RadioSapienza

Il Futuro Ascoltalo QUI. La radio ufficiale della Sapienza

C’era una volta la scuola italiana, dal 1848 a oggi

Da sinistra, Alessandra Laurenti, Fabrizio Dal Passo ed Elisabetta Davoli

      Intervista a Fabrizio Dalpasso

C’era una volta la scuola italiana.

Quella ottocentesca di Edmondo de Amicis fino alla “Buona Scuola” di Matteo Renzi. Nelle oltre trecentocinquanta pagine de “La scuola italiana. Le riforme del sistema scolastico dal 1848 a oggi“, Fabrizio Dal Passo, professore di Storia medievale, moderna e contemporanea a La Sapienza di Roma, e Alessandra Laurenti, insegnante di italiano all’estero, ripercorrono l’evoluzione amministrativa, normativa e politico-sociale della scuola italiana.

Parole asettiche, distaccate e professionali: in questi termini Elisabetta Davoli, dirigente al Ministero dell’Istruzione e autrice della prefazione, definisce il lavoro di Dal Passo e Laurenti, sottolineando la positività di una visione terza sugli eventi, che, grazie alla distanza temporale che intercorre tra questi e gli autori, risulta imparziale e priva di giudizi.

Il volume, nato dalla passione congiunta dei due autori nei confronti dei temi scolastici, è diviso in due sezioni e inizialmente analizza il percorso che la scuola italiana ha compito dal punto di vista normativo negli oltre 170 anni dallo Statuto Albertino fino ai giorni nostri, collegando e confrontando l’ordinamento e il sistema attuale, e recente, con quello di altri paesi europei e mondiali, riportando puntualmente i dati dell’OCSE. La seconda parte si concentra invece sull’analisi critica dell’inserimento in carriera e delle modalità di formazione dei docenti, che, pur essendo investiti della responsabilità di far nascere la coscienza critica nei cittadini, troppo spesso sono avviluppati in un sistema farraginoso, non meritocratico e di selezione sommaria. Nelle ultime pagine, gli autori concludono con una tagliente considerazione sulla situazione attuale, accendendo i riflettori sul discusso tema della fuga di cervelli e identificandone le cause principali nella mancata promozione delle eccellenze e nell’inesistente sostegno alle menti più brillanti durante il loro percorso di studio.

A queste pagine, i due autori affidano un messaggio: “Con l’impegno si ottengono cose inaspettate: coltivare con entusiasmo le proprie visioni porta al raggiungimento dei propri obbiettivi. Grazie alla volontà di bucare la cupola di un sistema in parte sbagliato si può arrivare gradualmente a cambiare il modo di fare e di pensare di una nazione intera”.

Eleonora Artese

(intervista di Carmen Baffi)