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Il seminario “L’ecosistema giornalistico all’epoca della piattaformizzazione delle news” all’Università La Sapienza

Nel pomeriggio di giovedì 18 maggio 2023 si è tenuto al Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale (CoRiS) dell’Università di Roma La Sapienza, presso la sede di Via Salaria, il seminario dal titolo “L’ecosistema giornalistico all’epoca della piattaformizzazione delle news”. L’evento è stato organizzato in collaborazione con la rivista “Problemi dell’informazione”.

Il seminario ha visto la partecipazione di diversi ospiti, che hanno dato un contributo al tema in qualità di studiosi o di praticanti del giornalismo in Italia. A moderare i dibattiti sono stati il professor Christian Ruggiero di Sapienza Università di Roma, e il professor Luca Serafini dell’Università di Napoli “Federico II”.

Il convegno è stato aperto da Alberto Marinelli, Direttore del Dipartimento CoRiS, e da Carlo Sorrentino, Direttore della Rivista “Problemi dell’informazione”. L’argomento è stato introdotto discutendo a lungo sul ruolo del giornalismo e della trasmissione di informazioni al giorno d’oggi, offrendo una spunto di riflessione sulla metafora rispetto al termine “ecosistema”: “il ricorso a questa espressione ricopre il fatto che il riquadro che compone l’ecosistema non è così definito da poter essere analitici e precisi” – spiega Alberto Marinelli – “si parla di piattaformizzazione, che è oggi un termine mainstream. C’è un modello che è radicalmente differente da quello del passato: ad oggi la mediazione si basa su algoritmi e processi di datificazione. La visione della dinamica giornalistica di oggi non è univoca, è come se non si potesse avere una fotografia di tutto l’insieme, ma solo piccole fotografie di parti diverse, e il rischio di perdersi all’interno di esse è alto”. Conclude poi il suo discorso facendo notare come il sistema sia sempre in continua evoluzione, e sempre con ritmi più elevati: la fonte più accessibile ad oggi potrebbe forse considerarsi TikTok, due anni fa era Instragram e dodici anni fa Facebook; il cambiamento e l’evoluzione sembra sempre essere dietro la porta, e il giornalismo deve essere preparato ad ogni novità.

Successivamente, Carlo Sorrentino ha evidenziato come nell’analisi del giornalismo dei nostri giorni si stia provando a cercarne i confini. “Ci troviamo davanti a cambiamenti epocali nel giornalismo” – afferma Sorrentino – “Consumiamo singoli contenuti, ci chiamano ad una ristrutturazione dell’ecosistema totale: non siamo solo fruitori ma anche attori a diverso titolo e intensità.”. Ha poi sottolineato come il sistema produttivo sia in via di ridefinizione, guardando al giornalismo come costruttore di senso comune (e dunque di identità sociale) e aggiunge: “la frammentazione del sistema giornalistico rende questo principio assolutamente destrutturato”. Conclude infine con un ultimo principio cardine: il concetto di rilevanza. Trasformare i fatti in notizia: sì, ma quali? Su quale base un fatto viene ritenuto più rilevante di un altro? Si tratta di temi che vengono discussi ampiamente in ambito giornalistico.

Dopo i contributi d’apertura, si è aperta la tavola rotonda a cui hanno preso parte Bianca Arrighini, Co-Founder & CEO di Factanza Media, Anton Filippo Ferrari, giornalista di The Post Internazionale, Elisa Serafini, digital journalist e content creator, e Giovanni Tizian, giornalista dell’editoriale Domani. Il tema dell’incontro ha posto al centro della questione il nodo dell’evoluzione del giornalismo che, seguendo i tempi di oggi, la rapidità delle informazioni offerte agli utenti e i metodi di fruizione che più vengono preferiti, specie in digitale, si trova a doversi inserire in un contesto dalle dinamiche fortemente algoritmiche e adattarsi ad esso, senza però rinunciare alla sua vera essenza, quella di promotore di informazione trasparente e di qualità.

Bianca Arrighini, in collegamento, ha spiegato com’è nato il progetto di Factanza: ci si è resi conto che quasi nessuno, tra i giovani, leggeva più il giornale. L’informazione rischiava quasi di smettere di circolare tra i giovani se non si trovava un modo per venire incontro ad essi; “L’evoluzione tecnologica è andata a ritmi velocissimi e il gap generazionale comunicativo è diventato molto grande”, ha spiegato Bianca Arrighini. Ha poi portato l’esempio del caos mediatico avvenuto durante la pandemia Covid: “L’informazione ha iniziato a scorrere in modo rapido ma era necessario che fosse anche attendibile. Bisogna tornare ad un modello di giornalismo che possa portare le persone a fidarsi dell’informazione. Ad oggi il 70% di esse afferma di non fidarsi, ed è un numero estremamente elevato”.

A seguire, Giovanni Tizian ha parlato di finanziamento e modello business, discutendo in particolare il modello ibrido: questo, secondo Tizian, porterebbe i lettori a perdere fiducia nel giornale a cui si abbonano, perché l’abbonamento è “un modo di entrare in quella comunità, spendendo anche una cifra considerevole”, e se anche i non abbonati hanno poi la possibilità di leggere alcuni articoli, chi aveva precedentemente pagato può sentirsi tradito. Aggiunge poi che quello che stiamo vivendo è un momento molto basso nel mondo del giornalismo, non solo a livello di contenuto dell’informazione, ma anche perché vi è un’eccessiva precarietà di lavoro e un eccessivo uso dell’algoritmo che determina tutte le dinamiche giornalistiche.

Anton Filippo Ferrari ha fatto presente come con TPI abbiano svolto un percorso inverso rispetto alla maggioranza degli editoriali: iniziando dal web, sono passati anche al cartaceo solo in una fase successiva, con lo scopo di approfondire alcune tematiche. Tuttavia, afferma che il futuro è nel web; ma anche all’interno dei vari canali social il linguaggio è molto differente: si punta ad un diverso tipo di pubblico su Facebook rispetto ad Instagram ad esempio, perché il tipo di utenza è diverso, dunque il modo di comunicare cambia. Pertanto, una stessa notizia viene presentata in modo diverso (con testi più o meno sintetizzati e con uno specifico lavoro di grafici).

Infine, Elisa Serafini, in collegamento da Bangkok, ha offerto la propria chiave di lettura in qualità di giornalista indipendente che ha lavorato per diverse testate e che ha dunque avuto esperienze diverse nel campo, da Il Giorno a Torcha a Forbes. Ha sottolineato come ad oggi molto spesso i giornalisti accettino retribuzioni molto basse, vuoi per passione o per necessità. Quello del giornalismo è un mondo sempre più complesso e difficile, che si trova ad affrontare numerose sfide, che possono anche rivelarsi opportunità, a seconda di come vengono colte.

A conclusione dell’evento sono intervenuti in qualità di discussant Mauro Bomba da Sapienza Università di Roma, Giada Marino dall’Università degli Studi di Sassari, e Aida Picone da Sapienza Università di Roma.

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