Il giornalista economico, ora direttore delle Relazioni esterne dell’Antitrust, Roberto Sommella ha pubblicato il libro “Euxit: Uscita di sicurezza per l’Europa”. Il saggio traccia le linee guida di ciò che doveva, è stata e dovrà essere l’Unione Europea.
In Fieg (Federazione Italiana Editori Giornali) è avvenuta la presentazione. Ha rappresentato un escamotage per incontrarsi e dialogare sulle condizioni di salute dell’Ue e sugli eventuali prossimi scenari. Erano presenti figure politiche di rilevanza nazionale ed estera. Ognuno è intervenuto mostrando un sincero apprezzamento per il lavoro svolto e per la capacità di affrontare un tema attuale e complesso. La volontà di essere europei, non più solo europeisti, ha messo in moto considerazioni interessanti tra cui quella di Roberto Garofali (Capo di gabinetto del Ministro dell’Economia): “Il progetto europeo ha garantito 60 anni di PACE e BENESSERE ma a beneficiarne è stata la REGIONE EUROPA mentre i singoli paesi hanno subito due shock epocali. La recessione economica e l’aumento dei flussi migratori. Bisognerebbe ritrovare la FIDUCIA dei cittadini con azioni di convergenza e flessibilità incentivante”.
Nelle cronache attuali si dà spazio ad opinioni variopinte e proprio con questo obiettivo nasce “Euxit”. Una sorta di sommario da cui leggere i pro e i contro dell’essere europei:
“Chi ha guadagnato di più dalla partecipazione all’Unione? Le statistiche dimostrano che ogni tedesco ha speso 1.034€ per l’Europa, gli italiani si sono fermati a 623 pro-capite mentre gli spagnoli hanno ricevuto a testa 335€, i polacchi 1.522€, i portoghesi 2.100€, la Grecia 2.960€ netti a cittadino ellenico. Passando, invece, alla ripartizione delle risorse strutturali comunitarie si scopre che cresce la percentuale di denaro spettante all’Europa centro-orientale (177,57 a 180,93 miliardi, +2,6%) rispetto all’Europa occidentale (169 miliardi a 140 attuali, -16%). Dunque, proprio nei paesi dell’Europa dell’Est dove si erigono nuovi muri contro i migranti e per questo qualcuno pensa alla minaccia di escluderli dall’Ue, i trasferimenti strutturali comunitari sono diventati più rilevanti, pesando ormai tra il 2 e il 3% del Pil e superando spesso gli investimenti diretti esteri”.
Il fiorire di sentimenti nazionalisti e antieuropei porta, però, con se un ragionamento ben più esteso. Il concetto di comunità è venuto meno perchè si è perso lo SPIRITO SOCIALE. Esso doveva essere alla base dell’Ue tuttavia non tutto è perduto. La solidarietà sociale, nel suo significato più puro, rivive nella “Gioventù Federalista Europea” e nelle parole utilizzate dal Tesoriere Nazionale, Antonio Argenziano. Accogliere il pensiero altrui senza rinnegare l’impegno e il lavoro costanti che comporta il sentirsi europei. Manifestare, credere, lottare per costruire un futuro migliore non dimenticandosi delle radici. L’Ue ha favorito l’emersione di progetti importanti come l’Erasmus (si festeggiano i 30 anni) e seguendo questo filone, l’Ambasciatore di Romania George Bologan <<ha scomodato>> intellettuali illustri da Hannah Arendt ad Altiero Spinelli per ribadire quanto parlare di Europa faccia bene per una buona diplomazia pubblica. Inoltre, a chi parla di un’Europa a 2 velocità ha risposto con un parallelismo calzante. In questo momento, l’Ue è come un motore a due tempi: poco rapida e inquinante. Perchè? Non ha avuto una visione d’insieme. Deve farsi PONTE e piuttosto che farsi percepire come problema deve diventare la soluzione.
“Viviamo in tempi bui. Saper agire nella sfera pubblica con coraggio per sbancare la paura”.
Hannah Arendt
Per Roberto Sommella, l’auspicio migliore resta la convocazione imminente di una Conferenza dei governi con 3 compiti: la redazione di una Costituzione Europea; maggiore potere al Parlamento europeo; la selezione diretta dell’elettorato nell’eleggere il Presidente della Commissione. In un’epoca digitale, i paesi non possono scontrarsi con regole e legislazioni antiche. I confini non sono ancora caduti poichè esistono occhi attenti a ciò che accade.