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L’Agcom richiama la Rai dopo l’intervista di Vespa al figlio di Totò Riina

 

Qualche settimana fa, Bruno Vespa ha invitato nel suo salotto di Porta a Porta il figlio di Totò Riina, Salvo, meglio conosciuto come il Capo dei Capi, dopo l’uscita del suo librodal titolo “Riina family life”.

A ventidue giorni dall’intervista, L’AgCom –  l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni – si fa sentire inviando lettera di richiamo alla televisione pubblica segnalando la “censurabile unilateralità di molte fasi dell’intervista, la quale ha pregiudicato la completezza delle informazioni”. Questo richiamo  è avvenuto soprattutto per una mancata professionalità da parte del giornalista Vespa, in quanto è stato poc sensibile verso i telespettatori e i familiari delle vittime di mafia. Nel frattempo, l’AgCom tende a precisare anche l’inefficienza della Rai nell’informazione del referendum del 17 aprile sulle trivelle, in quanto ha diffuso una campagna informativa inadeguata.

Vespa non aspetta a rispondere ed esprime il suo parere: “Resto profondamente sorpreso dal provvedimento dell’AgCom, che non ricordo essersi mai espressa con tanta clamorosa severità nei confronti di un’intervista televisiva. Nel doveroso rispetto che un giornalista del servizio pubblico radiotelevisivo deve all’Autorità di controllo, mi permetto, a titolo personale, di dissentire radicalmente dai giudizi espressi nel richiamo”. E continua:“ Ritengo che il telespettatore abbia capito perfettamente chi fosse l’intervistato, che le domande e le contestazioni fossero puntuali e non elusive e che le immagini delle stragi di Capaci e di via D’Amelio mostrate a Riina abbiano pienamente soddisfatto la richiamata completezza informativa. A nessun intervistatore di grandi mafiosi e grandi terroristi è stato obiettato che il programma avrebbe offeso la sensibilità delle vittime. Al contrario di quanto avvenuto in passato, il figlio di una vittima simbolica di Capaci era in studio proprio per testimoniare in diretta l’oltraggio subito dagli attentati ordinati dal padre di Riina. Rivendico fino in fondo, pertanto, di aver rispettato ancora una volta la deontologia professionale e la dignità della persona con lo scrupolo che da cinquant’anni caratterizza la mia attività giornalistica”.

Che Bruno Vespa inviti nel suo studio pregiudicati e serial killer non è cosa nuova, ma che l’Agcom arrivasse ad un richiamo, invitandolo ad adeguarsi per il futuro in modo rigoroso è stata davvero una sorpresa. Sarà stato forse la presentazione del libro di Riina Jr., in cui descrive un papà amorevole e sereno ad aver scatenato una bufera mediatica?

Ilaria Cerullo

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