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A lezione con Stephen Gundle: la lettura in chiave storica televisiva delle “Signorine buonasera”

Lezione-evento Stephen Gundle e Mihaela Gavrila

Lunedì 6 marzo presso l’Aula magna del Dipartimento Coris si è tenuta la lezione-evento con Stephen Gundle, docente di Film and television Studies all’Università di Warwick, in Inghilterra.

Il titolo della lezione-evento è ‘La prospettiva storica nello studio delle industrie mediali. Focus on “Le signorine buonasera” e le prime stagioni della tv‘.

Il professor Gundle ha affrontato il fenomeno delle “signorine buonasera” inquadrandolo in una prospettiva storica. Dapprima ha affrontato il tema delle donne e della loro visibilità sui rotocalchi prima dell’avvento della televisione. Pian piano la società recepisce la crescente visibilità delle donne, anche se una parte considerevole della popolazione rimane scettica e perplessa di fronte al nuovo ruolo che la televisione affida alla donna.

In seguito, la riflessione di Gundle assume una prospettiva comparata evidenziando come il fenomeno delle “signorine buonasera” sia analogo in Francia (“les speakerines”) e in Inghilterra (“BBC announcers”).

La lezione prosegue con il focus sul caso italiano che presenta alcune peculiarità: innanzitutto la maggior quantità di donne che ricoprono il ruolo di annunciatrici rispetto agli altri paesi europei. Ciò è dovuto a un motivo pratico: al contrario di Francia e Inghilterra dove si trasmetteva rispettivamente da Parigi e Londra, in Italia vi erano diversi studi televisivi sparsi per la penisola. Questa varietà è rimasta poi anche quando le trasmissioni sono state unificate.

Un altro elemento di divergenza è la scomparsa di questo ruolo a partire dagli anni Ottanta, mentre in Italia il fenomeno si esaurisce solo nel 2016. Mentre ciò che accomuna l’esperienza italiana a quella francese e inglese è il concorso pubblico che determinava l’assunzione come annunciatrici.

Gundle passa in rassegna alcune delle caratteristiche delle Signorine buonasera descritte come delle «vestali del teleschermo»: si truccavano e vestivano da sole e arrivavano già preparate dinanzi alla telecamera. L’età media era di 24 anni, mentre il modello che seguivano doveva essere quello della maestra e della sorella ma non quello della star hollywoodiana. Dunque dovevano essere visibili ma non vistose, avere buon gusto ed essere eleganti.

In conclusione, Gundle riflette sul successo delle annunciatrici nel nostro Paese. Le “signorine buonasera” sono entrate nell’immaginario collettivo degli italiani. Il loro successo consente di comprendere i cambiamenti della nostra televisione ma anche la resistenza a determinate evoluzioni che in altri Paesi erano già realtà: ad esempio in Inghilterra la prima conduttrice del telegiornale si avrà nei primi anni Sessanta mentre in Italia solo nel 1982 con Tiziana Ferrario. Dunque il passaggio che ha visto le donne protagoniste non solo per la loro bellezza ma anche per la loro bravura c’è stato ma molto più tardi rispetto alle altre esperienze europee.

 

L’intera lezione è disponibile sul nostro canale Youtube

https://youtu.be/SDP6w32H-XQ

Foto e riprese a cura di Cristina Accardi

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