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Giovani e tecnologia: in famiglia nonostante gli smartphone

      Intervista a Pierluigi Battista
      Intervista a Maria Rita Parsi

Giovedì 25 gennaio alle ore 15.30, si è svolto presso il Centro Congressi in via Salaria 113, l’incontro intitolato “In Famiglia, nonostante gli smartphone”. Bruno Mazzara, Direttore del Dipartimento CoRiS ha aperto il dibattito sul ruolo delle tecnologie nelle dinamiche intrafamiliari e, più in generale, nel vissuto esperienziale dei giovani che è stato arricchito da due prestigiose testimonianze, quella di Maria Rita Parsi, Psicoterapeuta, già membro del Comitato Onu per i diritti dei Fanciulli/e, attualmente Presidente Fondazione Fabbrica della Pace e Movimento Bambino Onlus, autrice di “Generazione H (Piemme, 2017)” e quella di Pierluigi Battista, editorialista del Corriere della Sera e autore di “A proposito di Marta. Le poche cose che ho capito di mia figlia (Mondadori, 2017)”. Sono intervenuti inoltre, in qualità di discussant, Roberto Faenza, regista e docente di cinema alla Sapienza e Geraldina Roberti, docente di Sociologia del consumo, Università degli Studi dell’Aquila, Ida Cortoni, docente di Digital education, CoRiS – Sapienza.

Maria Rita Parsi si è incentrata soprattutto sulla questione dell’educazione dei figli tramite l’informazione sul mondo della rete che dev’essere fornita ai genitori, in quanto molto spesso sono estranei ad esso e quindi non conoscono i pericoli di tale mondo. Solo tramite l’educazione e la guida da parte dei genitori, i figli potranno essere protetti e indirizzati ad un uso giusto e pacato della tecnologia. La psicoterapeuta ha ammesso che anche lei stessa era estranea alla dipendenza che può dare la tecnologia, ma è stata incentivata ad informarsi perché ha avuto un paziente di giovanissima età che ormai era diventato un Hikikomori. Ha continuato spiegando cos’è un Hikikomori, cioè una persona che si ritira dalla vita sociale per rinchiudersi in una virtuale, un fenomeno poco conosciuto in Italia, ma che si sta espandendo velocemente e che è già una patologia molto conosciuta nei paesi orientali più sviluppati. Dopo aver avuto questa esperienza, la psicoterapeuta si è messa in prima linea per combattere ed impedire la dipendenza da tecnologia.

Pierluigi Battista invece, essendo un editorialista, ha esposto il suo pensiero dalla prospettiva di un giornalista. Infatti ha affermato che nessun ragazzo sotto i trent’anni legge un giornale, ma conosce tantissime notizie perché le va a ricercare in rete. Ha precisato però che non tutta la carta stampata è morta, ma solo quella dei giornali, infatti i giovani leggono libri cartacei come i romanzi, che hanno appiglio sulle loro emozioni, in quanto ai giovani interessa poco il mondo della politica o molto spesso la stessa società, quindi vi è un cambiamento radicale dei giovani di oggi da quelli di cinquant’anni fa. I due illustri ospiti hanno avuto anche un acceso dibattito sulla questione dell’educazione alla tecnologia, frutto anche delle due professioni e di due vite ed esperienze diverse.

L’incontro ha rappresentato il primo appuntamento di “Co(r)RISpondenze”, un ciclo di seminari organizzato dal Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza Università di Roma in collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e contemporanea di Roma allo scopo di aprire una discussione pubblica su tematiche di ampio respiro ed impatto sulla cultura e la società contemporanea partendo da stimoli culturali forniti da opere e riflessioni di autori interni ed esterni all’accademia.

Alessandro Fersini

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