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Eccellenze Sapienza: Visita al Museo dell’Arte Classica

      Intervista a Marcello Barbanera

“La Sapienza” non si ferma mai: se proprio pochi giorni fa qualche fortunato studente ha potuto incontrare niente meno che Alberto Angela per il nostro museo di Archeologia, ieri, quello stesso museo è stato protagonista dell’incontro “Alla scoperta delle eccellenze Sapienza: visita al museo dell’arte Classica”. L’iniziativa infatti, lanciata il 22 gennaio 2018 con lo scopo di valorizzare il ricco patrimonio museale del nostro Ateneo, ci ha regalato in questa prima tappa del 14 febbraio, una vera e propria visita guidata al MAC: Museo di Arte Classica de “La Sapienza”. Ad aprire l’incontro la conferenza presentata da Antonello Folco Biagini (Presidente Fondazione Roma Sapienza) e il Magnifico rettore Eugenio Gaudio.

Marcello Barbanera ha poi tenuto una lezione sulla storia del museo, un tempo chiamato semplicemente “Gipsoteca”. Egli, direttore del museo e suo curatore a partire dal 1991, riuscì in quello stesso anno, ad ottenere i fondi per portare la collezione di statue di gesso al suo antico splendore e ad inaugurare ufficialmente il MAC.

Quello che oggi vediamo come un affascinante corridoio a più stanze dove ad ogni passo si ripercorre la storia della Grecia Antica immergendosi in un’atmosfera magica e senza tempo, è frutto di una lunga storia e di molte avventure. A partire dai primi anni dell’Unità d’Italia, infatti, verso il 1870, la riforma dell’istruzione del nuovo Regno sentì la necessità di costruire una cultura italiana che potesse appoggiarsi all’immenso patrimonio culturale antico e formare una nuova, preparata, classe dirigente. Venne quindi dato enorme rilievo alle materie umanistiche, tra queste archeologia. L’università della capitale acquistò quindi, ben presto statue di gesso, base dello studio archeologico in un tempo in cui viaggiare costava molto, le foto erano poche e costose e il gesso era il mezzo più funzionale per avvicinarsi alla conoscenza della scultura antica nelle sue tre dimensioni spaziali. La gipsoteca, voluta dal primo presidente del dipartimento di archeologia de “La Sapienza”, Emanuel Löwy, sarebbe così diventata la più grande collezione di gessi delle università d’Europa, un unicum. La storia di queste bellissime e delicate statue prosegue nel tempo: il suo valore era indiscutibile gioiello e venne arricchita continuamente soprattutto quando, con l’Esposizione Internazionale di Roma del 1911, atta a festeggiare il Cinquantesimo della Monarchia Italiana, molte statue di gesso vennero inviate nella capitale e in seguito donate all’Università. Anche Mussolini, come sappiamo ossessionato dal riferimento all’antichità classica, tenne molto ad arricchire la collezione che fece spostare nell’attuale dopo l’inaugurazione della città universitaria del 1935. La storia però insegna che il bello non sempre è riconosciuto; ecco quindi che l’esposizione di Marcello Barbanera si sofferma a mostrare, con proiezione di molte immagini, lo stato in cui anni di trascuratezza (dal dopo guerra agli anni ’80) ridussero le statue di gesso del nostro Ateneo. Sporcizia, polvere accumulata, erosione dell’acqua sulle opere: statue accatastate in un arrangiato magazzino.

Ebbene, grazie al nostro curatore e alla direzione dell’architetto Andrea Carandini si cominciò un vero e proprio studio del restauro delle statue di gesso: “Si sapeva bene come restaurare una statua in marmo, ma restaurare una statua di gesso era una cosa insolita”. Eppure l’impresa è riuscita e dal 2000 la Gipsoteca è ufficialmente un museo, gioiello del nostro Ateneo e punto di riferimento per manifestazioni culturali quali convegni, conferenze, certamina e, soprattutto, mostre. Quello che è lo scopo di Barbanera è infatti mantenere sempre attuale l’antico e di accostare a questo il moderno. Molte perciò sono le mostre che “La Sapienza” organizza nel museo di Arte Classica e sono piuttosto originali: da menzionare in particolare un’esposizione di gioielli in cui questi vennero fatti indossare alle statue delle ninfe e l’esposizione di arte contemporanea tramite la quale, grazie a luci colorate, venne data per un breve tempo, alle candide statue di gesso, la policromia dell’originale antico, senza che fossero in alcun modo danneggiate.

In chiusura, l’intera sala è stata accompagnata e guidata attraverso le molteplici opere del Museo. La voce, la passione e l’entusiasmo del Direttore Barbanera, hanno fatto da colonna sonora ad un luogo in cui il tempo sembra fermarsi e dove il contrasto fra i capolavori classici e gli studenti che vi ci studiano intorno, rende il Museo di Arte Classica un tesoro dal valore inestimabile.

“Alla scoperta delle eccellenze, visita ai musei Sapienza” vi invita ai successivi appuntamenti:

13 marzo visita al Museo di Fisica,

20 aprile visita all’Orto Botanico,

30 maggio al Museo di Storia della Medicina

18 giugno al Museo di Anatomia Comparata

Vanessa Munaò e Miriam Petrini

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