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January miglior film, regia e attore protagonista alla Festa del cinema di Roma, il racconto di un giovane regista al tramonto della Unione Sovietica

Fonte: header profilo Twitter ufficiale Rome Film Fest

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Inizio anni 90, dopo la caduta del muro di Berlino l’Unione Sovietica sembra pian piano crollare su sé stessa mentre alcuni pezzi del gigantesco stato si dichiarano già indipendenti. Tra questi, il 4 maggio 1990 c’è la Lettonia. January, vincitore del premio al miglior film, miglior regia e miglior attore protagonista alla Festa del cinema di Roma, racconta la storia di un giovane studente di cinema e i suoi compagni nel gennaio del 1991, quando l’armata rossa entra a Vilnius con i carri armati. Un racconto di formazione che affronta il tema sociale, dell’amore per il cinema e molto personale, dato che il regista del film Viesturs Kairiss aveva all’epoca dell’invasione di Vilnius aveva 19 anni.

Jazis (Karlis Arnolds Avots) è un giovane aspirante regista, appassionato di Bergman, Tarkovskij e Jim Jarmusch. Con la sua piccola videocamera cerca di filmare ciò che ha attorno, dalla frenetica violenza dei militari in una situazione di tensione politica, alla lenta contemplazione del mare ghiacciato della Lettonia. Dopo essersi iscritto alla scuola di cinema conosce altri come lui, appassionati, artisti, ribelli, e soprattutto conosce Anna (Alise Danovska) con cui intraprende una relazione. 

January ricrea con dolcezza e nostalgia l’ambiente di questa scuola di cinema lettone, tra ribellione verso gli insegnanti e la loro impostazione teatrale, gelosie e competizione tra gli studenti, ma anche condivisione, fratellanza e sperimentazione, mostrando la semplicità e quotidianità della loro ricerca artistica in un contesto politico teso, violento e a tratti inquietante, in cui il cinema pian piano diventa non solo semplicemente un piacere disinteressato ma un necessario lavoro documentario per mostrare cosa realmente sta succedendo.

La scuola, la guerra, il cinema, l’amore: attraverso queste dimensioni Jazis scoprirà via via sè stesso, in un racconto di formazione che lo vedrà cambiare e crescere in fretta in un contesto sociale in cui l’innocenza e l’ingenuità dell’adolescenza sono impossibili. 

Il film, in formato quasi quadrato, utilizza spesso come occhio quello della videocamera dei ragazzi protagonisti, raccontandoci il mondo attraverso i loro occhi e la loro ricerca poetica, che con l’andare avanti del film sembra cambiare con il cambiamento della situazione sociale.

La colonna sonora post-punk, che alterna brani occidentali e in russo, è una continua scoperta e sempre perfettamente a tema con il contesto giovanile e sociale di quegli anni, mostrando anche come l’influenza culturale occidentale giungeva comunque nei paesi sovietici nonostante l’influenza della dittatura comunista.

Il finale, forte e con un messaggio importante, testimonia l’amore per il cinema e la sua importanza per ricordare. January è un film sulla memoria storica e personale che parte dalle memorie del regista per parlare con un racconto micro di un contesto macro e ricostruendo il difficile processo di costruzione dello stato lettone e la sua ricerca di indipendenza dall’influenza sovietica. Un film per ricordare, tra gli altri, il regista Juris Podnieks, uno dei  più promettenti registi lettoni, che morì quarantadue  anni nel 1992. Un film ben fatto e decisamente interessante per conoscere una storia e un contesto storico e sociale diverso dal nostro e che ci aiuta a capire anche il mondo di oggi.

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