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In Aula Magna il Finissage della mostra Dis/Integration, parola d’ordine: inclusività

Si è svolto lo scorso mercoledì 26 gennaio il Finissage della mostra Dis/Integration, che ha portato i lavori degli artisti dei Laboratori della Comunità di Sant’Egidio all’interno della Città Universitaria. Nella stessa occasione sono state premiate anche le tesi di laurea, dottorato e specializzazione sui temi della disabilità.

L’evento, svoltosi presso l’Aula Magna del Rettorato, è stato aperto dalla Magnifica Rettrice Antonella Polimeni che ha posto in evidenza la necessità di un cambiamento culturale per creare un ambiente libero, aperto e inclusivo. Ha poi parlato della mostra che rappresenta un unicum nel contesto universitario nazionale e che va a confermare l’idea che l’università deve essere un luogo accessibile e inclusivo, al fine di prendersi cura della nostra società. 

Il successo di Dis/Integration è stato ribadito anche da Alessandro Zuccari, prorettore al Patrimonio artistico, storico e culturale della Sapienza, che ha colto l’occasione per leggere il plauso alla mostra fatto dal giornalista di Repubblica Filippo Ceccarelli. 

Al termine della prima parte dell’incontro, Caterina Lombardo ha premiato le tesi sul tema della disabilità, che attraversano molte delle discipline accademiche dei corsi dell’Ateneo. 

Dopo la consegna delle pergamene da parte della Magnifica Rettrice e la foto di rito con tutti i premiati, è stato proiettato il teaser video di “Tra le parole”, cortometraggio realizzato dal Laboratorio Audiovisivo Sapienza per la regia di Matteo Quarta, che racconta la disabilità attraverso gli occhi degli studenti che ci convivono ogni giorno. Il corto verrà trasmesso integralmente nel corso di un evento dedicato che si svolgerà in primavera.

Antonella Sbrilli e Claudio Sagliocco hanno aperto la seconda parte dell’evento, parlando del percorso geografico della mostra, che si sposterà nelle periferie romane, partendo dal Laboratorio Museo di Tor Bella Monaca

La parola è passata poi a César Meneghetti, uno dei collaboratori della mostra che, in collegamento dal Brasile, ha ringraziato per l’opportunità, raccontando in breve il percorso di collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio, iniziato ormai più di 10 anni fa.

Daniele Mencarelli, autore del libro “Tutto chiede salvezza” ha invece sottolineato come, anche tramite questa mostra, si stia riscoprendo il bisogno salvifico dell’arte, soprattutto nei “luoghi del dolore” come le comunità.

Il regista Francesco Bruni, riprendendo il tema di “Tutto chiede salvezza”, ha definito i disabili psichici come parafulmini del malessere sociale. Proprio da questo ragionamento è nata la serie Netflix ispirata al romanzo di Mencarelli, che sarà disponibile prossimamente.

La parola è poi passata alla curatrice d’arte Pia Candinas, che ha raccontato la realtà del Laboratorio d’arte di Sant’Egidio, focalizzandosi sulla storia dei pittori Sara e Vincenzo.

L’ultimo intervento è stato quello di Michele Colasanti, uno degli artisti che ha esposto le sue opere all’interno della mostra. Attraverso le sue parole, Michele ha saputo trasmettere ai presenti l’atmosfera e il clima che si respira all’interno del Laboratorio di Sant’Egidio e ha concluso dicendo che Dis/Integration esprime un messaggio forte: abbattere i muri e promuovere l’accoglienza e l’inclusività.

Al termine dell’incontro, tradotto simultaneamente in L.I.S., ha avuto luogo un flashmob nel piazzale del Rettorato davanti ai murales di Leonardo Crudi, Elia Novecento e Sibomana.

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