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L’informazione culturale al tempo dei nuovi media

Qual è lo stato di salute dell’informazione culturale oggi? Quale piattaforma conta di più nelle scelte di consumo? Che ruolo ha svolto la rete nel processo di fruizione culturale? Questi sono solo alcuni dei quesiti che hanno trovato risposta nell’approfondito e coinvolgente dibattito tenutosi giovedì 28 aprile al Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale di Via Salaria, in occasione del seminario intitolato “I nuovi scenari dell’informazione culturale”.

Ospiti dell’evento Lella Mazzoli, docente di Sociologia della Comunicazione all’Università di Urbino Carlo Bo, e Giorgio Zanchini, giornalista della Rai e conduttore radiofonico, entrambi autori del libro “Info Cult”, da cui si è preso spunto per ampliare il discorso sull’informazione culturale nel nostro paese. Efficaci ed esplicativi anche gli interventi del giornalista e critico letterario Piero Dorfles, che ha curato la prefazione del libro in questione, di Francesco Giorgino, conduttore del Tg1, e di Michele Mirabella, conduttore del programma Rai Elisir.

L’introduzione di Mario Morcellini, direttore del Dipartimento Coris, ha aperto la strada a quelle che sono state le dense riflessioni successive. Si parte infatti dal libro Infocult, descritto come “una vera enciclopedia dei nuovi mondi della comunicazione”, che i giornalisti e i professionisti dell’informazione dovrebbero conoscere ampiamente, per riflettere poi sul dislivello culturale che affligge oggi la società italiana. Il problema nasce dal fatto che “l’informazione non riesce a diventare cultura e la cultura non riesce ad essere veicolata tramite l’informazione”, come afferma lo stesso Morcellini.

Ma cos’è in fondo la cultura? “Per cultura di può intendere la vita stessa”, ha dichiarato Mirabella. Lella Mazzoli ha invece offerto su questo tema un focus preciso, raccontando di una cultura come benessere, che produce progresso, e quindi di una cultura come bene comunitario, non individuale. “Nell’informazione culturale la dimensione relazionale e partecipativa è centrale”, ha affermato, “ma bisogna ricordare che il linguaggio utilizzato per parlare di cultura è spesso poco accattivante per i giovani e le tematiche culturali sono mal raccontate”.

L’obiettivo principale per i giornalisti che affrontano temi legati alla cultura dovrebbe essere quindi quello di riuscire a raccontare il patrimonio culturale nel migliore dei modi, per attrarre e coinvolgere un pubblico sempre maggiore, in uno spazio, quello della rete, che oggi è sempre più mobile e polifunzionale.

Nel panorama odierno l’informazione è senza dubbio cambiata profondamente anche a causa delle diverse dinamiche produttive e di consumo che si sono create negli ultimi anni, come ha ricordato Francesco Giorgino. Siamo passati dall’utopia dell’informazione per tutti all’utopia dell’informazione da parte di tutti, e questo ha portato a una decontestualizzazione dei contenuti. “La grande sfida è trasformare in conoscenza l’eccesso di informazione”, ha dichiarato il conduttore del Tg1, ripercorrendo quello che è stato il passaggio storico dall’elzeviro al cosiddetto formato rosa. “Quello che ci serve oggi è un’informazione che costruisca l’identità, garantendo il passato, il presente e il futuro”.

Stesse riflessioni per Giorgio Zanchini, che ha inoltre ricordato quanto sia importante che un giornalista culturale aiuti il pubblico di massa a smascherare i nuovi poteri e a leggere la rete, aggiungendo un punto focale su cui bisogna riflettere: “Dire che siamo informati non basta, bisogna dire anche su cosa siamo informati”.

Piero Dorfles ha infine offerto una sua approfondita visione sulla questione, parlando in particolare di progressione di culture divergenti e facendo riferimento ai due modelli di cultura, quella alta e quella bassa, che nel nostro paese non sono state “mescolate” nella maniera corretta. Io al giorno d’oggi non trovo l’autorevolezza di nessuno che possa convincermi a leggere un libro ad esempio”, ha affermato.

Non ci può essere una trasmissione di cultura se non c’è un mediatore autorevole”. Ed è sicuramente questo il problema fondamentale che ci troviamo ad affrontare oggi in Italia. La sfida è quindi quella di mettere in moto progetti di comunicazione adeguati al ricco patrimonio culturale a disposizione del nostro paese e sperare in un allargamento delle attenzioni del pubblico verso il panorama informativo legato alla cultura.

Intervista a Mario Morcellini:

      Mario Morcellini

Intervista a Lella Mazzoli:

      Mazzoli

Intervista a Piero Dorfles:

      Dorfles

Intervista a Francesco Giorgino:

      Giorgino

Marzia Diana

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