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Il mito di Lamia

Quante volte da piccoli siamo stati intimoriti dai nostri genitori di presenze assurde e mostruose sotto il letto, nelle cantine o in fondo al pozzo. Tutto questo appartiene al folklore della nostra cultura, ormai secolare. Frutto della fantasia antica, o forse no. Tutto parte dall’antica Grecia…
Questo incipit serve per annunciare quanto è stato descritto nell’ambito dei Seminari di Letteratura greca Luigi Enrico Rossi, dal Professore dell’università di Siena, Tommaso Braccini, antropologo e filologo ellenista. Seminari che approfondiscono l’efficacia dei vari metodi di indagine applicati ai diversi problemi.
Durante l’incontro, avvenuto il 17 aprile alle ore 17, presso l’Aula Odeion del Museo dell’Arte Classica della facoltà di lettere in Sapienza, il professore si è imbattuto nel descrivere la figura mitologica di Lamia, immagine a metà tra una donna un animale, nota per i rapimenti di giovani fanciulli che successivamente divorava. Questo essere fiabesco è stata luogo di descrizione di filosofi e commediografi antichi, come Plutarco, grazie al quale sappiamo fosse l’amante del sovrano macedone Demetrio. Passavano così tanto tempo insieme che il popolo ha cominciato a chiamare il sovrano “Fiaba”, proprio perché l’amante Lamia risultava spesso protagonista di racconti destinati alla svago. Però, come il professore stesso ha tenuto a sottolineare, “la dimensione del folklore è stata esclusa dai letterati”, perché ritenuta non adatta o sinonimo di ignoranza. Di appartenenza a un retaggio culturale di chi non è stato istruito a scuola. Questo, ha fatto sì che le testimonianze scritte, o di altro tipo, non fossero così numerose, e quelle poche, di difficile credibilità e molto spesso screditate.
Nonostante ciò, si aggiunge un’ulteriore testimonianza importante, direttamente dal commediografo ateniese Aristofane, che approfondisce la figura di Lamia, descrivendola come l’amante di Zeus.
Descrive poi la gelosia di Era, che mossa dall’invidia, decide ucciderne i figli.  Questo è l’evento scatenante che fa trasformare Lamia un personaggio cattivo, poiché di reazione immola violenze mortali verso i figli degli altri, in modo che non fosse più solo lei a soffrire per la perdita della prole. Inoltre Era, sempre più cattiva, decide di toglierle anche il sonno non facendole più chiudere gli occhi, in modo che la sua sofferenza possa rimanere perenne dentro di lei.  Zeus però, ammaliato sempre di più dalla sua figura, rende i suoi occhi “smontabili”, in modo che potesse finalmente trovare riposo. Inoltre le dona la capacità di tramutarsi in tutto ciò che desidera. Secoli avanti, si arriva a testimonianze del tardo cinquecento del periodo barocco, in particolare dal letterato napoletano Giambattista Basile. Egli ha dato un contributo notevole per favole che ancora oggi vengono raccontate ai bambini, come “Cenerentola” o “Il gatto con gli stivali”. Si fa riferimento in particolare alla fiaba di “Petrosinella”. Ben nota ancora oggi, e oggetto anche di rivisitazione cinematografica da parte di grandi distributori come Disney; si narra di una donna incinta che, desiderosa di mangiare prezzemolo, viene rapita e tenuta prigioniera da un’orchessa. 
Lo studio del professore Braccini non si sofferma tanto sulla storia, che poi coincide abbastanza con quella dei fratelli Grimm, ma sul personaggio dell’orchessa, che molto probabilmente è ricollegabile a Lamia, in quanto spesso viene descritta con un’orchessa, dotata di un ottimo olfatto, seni lunghissimi e una lingua lunga. Quest’ultimo potrebbe aver alimentato l’origine della parola “lamina”. Questi aspetti accrescono a completare una femminilità distorta che spesso accompagna la figura fiabesca di Lamia, di cui esistono, seppur di non chiara veridicità, anche illustrazioni su anfore, dove si illustra una figura particolarmente contorta, o comunque non riconducibile alla figura umana, rincorrere bambini che si arrampicano su alberi. Importante è l’aspetto dell’immolarsi su alberi perché viene inoltre descritta come impedita nella salire su di essi e quindi le prede facilmente scappano da lei issandosi su arbusti.

L’intervento del professore è riuscito per porre chiarezza su argomenti che spesso si pensa provengano solamente da leggende antiche, quando in realtà sfumando la storia si riesce a scavarne l’origine.  Sicuramente adesso sapremo dare un nome al mostro che si nasconde sotto il nostro letto

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