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Voci dal Kurdistan, alla Sapienza arriva Zerocalcare

Foto di Sapienza Clandestina

      Intervista a Zerocalcare

Si è tenuto ieri presso l’aula Odeion della Facoltà di Lettere, gremita da quasi trecento ragazzi, l’incontro “Voci dal Kurdistan”, momento di approfondimento su quanto sta succedendo in Medio Oriente, narrato attraverso le voci di chi è stato ed è attualmente sul campo.

Organizzata da Sapienza Clandestina, collettivo universitario da anni impegnato nel nostro Ateneo, l’iniziativa si è aperta con la testimonianza telefonica di due studenti di Lettere, partiti per il Kurdistan con la delegazione nazionale di InfoAut, che hanno dato un quadro chiaro della delicata situazione attuale: le milizie del Rojava, regione autonoma democratica della Siria del nord, liberano Raqqa dall’ISIS, mentre la Turchia, la Siria e l’Iraq minacciano di invadere i territori curdi, nell’indifferenza quasi totale dei media occidentali.

Una storia fatta di difficoltà concrete, ma tanta voglia di costruire quella “utopia possibile” del Rojava, come l’ha definita Michele Rech, alias Zerocalcare, autore, tra gli altri, di Kobane Calling. Nel reportage in forma grafica – e nell’incontro di ieri – il fumettista romano ha raccontato i due viaggi da lui compiuti al confine tra Turchia e Siria, a pochi chilometri da Kobane, città simbolo dell’agognata indipendenza della regione e allora assediata dal sedicente Stato Islamico. Il Rojava di cui ci parla è il progetto già in parte attuato di una terra libera, fondata su spirito di Riconciliazione, pluralismo, partecipazione democratica, ecologia, istruzione e uguaglianza tra uomini e donne. La questione femminile è molto sentita, in una regione in cui le donne combattono in prima persona nell’YPJ, il corrispettivo femminile delle Unità di protezione popolare (Ypg): combattenti che diventano un modello per le ragazze, un appoggio per uscire da situazioni familiari opprimenti e per trovare uno spazio di tutela e indipendenza.

Presente all’evento anche un’esponente della Rete Kurdistan Italia, che ha illustrato alcune delle iniziative di solidarietà attive per portare sostegno concreto alle popolazioni in guerra: fondamentale il progetto di ricostruzione dell’ospedale di Tell-Temr, unico della regione e distrutto dai bombardamenti dell’ISIS. Per contribuire alle donazioni si può partecipare al crowdfunding della Onlus Mezzaluna Rossa Kurdistan, o acquistare il cd Una canzone per il Rojava, realizzato da artisti che a titolo gratuito hanno composto una canzone ispirandosi a testi e poesie curde. Si può inoltre partecipare alla raccolta di farmaci di prima necessità del Centro Culturale curdo Ararat, che collabora con la Staffetta sanitaria di Roma per Kobane.

Ma se sono importanti gli aiuti materiali, non lo è meno sensibilizzare l’opinione pubblica al progetto democratico del Rojava, che rischia di essere spazzato via adesso che la guerra volge al termine e ci si avvia alla spartizione della Siria da parte delle grandi potenze. Per questo sono importanti incontri di informazione come quello di ieri, tenutosi in una data fortemente simbolica: a cento anni dalla Rivoluzione d’Ottobre, il 7 novembre 2017 centinaia di giovani si sono trovati alla Sapienza per discutere di un’altra Rivoluzione, attualissima, quella del Rojava. Un filo rosso che unisce la storia, perché non si smetta mai di lottare per la libertà, di tutti, in qualsiasi tempo e in qualsiasi luogo.

Ludovica Marafini

(* Foto di Sapienza Clandestina)

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