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Discussione sullo sviluppo economico al DIAG con Felice Lopresto

      Intervista a Felice Lopresto

Martedì 24 aprile, presso il Dipartimento di Ingegneria Informatica Automatica e Gestionale “Antonio Ruberti” (DIAG) della Sapienza, si è svolto un seminario sul libro “Introduzione critica ai temi dello sviluppo economico”, di Felice Lopresto.

L’obiettivo dell’evento è stato quello di stimolare un dibattito sulle principali tematiche dello sviluppo economico: in particolare il libero mercato, le politiche di austerity e l’inconsistenza delle previsioni economiche. Ciò è stato fatto anche tramite punti di vista e collegamenti interdisciplinari inusuali che hanno reso interessante la discussione, come l’etimologia della parola “economia”, il focus sul tema della fiducia e la persistenza delle disuguaglianze.

Il seminario ha avuto inizio con l’intervento di Angelica Zucconi, direttrice della biblioteca del DIAG. Oltre a portare i saluti del direttore del dipartimento, il prof. Alberto Marchetti Spaccamela, ha introdotto i punti focali del lavoro di Lopresto, tra i tanti: l’importanza di un’economia distributiva eticamente giusta, un benessere inclusivo e non concentrato, la dialettica continua tra bene comune e interessi personali, il ruolo del regolatore delle imposte e soprattutto il ruolo delle nuove generazioni, che hanno il compito di gestire le risorse diversamente rispetto al passato.

A seguire il momento centrale dell’incontro, ossia l’intervento di Felice Lopresto, ex dirigente presso il Ministero dello Sviluppo Economico. In un’ora di discorso, ha toccato argomenti collegati direttamente o meno col mondo dell’economia, tornando spesso alla sua pubblicazione – la quinta – uscita nel novembre del 2017 per Edizioni Efesto.

L’autore è partito da un excursus storico sull’etimologia della parola “economia”, in quanto si tratta di un significato che è cambiato nel corso del tempo. Nell’età antica, sia il greco oikos+nomos, “gestione (delle risorse) della casa”, che il sanscrito “legare assieme”, davano una connotazione etica e antropocentrica alla parola. Lo stravolgimento del suo significato avvenne nell’età moderna, con la rivoluzione copernicana, quando si cominciò a pensare ad una protezione delle risorse non tanto familiare quanto statale.

In questo ambito, si è manifestato sul finire dell’Ottocento un cambiamento ideologico sul valore del prodotto. Se prima corrispondeva al costo del lavoro, con l’avvento dell’utilitarismo è dato dall’utilità appunto percepita del prodotto.

Successivamente l’autore ha passato in rassegna tre grandi crisi che nella storia hanno caratterizzato le politiche economiche: la crisi in Francia nel XVIII secolo, la famosa crisi del ’29 e l’ultima depressione economica del 2007. In riguardo a quest’ultima, si è sottolineata la nocività delle politiche di austerity pensate per arginare la situazione, che hanno aumentato esponenzialmente l’impoverimento nell’Eurozona, in particolare in Grecia. Strettamente collegato alla crisi vi è l’elemento della sfiducia, una delle principali cause alla base di periodi recessivi.

Passaggio importante della discussione di Lopresto è stato poi un approfondimento sul legame a doppio filo tra uguaglianza e sviluppo economico. Partendo dal dato che nel mondo l’1% della popolazione possiede il 50% della ricchezza, l’autore ha analizzato l’uguaglianza sotto molti punti di vista. Sia il valore storico, in quanto si tratta di un tema dibattuto fin dalla Genesi, che quello normativo, come la presenza nell’articolo 3 della Costituzione, nei principi della Carta delle Nazioni Unite. Funzionale all’uguaglianza c’è anche il concetto di accordo, che rimanda al principio di una parità di trattamento, senza asimmetrie contrattuali a favore del datore di lavoro. Infine non è mancata un’analisi critica sulle politiche recenti, sia attuate che promesse (Flat tax, Jobs Act, Reddito di cittadinanza), viste come propedeutiche alla disuguaglianza, anziché il contrario. Per l’autore bisogna puntare maggiormente sull’attuazione di imposte progressive.

La parte finale del seminario ha visto un acceso dibattito tra gli studenti presenti tramite la moderatrice Cinzia Daraio, docente in Ingegneria Gestionale del DIAG. Tra i temi dibattuti la mercificazione del lavoro, le criticità del lavoro gratuito per fare Curriculum e le politiche di austerity.

Enrico Salvi

 

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