In occasione del 32esimo anno dalla scomparsa di Ezio Tarantelli, la Facoltà di Economia lo ricorda attraverso l’evento “Dopo i Mille Giorni: le prospettive del mercato del lavoro e delle relazioni industriali”. Sono intervenuti accademici e professionisti del settore raccontando l’attualità delle sue intuizioni e forse, proprio per questo, è stato assassinato dalle Brigate Rosse. I suoi studi e le sue ricerche hanno contribuito ad accelerare lo sviluppo culturale del nostro paese.
Dopo i saluti istituzionali Giuseppe Ceccarone (Preside della Facoltà di Economia) e Maurizio Franzini (Direttore del CIRET) hanno aperto i lavori della tavola rotonda che ha avuto come tema principale il mercato del lavoro e la recente riforma. Il Jobs Act e le sue conseguenze sono state al centro di un dibattito stimolante che ha intercettato le tendenze in atto, nel settore. Una prima parte dedicata all’Industria 4.0 ed una seconda, al rapporto domanda-offerta.
L’eredità intellettuale tarantelliana prevede coraggio e anticonformismo. Nelle politiche economiche odierne ci sono alcuni aspetti da incrementare ed altri da scoprire. Partendo da una celebre frase di Steve Jobs,
“Non abbiamo assunto i nostri dipendenti per dirgli cosa fare piuttosto devono essere loro a dirci cosa fare”
Luisa Corazza (Università del Molise), studiosa diritto del lavoro, ha messo in luce degli elementi che denotano il cambiamento del rapporto datore di lavoro-dipendente; competenze e professionalizzazione; occupazione (dimensione del non lavoro). Alla base di esse, però, sembra esserci un fattore determinante. La condivisione delle esperienze rende l’attività lavorativa differente rispetto ai canoni tradizionali. Nonostante ciò, previsioni autorevoli dicono che entro il 2020 ci saranno più di 7 milioni di disoccupati. A questo punto tocca re-immaginare una società dove il lavoro non sarà un principio fondante. In tal senso, gli interventi di Marco Bentivoglio (FIM-Cisl) e Franco Martini (CGIL) seguono l’integrazione delle nuove tecnologie, all’interno delle aziende, e la valorizzazione delle capacità di progettazione. Identificando i rischi, si estendono le opportunità poiché accogliere le idee dell’altro non può fare altro che del bene al mercato. Inoltre, per creare e favorire la nascita di un pensiero e di una cultura economica innovativa bisogna comprendere che il lavoro dovrà essere redistribuito perché, con il tempo, diminuirà sempre di più. Tra gli argomenti trattati anche l’evoluzione del ruolo del sindacato, il welfare contrattuale o aziendale, la sopravvalutazione della burocrazia, gli ammortizzatori sociali nelle politiche passive e l’effettiva trasformazione per quanto riguarda l’occupazione. Al workshop, oltre ai già citati, hanno partecipato: Leonello Tronti (Università Roma Tre, CIRET); Giuseppe Croce (Sapienza, CIRET); Maurizio Del Conte (Anpal); Massimo Marchetti (Confindustria); Stefano Sacchi (Inapp).