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L’alleanza tra scienza e umanesimo, frammenti di una cultura unitaria

Conferenza Biblioteca del Senato 27/28-11-2017

      Intervista ad Aldo Grasso
      Intervista a Simonetta Soldani

Scienza e Umanesimo:un’alleanza?”. È il titolo del convegno organizzato in Senato da Sergio Zavoli, presidente della Commissione per la Biblioteca e l’Archivio Storico di questo ramo del Parlamento. All’evento che si è tenuto in data 27 novembre e proseguirà anche il giorno successivo, vi partecipano studiosi di svariate discipline, per affrontare un tema antico, ma più che mai attuale.

Il pomeriggio prende il via con l’intervento introduttivo di Renato Parascandolo, che coordina la totalità del dibattito, dando una panoramica storica per contestualizzare l’argomento. “Dal 1911 con il Congresso Internazionale della Filosofia e lo scontro intellettuale fra Benedetto Croce e Federigo Enriques, nacque la disputa fra le cosiddette ‘due culture’”, spiega Parascandolo, la separazione fra la cultura degli umanisti (intellettuali, «luddisti» per natura) e quella degli scienziati («filosofi della natura»). Negli anni ’50 anche il chimico-romanziere inglese C.P.Snow, più volte citato durante la giornata, aveva denunciato il male prodotto da questa scissione, che di fatto rende la figura dell’individuo marginale all’interno della società.

Le voci di Simonetta Soldani, professoressa di Storia Contemporanea a Firenze, e Lucio Russo, fisico, filologo e storico della scienza, si concentrano principalmente sul ruolo della scuola e del sistema d’istruzione italiano. Dalla Riforma Gentile alla divisione tra licei e istituti tecnici, si giunge alla conclusione che solo attraverso la rottura del paradigma di subordinazione tra scienze della natura e scienze dell’uomo, come tra scienze teoriche-deduttive e scienze pratiche- induttive, si può progredire verso il ritorno ad un sapere generale.

Il discorso procede inevitabilmente verso l’analisi del ruolo dei social media nella formazione scolastica e universitaria, tematica affrontata dai successivi relatori: Mario Morcellini, Stefano Folli, Aldo Grasso, Laura Cerrocchi e Massimo Bernardini . Tutti concordano sull’evidente spinta delle masse alla disintermediazione, dovuta al senso di onnipotenza che la rete offre al singolo, così come insistono sul ruolo concreto del web sulla realtà spazio temporale, “una vita vissuta in un eterno presente” spiega Folli. In conclusione, si è detto che la rivoluzione digitale è stata un cambiamento epocale,che non solo ha inciso sull’economia e sui consumi, ma anche sulla cultura, oggi di tipo orizzontale, poiché la tecnologia racchiude in sé scienza e umanesimo, superando la scissione e concretizzando l’alleanza.

Federica Tuseo

(interviste a cura di Michele Antonelli)

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