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Il Marocco contro ogni radicalizzazione? Vietata vendita e produzione del burqa

In Marocco è stata vietata la vendita e la produzione di burqa (velo integrale). Da alcuni giorni circola la notizia sui quotidiani locali (e non) secondo quale il governo avrebbe deciso di prendere provvedimenti per ragioni di sicurezza nazionale vietando la commercializzazione del velo e vietandone anche la produzione. Secondo quanto riportato dai media marocchini il Ministero degli interni avrebbe diffuso una circolare in cui invita tutti i commercianti ad arrestare l’importazione, il confezionamento e la vendita del burqa in quanto usato dai malviventi per compiere azioni criminose. Tale circolare non riguarda il divieto di indossarlo, anche se il burqa non rappresenta un abito tipico del retaggio culturale marocchino.

All’indomani di un governo non ancora formato dal Primo Ministro Abdelilah Benkirane, leader del partito per lo sviluppo e la giustizia islamista (PJD) incaricato dal re, non poche sono state le polemiche scaturite in seguito all’ordinanza emessa dal Ministro degli interni, giudicata da alcuni come negazione della libertà di culto. In un paese in via di sviluppo come il Marocco tra tradizione e modernità e in seguito all’avanzamento dei processi di “occidentalizzazione” e secolarizzazione da un lato, e di tradizioni fortemente interrelate alle usanze tradizionali e alla religione che mira verso un islam moderato dall’altro, la questione del burqa ha certamente suscitato reazioni contrapposte. Immediate sono state le dichiarazioni riportate da Le Monde della deputata socialista Nouzha Skalli che considera il divieto di vendere e produrre burqa “Un passo importante per combattere l’estremismo religioso”. Il consiglio generale degli ‘ulema (sapienti) non ha lasciato nessuna dichiarazione riguardo il divieto di utilizzo del burqa.
Che differenza c’è tra burqa e niqab?
Prima di fare questa distinzione è necessario comprendere cos’è l’hijab e perché si indossa. Le differenze del velo islamico presente nel mondo musulmano sono dovute alle diverse correnti religiose nonché alle tradizioni del paese. Per hijab si intende comunemente un velo che copre il capo, e  molto diffuso nei paesi del nord Africa e del Medio Oriente che può essere di diversi colori. Nella tradizione coranica rappresenta un obbligo per le donne musulmane che devono indossare il velo per coprire e preservare la loro bellezza. Le scuole di pensiero sono divise riguardo l’interpretazione della parola velo nel Corano.
« E di’ alle credenti di abbassare i loro sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei loro ornamenti, se non quello che appare; di lasciar scendere il loro velo fin sul petto e non mostrare i loro ornamenti ad altri che ai loro mariti [..] »
(Sura XXIV:31)

Per niqab, invece, si intende Il velo integrale che copre il corpo della donna e che lascia scoperti solo gli occhi. Esistono due tipi di niqab, quello yemenita e quello saudita. Insieme al velo integrale in alcuni paesi è solito anche coprire le mani con appositi guanti. Il niqab è diffuso in Arabia Saudita, Yemen e nei paesi della penisola arabica e del nord Africa. È solitamente di colore nero.
Il burqa è la tipica veste usata dalle donne in Afghanistan e in Pakistan, composto da due vesti differenti: la prima è un velo (solitamente blu o nero) che ricopre tutto il capo e copregli occhi permettendo di vedere solamente attraverso una retina all’altezza degli occhi e che lascia gli occhi stessi scoperti, o che lascia scoperti occhi e bocca, coperta da una sorta di mascherina. Nel secondo caso si tratta del burqa integrale, tipicamente usato in Afghanistan che ricopre il capo e il corpo.

L’origine del burqa risale al 1890 quando venne imposto alle donne dei ceti superiori per non tentare gli uomini. Per un periodo venne vietato nei luoghi pubblici ma durante l’avanzata del regime teocratico dei talebani, venne imposto a tutte le donne afgane. L’uso del burqa è  comunque limitato ai territori della penisola arabica e non si estende nel Africa settentrionale.

Il divieto del burqa da alcuni giornali italiani è stata definita “la svolta laica” da altri la crescita del nuovo islam moderato e contro ogni estremismo. Negare in qualche modo la libertà di coscienza non produrrà altri estremismi? Il Marocco è sempre stato un paese molto tollerante con la presenza nel territorio di diverse professioni religiose, resta da comprendere se il divieto sia solo una questione di sicurezza oppure vi sia un desiderio di andare verso una laicizzazione del paese (cosa molto improbabile). Mentre gli oppositori del sistema monarchico troverebbero un pretesto per la nascita di una rivolta in nome di una libertà negata dallo Stato, per i Paesi europei questa decisione risulterebbe essere in qualche modo la nascita di un nuovo islam meno radicale.

 

Sara Abouabdillah