento istituzionale e con il confronto con gli stakeholders e l’intenzione di sottoposizione all’Intergruppo parlamentare della bozza del manifesto attraverso un ciclo di audizioni che coinvolga i ministeri principalmente chiamati in causa, istituzioni come la CRUI e i privati. L’obiettivo infatti consiste nell’adozione concreta del manifesto al quarto seminario, per delineare un’azione politica concreta, così da permettere al parlamento di svolgere un ruolo di collegamento tra istituzioni e provare ad attivare meccanismi virtuosi attraverso l’emanazione di un atto parlamentare adottato dal governo.
Segue poi un rappresentante della Fondazione Giolinelli, che esprime l’intenzione di investire con risorse private su un patrimonio che verrà poi restituito alla collettività, con l’obiettivo di portare l’eccellenza a tutti in una logica di collettività sociale e del paese e garantire la crescita e il futuro ai giovani.
Inizia dunque la discussione sul manifesto a partire dalla stesura della bozza, consistente nella stesura dei principi generali sposabili e trasversali indipendenti dalle nature dei soggetti in campo:
1 l’orientamento è considerato innanzitutto dal punto di vista del singolo, che affronta il proprio percorso di vita, attraverso l’autorealizzazione e la consapevolezza di sé;
2 l’importanza del tema dell’esperienza, da vivere sulla propria pelle, che permetta di maturare la propria scelta di vita nel lungo periodo;
3 la necessità di dialogo tra il mondo della formazione e l’esperienza, in quanto l’orientamento non riguarda una singola fase di vita dell’individuo ma la sua intera vita;
4 l’importanza dell’uguaglianza nella formazione sia per gli uomini sia per le donne nella società, considerato che l’autorealizzazione del singolo è un valore collettivo;
5 le scuole del settore pubblico e privato lavorano per dare la possibilità di autorealizzazione al singolo con un approccio olistico e pervasivo;
6 le istituzioni affidano la responsabilità della fase di crescita alla scuola e all’università ma è necessario che ci sia un dialogo tra tutti gli altri attori sociali (comprese le famiglie).
In seguito vengono disposte le priorità d’azione:
-riconoscere l’orientamento;
-implementare il riconoscimento;
-promuovere l’incontro tra scuole, università e organizzazioni;
-sostenere i format esistenti e nuovi;
-favorire l’informazione per conoscere il funzionamento delle istituzioni pubbliche con la responsabilità formale per il piano di orientamento;
-contribuire alla definizione del piano nazionale per l’orientamento;
-supportare i progetti;
-incentivare le persone alla missione dell’orientamento;
-favorire la nascita di meccanismi per lo sviluppo e l’eccellenza;
-allargare la rete di coalizione tra soggetti a sostegno del manifesto.
Interviene dunque la direttrice dell’Università La Sapienza di Roma Antonella Polimeri, la quale esprime l’importanza di trovare un punto d’incontro tra le intenzioni dei tre universi in campo e un coordinamento da parte di scuola e università.
Segue il dirigente della CRUI Salvatore Cuzzocrea, il quale afferma l’importanza di un incontro e una maggiore organizzazione tra la scuola e l’università. In particolare esprime la volontà da parte dell’università di potenziare l’orientamento, considerato un elemento cardine.
Poi interviene il delegato della CRUI Stefano Ubertini, il quale sostiene la necessità dell’università italiana di affermarsi come sistema, non come singolo ateneo, superando quindi i conflitti interni. L’obiettivo è dunque convincere i ragazzi che tipicamente non fanno l’università o abbandonano gli studi a laurearsi.
Dunque il consigliere della CRUI parla della necessità di una convergenza tra l’obiettivo e il suo raggiungimento da parte della scuola e dell’università contro la dispersione scolastica, che è collegato alle scelte fatte per accedere all’università o per intraprendere altre strade.
Queste possono essere:
-scelta semplice, abbandono;
-scelta implicita, percorsi di formazione che non portano a possedere delle competenze effettive;
-nessuna scelta, nessun percorso di formazione tra i 15-29 anni e nesssuna ricerca di lavoro.
La dispersione nel paese è complessa, diversa sia in base al genere sia in base ai diversi cicli scolastici.
In questo momento si ha l’opportunità di possedere delle risorse che non sono mai state impiegate così tanto nel mondo dell’istruzione e che impongono dei tempi urgenti.
Dunque bisogna fissare tre obiettivi nell’attività di orientamento:
1 la predisposizione di iniziative che aiutano il singolo alunno attraverso un percorso personalizzato per capire i propri desideri e le proprie propensioni (dalla Costituzione stessa è stabilito che lo Stato ha l’obbligo di favorire la possibilità di realizzazione degli obiettivi di un singolo in un certo campo);
2 favorire l’approccio ai saperi strategici, al di là delle differenze di genere, attraverso l’individuazione delle modalità migliori per favorire la scelta di certe materie;
3 coinvolgere le famiglie nell’individuazione di percorsi educativi che consentono l’iscrizione all’università e l’inserimento nel mondo del lavoro.
Questi possono essere tradotti nella fissazione di dei punti chiave:
– la creazione di dei moduli di orientamento di 30 ore curriculari previsti per 4/5 anno delle superiori, successivamente allargate al 3 anno, con ulteriore allargamento anche alle classi precedenti nei tempi extracurriculari, che è necessario estendere e inserire in un percorso più organico e continuo;
-la creazione di un tutor scolastico aziendale, necessario per il collegamento con l’università nelle attività delle classi terminali;
-la creazione di una carta d’identità digitale che contiene tutte le attività formative e le esperienze di scuola-lavoro che lo studente fa nel corso della carriera scolastica con un atto conclusivo, che consiste in un lavoro pratico in cui il giovane può sintetizzare le sue aspirazioni e il suo talento, dando una propria rappresentazione all’esterno.
Sulla base di questi punti dunque è necessario realizzare un attività di orientamento nella scuola e nell’università per il mondo lavoro nel prossimo triennio.
Infine l’onorevole Anna Laura Orrico afferma la necessità di considerare tre elementi fondamentali, spesso sottovalutati:
1 l’analisi del contesto, da cui non si può prescindere per occuparsi e preoccuparsi a livello politico e istituzionale dell’orientamento e di come si interseca con la formazione dello studente, con una lotta alla diseguaglianza nel nostro paese che deve rientrare nel piano nazionale sull’orientamento;
2 l’utilizzo dello strumento dei campus formativi non solo nelle istituzioni deputate alla formazione ma anche nelle imprese, le quali sono interessate a investire nella formazione dei giovani sulle competenze di cui hanno bisogno, con l’obiettivo di trovare un punto d’incontro con il mondo del lavoro ed evitare la disoccupazione;
3 comprende in che modo il digitale e le nuove tecnologie possono entrare nel percorso sull’orientamento.

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