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Alice nella città, incontro con il cast di Superluna: il terremoto raccontato con gli occhi delle bambine

Incontro cast di Superluna

RadioSapienza e Cinemonitor alla Festa di Roma con Alice nella Città

Tra i lungometraggi fuori concorso della 21ª edizione di Alice nella Città c’è Superluna del regista Federico Bondi. Il regista e le due co-protagoniste interpretate dalle giovanissime attrici Francesca Raffaone e Olivia La Terra Pirré si raccontano nell’incontro organizzato a Casa Alice, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma alla 18ª edizione della Festa del Cinema di Roma.

Superluna: il terremoto raccontato tramite le testimonianze dirette

Il terremoto non uccide, sono le case che crollano e uccidono”. Possono sembrare parole provocatorie, ma non sono altro che i pensieri spontanei di Viola (Francesca Raffone), una bambina di dieci anni, che vive la distruzione della sua piccola comunità a causa del sisma come un’opportunità per instaurare finalmente contatti umani, per esplorare, per andare alla ricerca dell’altro. Viola è il simbolo della voglia di vivere e di scoprire, nonostante tutto. 

È così che Superluna di Federico Bondi racconta gli eventi drammatici che hanno colpito il Centro Italia nel 2016. E lo fa con cognizione di causa, partendo proprio dalle testimonianze raccolte da bambini e docenti di una scuola elementare di Norcia, in Umbria. Ciò che più colpisce Bondi non sono le parole degli adulti, ma i racconti quasi fiabeschi dei bambini, che danno colore alla carta per poter esprimere le loro emozioni.

Molti di loro avevano tentato anche di dare un volto al terremoto attraverso segni, grafici, disegni. Ce ne fu uno in particolare che mi impressionò: era un palazzo quasi del tutto crollato. Era rimasto soltanto un muro della facciata principale di un rosso molto intenso. Fuori una famiglia integra: padre, madre e due bambini. E poi una finestra chiusa azzurrissima che sembrava un occhio”, racconta il regista. 

Proprio da quest’occhio azzurrissimo nasce l’idea di Superluna. Il punto di vista di Viola ci mostra la storia da una prospettiva diversa, meno drammatica, più speranzosa. È un inno al futuro. In un contesto di assenza totale persino dei beni di prima necessità, come lavarsi, Viola riscopre, insieme alla sua amica e coetanea Anna (Olivia La Terra Pirré), l’importanza dei rapporti umani e dell’ascolto. Le bambine si addentrano insieme in un mondo naturale mai esplorato prima, si perdono tra le sorprese del bosco e si lasciano andare alla spontaneità del gioco. Gli adulti, pieni di ansie e preoccupazioni, già scossi prima del verificarsi del sisma, riscoprono, grazie alla tenerezza delle bambine, l’arte dello stare insieme. Si raccolgono a chiacchierare e scherzare intorno al fuoco, mangiano insieme, fanno attenzione gli uni ai bisogni degli altri, ma soprattutto imparano ad ascoltare. Questa esperienza insegna loro quanto l’empatia e la vicinanza possano alleviare persino i peggiori stati d’animo, le peggiori disgrazie.

Superluna è anche un invito ad abbattere i muri invisibili ma sempre più alti tra le persone, ad alzare finalmente lo sguardo dai nostri telefoni e a rivolgerci alla luminosità del cielo. “Io ho amici con figli che non vogliono uscire, non vogliono misurarsi con gli altri. E invece qui abbiamo due bambine che non fanno altro che aprirsi agli altri, che inseguono l’altro, perché è l’unico modo per capirsi, conoscersi. Bisognerebbe recuperare questa dimensione dell’altro, dell’ascolto. E stare attenti, perché siamo così distratti dai dispositivi vari”, commenta Bondi.

