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Lavorare nella comunicazione, le “Belle Storie” di chi ce l’ha fatta

Sono “belle storie” quelle che accomunano Tonia Cartolano, Daniela D’Uva, Eduardo Salierno e Marilea Biancorosso, ex-studenti di Scienze della Comunicazione che, con tanta determinazione, sono riusciti a trasformare la loro passione in lavoro.

Durante l’incontro “Belle storie. Lavorare nella comunicazione“, organizzato da SdC Network, introdotto dal prof. Carlo Sorrentino (Università di Firenze) e coordinato dal prof. Michele Sorice, i quattro professionisti hanno avuto modo di raccontare i loro percorsi e le loro storie professionali, fornendo consigli a tutti gli iscritti in “Scienze della Comunicazione”.

Tutti gli ospiti erano d’accordo nel dire che un aspetto molto importante nel mondo della comunicazione è “unire la pratica alla teoria universitaria”. «Il bagaglio di conoscenze, unito alla determinazione, alla passione e allo spirito di sacrificio – spiega Tonia Cartolano, giornalista di SKY – permette di scegliere il proprio lavoro con il cuore, non solo con la testa». Il corso in “Scienze della Comunicazione”, per la giornalista Sky, è stato molto formativo, perché le ha permesso di «trasformare le conoscenze dei libri in applicazioni concrete. E’ molto importante, dunque, unire alla teoria l’applicazione concreta delle competenze apprese. Ma – conclude – resta importante studiare bene, così da avere le basi teoriche utili per inserirsi nel mondo della comunicazione».

Daniela D’Uva, Responsabile Dip. Ricerca e Analisi di Endemol Shine Italy, conferma l’importanza dell’unire la pratica alla teoria, aggiungendo che Scienze della Comunicazione le ha «consentito di coltivare l’aspetto più importante nel mondo del lavoro nella comunicazione: l’interdisciplinarietà. In questo modo – prosegue – ho potuto dedicarmi ad approfondire le mie passioni, aldilà degli esami universitari. Resta comunque indispensabile laurearsi bene e non perdere mai di vista l’obiettivo».

L’incontro prosegue con la testimonianza di Eduardo Salierno, Brand Strategist: «SdC rappresenta un marchio nella storia della società italiana, perché ha consentito di mettere a sistema una serie di conoscenze relative ai diversi mestieri della comunicazione, che – ricorda Saliero – si apprendono non solo in teoria, ma anche “in bottega”». Poi, un consiglio a tutti gli iscritti a SdC: «Vivete l’università oltre le lezioni e le nozioni. Il corso vi dà strumenti culturali e cognitivi per affrontare il mondo del lavoro, ma la pratica laboratoriale rimane importantissima».

L’ultima testimonianza è stata quella di Marilea Biancorosso, Responsabile Comunicazione Digitale P&G Digital. «Scienze della Comunicazione – così la Resp. Comunicazione P&G – mi ha consentito di allenare una qualità molto importante in questo mondo: la creatività. In questo modo, ho avuto l’occasione di formarmi ogni giorno per essere sempre informata sui trend del momento e le innovazioni tecnologiche».
«Il percorso di studi – conclude, con un suggerimento agli studenti – non finisce quando vi laureate: bisogna non solo continuare a informarsi e ad allenare la creatività, ma anche ad imparare tutte quelle skills trasversali che vi daranno quel qualcosa in più».

Infine, il prof. Carlo Sorrentino ha concluso l’incontro sottolineando «l’insistenza di tutti gli ospiti nel vedere l’università non solo come un luogo dove andare a fare gli esami, ma come un luogo dove accadono tante cose, anche improbabile, e dove possono aprirsi tante opportunità».

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