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“La Brexit e la Costituzione britannica”: la presentazione del nuovo libro di Claudio Martinelli

Ieri, mercoledì 3 maggio, si è tenuta la presentazione del volume di Claudio Martinelli “La Brexit e la costituzione britannica. Come e perché il Regno Unito è uscito dall’Unione Europea” presso la sala Lauree dell’Edificio di Scienze Politiche dell’università.

Il seminario, introdotto da Giulia Caravale e moderato da Francesco Clementi, entrambi docenti presso La Sapienza, ha visto la presenza e gli interventi di Cristina Fasone, professoressa presso LUISS Guido Carlo, Claudio Martinelli, Università degli Studi di Milano Bicocca nonché autore del libro, e Federico Savastano, Università La Sapienza.

La discussione ha cercato di mettere in chiaro il complesso processo che ha portato il Regno Unito alla definitiva uscita dall’Unione Europea, considerandolo principalmente in chiave diacronica, dalle origini della questione fino ad oggi.

Il volume è stato subito definito come “incredibilmente realistico” dal moderatore che ha spiegato come, considerando la tradizione isolazionista che da sempre accompagna il Regno Unito, l’autore cerca di descrivere, in una prospettiva storica, gli elementi di continuità e di discontinuità di questo processo concluso con la Brexit.

“Una ricostruzione attenta”, ha affermato la professoressa Caravale, introducendo il volume, che fornisce al lettore gli elementi chiave per esaminare, in prospettiva, ciò che è successo. Diversi sono gli argomenti, tratti dal libro, che la professoressa ha evidenziato mettendo in luce quanto questo processo di transizione abbia avuto un forte impatto su ogni aspetto della vita politica, sociale ed economica del Regno Unito e di come, soprattutto in questo periodo, si evinca un sentimento di rammarico della popolazione tale da portare all’indizione di una petizione pubblica, con raccolta di oltre 150mila firme, per chiedere al governo di organizzare un’inchiesta sull’impatto reale della Brexit sull’economia britannica.

La Brexit viene definita in primo luogo come “political tabù” in quanto, dopo esser stata per anni al centro dell’agenda politica, si ha la necessità di andare avanti, di considerare la Brexit come conclusa sebbene essa abbia importanti e continue conseguenze ancora oggi. Considerata inoltre “constitutional moment” per l’impatto costituzionale che ne è conseguito, data la non rigidità dell’ordinamento britannico che, essendo non scritto ma concretizzato attraverso il processo storico in documenti, consuetudini e tradizioni, si evolve in relazione agli accadimenti.

La professoressa ha inoltre sottolineato come oggi, il Regno Unito, stia vivendo un periodo di instabilità e di crisi che non può essere collegato solo alla Brexit, come solitamente si tende a pensare, ma che ha radici ben più lontane che possiamo far risalire al 2007, quando il governo Brown iniziò a creare un terreno fertile per il distacco dall’UE.

“Il volume contribuisce a smantellare una serie di luoghi comuni”, ha affermato la docente Fasone, che nel tempo sembrano essersi radicati nella convinzione non solo britannica ma anche europea; primo fra tutti l’idea che la Brexit sia stata frutto di una scelta istintiva e dissennata dell’Ex Primo ministro David Cameron o che l’uso del referendum sia una novità nel panorama britannico. Esso, infatti, ha numerosi precedenti come strumento di lotta politica per le istituzioni rappresentative.

Il professore Savastano fa invece riflettere su quanto, ciò che è avvenuto nel Regno Unito, possa insegnarci quanto grande e imponente sia l’impatto di un tale cambiamento non solo nella vita politica ma anche nella quotidianità del singolo cittadino e come, analizzando le proposte politiche del tempo, nessuno si sia fatto portavoce di una proposta di dietro front sul tema Brexit, un cambio di rotta anche solo per cercare di avvicinarsi a coloro rimasti scontenti da questo cambiamento perchè “cavalcare l’onda della sconfitta a volte paga”. Questo perché nel Regno Unito non esistono più euroentusiasti, è una categoria ormai estinta nel Paese, ma solo europeisti o “mercatisti”, cittadini che accettano il mercato comune ma nulla in più.

L’ultimo intervento, quello dell’autore del volume Claudio Martinelli, cerca di rispondere a quelle che sono state le domande e spunti di riflessione degli altri docenti. Aprirsi ad una dimensione storica, secondo il docente, scavando nelle tradizioni e negli usi di un Paese, è fondamentale per capire gli avvenimenti moderni, “Sono bravissimo nelle previsioni ma solo se le guardo nel passato”. La Brexit inevitabilmente è considerata un Constitutional moment visto che, da sempre, il rapporto con l’Europa è stato cruciale per il Regno Unito a partire dal 1973, dall’entrata del Paese nell’Unione. Inoltre, per capire a pieno il processo bisogna tenere a mente che il referendum nel Regno Unito, a differenza dell’Italia, non è un istituto costituzionale con anni di giurisprudenza alle spalle ma una prassi con solo dei precedenti nella storia del Paese.

Addentrarsi nella questione Brexit e cercare di snocciolare ogni aspetto e ogni criticità avvenute negli ultimi anni è un lavoro complesso ed eterogeneo che mette insieme una moltitudine di avvenimenti, ognuno dei quali con delle implicazioni politiche e giuridiche che non si limitano ad abbracciare solo il Regno Unito ma che diramano i loro effetti anche sulle altre nazioni, tra cui anche l’Italia.

Quali sono state queste conseguenze sul nostro Paese? E i giovani? In che modo hanno espresso il loro pensiero? Sono stati influenzati dai nuovi mezzi di comunicazione?

Lo chiediamo direttamente all’autore del libro.

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