Il tema della bivalenza della tecnologia, con aspetti positivi e negativi in continuo contrasto, è molto presente in scena. La sveglia di un telefono può aiutare il maresciallo (Adriano Chiaramida) a ricordarsi di prendere le sue medicine. Può anche abbattere la distanza tra madre e figlia, come nel caso di Viola e sua madre (Anna Bellato), ricoverata all’ospedale perché agli sgoccioli della gravidanza. Ma può anche essere terreno di brutte scoperte: è proprio tramite un cellulare che Viola scopre la relazione segreta del padre (Fabrizio Rongione) con un’altra donna. E dopo questa scoperta, Viola decide di rifugiarsi nel luogo per lei più accogliente, la natura. Questo sottolinea quanto a volte ciò che l’essere umano crea, come una casa, un telefono, possa essere anche la sua stessa condanna. Il telefono, una volta spento, ci lascia soli con noi stessi. La casa, che dovrebbe tenerci al sicuro, crolla. L’unica cosa che resta sono le persone. 

Come scrisse Kierkegaard, “la luna è la coscienza della terra”, ci osserva e ci accompagna lungo la nostra vita. Allo stesso modo, questa Superluna è un faro di speranza in un mondo buio e incerto.  

Giulia Pusceddu

 

Superluna: con lo sguardo al cielo

Una scossa può cambiarti la vita così come è successo alla comunità di Norcia, in Umbria, che è stata messa in ginocchio improvvisamente da un terremoto nel 2016.

Il regista Federico Bondi ha realizzato Superluna: un film che porta sulla pellicola una realtà importante, apparentemente drammatica, ma che vista da un’altra prospettiva diventa un grande insegnamento con qualche sfumatura di felicità. Egli dopo aver visto questa realtà anomala, ha deciso di riportarla sui grandi schermi grazie all’aiuto delle due protagoniste Viola (Francesca Raffone) e Anna (Olivia La Terra Pirré) ambientato a Isola Rotonda in Liguria.

Quando si sceglie di trarre temi così delicati, non è semplice riuscire ad avere il giusto equilibrio tra il dramma e l’allegria. Bondi è riuscito a creare questo capolavoro dove Francesca e Olivia non hanno avuto un copione da seguire, sono state libere di giocare ed esprimere nel modo più autentico possibile quelle che sarebbero le vite di Viola e di Anna, due semplici bambine di dieci anni. Scelta molto interessante, in quanto anche per i più grandi attori riuscire a creare una combo perfetta tra improvvisazione e recitazione non sempre risulta facile, ma grazie al duro lavoro il regista è riuscito a creare questa pellicola dalle mille sfaccettature.

Film ambientato in una situazione di difficoltà, perché diciamocelo: tutti noi ci troviamo spaesati alla sola idea di perdere il nostro “posto sicuro” eppure Bondi è riuscito a rappresentare questa realtà da un’altra prospettiva ovvero quella più spensierata e allegra che solo i bambini sanno cogliere. I grandi hanno quasi paura di stare all’aperto, mentre i bambini riescono a trovare nuovi stimoli e vivere questa nuova esperienza con grande entusiasmo; così come i grandi non vedono l’ora di ritornare a quello che era il loro quotidiano i bambini vorrebbero prolungare questo periodo di precarietà dove manca la scuola e, quasi, si convive con gli amici. Vivere tutti insieme, come una grande famiglia può spaventare ma anche insegnarci molto soprattutto ai giorni d’oggi dove tutti tendiamo ad essere individualisti. Vivere attraverso gli occhi dei bambini da quel tocco di leggerezza che noi adulti tendiamo sempre a sopprimere, quindi possiamo dire che è una gran fortuna visionare pellicole che aiutano a guardare il mondo a colori ricordandoci che non tutto è bianco o nero.

Durante la masterclass con il regista e le due protagoniste si poteva percepire l’affinità che si è creata in seguito a questo lavoro assieme. Ci sono stati raccontati i retroscena di questo film, quelle cose che spesso non si scoprono mai, e con immensa tenerezza la piccola Francesca ci ha raccontato la sua scena preferita per poi scoprire che è stata tagliata. Il cinema è anche questo, perché oltre il divertimento e la fama si ha bisogno di un costante impegno e tenacia. Olivia ci ha raccontato che una scena hanno dovuto rifarla per ben 24 volte e vedere due bambine così determinate e volenterose ci dà speranza per il futuro. Grande merito va anche al regista, e al resto dello staff, che ha saputo tirar fuori il meglio dalle due.

È stato molto bello vedere come l’amicizia tra le due protagoniste si è proiettata anche nel quotidiano, insegnando ai più grandi che quando si lavora in squadra è fondamentale aiutarsi e sostenersi a vicenda. 

Iohana Catalina Teiffer

 

Superluna: Tra le tende dopo il terremoto

Il giorno 20 Ottobre 2023, presso L’Auditorium Parco della Musica, si è tenuto l’incontro del film “Superluna”, diretto da Federico Bondi, che vede protagoniste le due giovani Francesca Raffone e Olivia La Terra.

“Tra le tende dopo il terremoto
i bambini giocano a palla avvelenata,
al mondo, ai quattro cantoni,
a guardie e ladri, la vita rimbalza
elastica, non vuole
altro che vivere.”

Citando Rodari, Bondi riassume in questa breve poesia il contenuto stesso di ciò che ha potuto vedere, vivere, ed infine rappresentare nel film: dopo essersi recato ad Urbino dopo il terremoto, è stato fortemente colpito, in particolar modo, dai disegni che i bambini terremotati facevano, come se cercassero di dare un volto al terremoto. Da lì è stato in parte ispirato per la realizzazione del film.

Per Francesca e Olivia, infatti, prendere parte al lavoro, è stato quasi un gioco, come doveva essere d’altronde, infatti non conoscevano la sceneggiatura: erano lasciate libere in modo tale da far emergere l’autenticità, la spontaneità e la naturalezza delle loro parole e delle loro azioni. Le stesse bambine, affermano che molte scene girate erano improvvisate al momento.

Nel film emerge fortemente il tentativo di recuperare la dimensione dell’altro, dell’ascolto, del confronto, il non avere mura, nel vero senso della parola: si è costretti a guardare in faccia chi si è, ad affrontare a viso aperto chi si ha vicino, come un condominio che apre tutte le sue porte sotto lo stesso cielo.

Particolare è, come appare anche nel titolo (Superluna) il riferimento alla luna e alla metafora dell’unicità dell’evento, che è visibile solo in alcuni momenti dell’anno, e che riunisce indubbiamente coloro che vorrebbero riuscire a vedere questo fenomeno. È una luna che guarda i personaggi, che li accompagna insieme alla notte, con tutte le sue fascinazioni. In una condizione così straordinaria, si presta attenzione a qualcosa, o a diverse cose, che non si vedono di solito, che passano inosservate.

Dichiara Bondi, si crea una comunità attorno al fuoco, si rialza dalle macerie degli edifici crollati, per darsi delle regole e cercare di convivere in serenità. È un terremoto che azzera i confini tra le persone, in cui si sta un pò “tutti sulla stessa barca”, tutti sotto lo stesso tetto, e si cerca di rimanere uniti il più possibile, nonostante le esigenze, i bisogni, le diversità di ciascuno, una comunità in cui vecchi, giovani, donne e bambini si ritrovano mano nella mano a lottare contro un nemico comune: la paura, la solitudine, l’abbandono.

La situazione estrema in cui i personaggi sono costretti a vivere per strada, richiama molto, in modo antitetico, la situazione vissuta durante la pandemia, in cui invece non si potevano abbandonare le proprie case. L’utilizzo stesso della parola “zona rossa” richiama un po’ quell’idea di costrizione in un certo spazio. Al contrario della pandemia, vi è qui una riscoperta dell’elemento natura, dell’aria aperta, del verde, della strada, del perdersi in un bosco, del costruire una casa sull’albero.

Nel film, intensa è la frase urlata da Olivia a Francesca,la terra comanda, non noi. Sono le case costruite dagli uomini che crollano, ed è per questo che Bondi afferma come nei boschi il terremoto non faccia danni, non crolli nulla: la terra che trema è un fenomeno della natura, siamo noi ad averla modificata per noi stessi, ma siamo e rimarremo sempre al suo comando.

Giulia Pace

 

Superluna: Un Terremoto Positivo?

Superluna, lungometraggio di Federico Bondi, è in concorso per Alice nella città. La storia che viene raccontata riguarda il terremoto catastrofico che ha stravolto il centro Italia tra il 2016 e il 2017, e in particolare la visione di due bambine Viola e Anna. 

Le persone sono state costrette a raccogliersi fuori dalle loro case, nelle strade e nelle stazioni di benzina, a dormire in auto e successivamente all’interno di tendoni. La comunità è crollata con l’avvento del terremoto e con il crollo delle case stesse, c’è disordine e paura nell’aria e gli adulti vogliono tornare alla tranquillità della quotidianità. Solo col tempo la comunità decide di rialzarsi, come riunendosi tutti in cerchio per vedere la superluna in cielo. La catastrofe appena subita regala fascinazioni della natura che generalmente si davano per scontate. 

Tra ciò che colpisce di più del film c’è sicuramente la questione che “il terremoto non uccide, ma sono le case che crollando, uccidono”, dice Bondi. Il pensiero conseguente a quest’ultimo è semplice; ciò che porta alle morti delle persone sono gli artifici dell’uomo. Ed è questo punto di vista che le due bambine colgono, sono spontanee nelle loro parole e nei loro pensieri, e non hanno paura, ma anzi gli danno da magiare, per far continuare questa situazione parallela e diversa dalla quotidianità che a loro piace molto di più rispetto alla vita monotona che vivevano prima, tanto da non avere il tempo di fare i compiti a casa per il divertimento. 

Superluna è un film che fa riflettere, e fa perdere l’equilibrio alla tradizionale considerazione che si ha del terremoto. Ci si allontana dalla totale negatività dell’unica visione che si conosceva, per arrivare ad un punto di vista probabilmente mai preso in considerazione, se non dai bambini che riescono a trasportarlo sul piano dell’innocenza e della semplicità

In conclusione il terremoto in sé e per sé non ha niente di negativo, ci si può chiedere quale sia il suo senso e magari perché ci sia tutta questa necessità di un movimento delle placche terrestri, ma rimane il fatto che porta ad una maggior connessione con la natura per farci anche uscire dalla quotidianità potenzialmente monotona.

Denia Prisco

 

Superluna: il terremoto e l’amicizia

Superluna è un film drammatico diretto dal regista Federico Bondi, presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Alice nella città, fuori concorso. Tratta di un terremoto che colpisce la comunità di Isolarotonda dove tutti i sopravvissuti cercano di stare insieme per aiutarsi a vicenda, dovendo affrontare diverse difficoltà. Tra di loro ci sono due bambine di dieci anni Viola e Anna, interpretate rispettivamente da Francesca Raffone e Olivia La Terra Pirré, che instaurano un rapporto d’amicizia, tema centrale della storia raccontata appunto dal loro punto di vista.

Il terremoto visto dai loro occhi non rappresenta una tragedia infatti una delle frasi dette da Viola è “Il terremoto non uccide, sono le case che crollano e uccidono”. Le bambine vivono questa esperienza come un’opportunità per stare a contatto con gli altri e con la natura, apprezzando ogni singolo momento ed elemento della natura, portando rispetto per ciò che le circonda.

Interessante è la presenza del sistema digitale, tramite il cellulare di Viola, che ha la funzione di documentare, raccontare e mantenere la vicinanza tra persone distanti. È evidente la fragilità dell’adulto che è preoccupato per il futuro incerto e scoraggiato dal fatto che tutti i sacrifici fatti in passato sono stati azzerati e l’ingenuità dei bambini che pensano di vivere un’avventura.

Il regista durante l’intervista del 20/10/2023 presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, racconta che dopo i diversi terremoti che hanno colpito il Centro Italia ha girato diverse scuole nelle quali ha intervistato insegnanti e bambini ed è rimasto molto colpito dalle risposte che davano i bambini e soprattutto dai disegni che rappresentavo per esprimere il terremoto e lo loro emozioni in relazione ad esso, da lì è nata l’idea di Superluna.

Bondi ha raccontato di essere rimasto colpito da Francesca e Olivia durante i provini a causa della loro spontaneità ed energia, della serietà che entrambe hanno avuto pur divertendosi e giocando insieme, infatti molte delle scene presenti sono state improvvisate.

Con il titolo “Superluna” Bondi suggerisce di spostare lo sguardo dal basso verso l’alto, di ritrovare una connessione con la natura e con quello che ci circonda e di non perdere mai la speranza.

È un film molto toccante in quanto nelle situazioni davvero tragiche bisognerebbe unire le forze per ricostruire ciò che è stato distrutto probabilmente anche a causa dell’uomo, ritrovando la parte pura del bambino che è dentro di noi.

Asia Nicole Lo Presti

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