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Amministrare l’ambiente, sfida da vincere entro il 2030

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Amministrare l’ambiente: la sfida più urgente da affrontare entro il 2030.Questo il tema principale del seminario svoltosi presso la sede di Scienze Politiche della Sapienza, all’interno del ciclo di lezioni del Dottorato di ricerca in Diritto Pubblico, Comparato e Internazionale, dove è intervenuto il Direttore Generale per il clima e l’energia Renato Grimaldi.

L’evento è stato organizzato e fortemente voluto dal direttore del dipartimento di Scienze Politiche Luca Scuccimarra e la Prof.ssa Maria Vittoria Ferroni affinchè gli studenti del dottorato avessero l’opportunità di confrontare i loro studi teorici con la realtà dell’impianto giuridico che si sta sviluppando in questi anni in campo ambientale, mediante domande dirette al direttore Renato Grimaldi.

L’incipit è stato un excursus sull’ UE ETS (European Union Emissions Trading Scheme), il “Sistema europeo di scambio di quote di emissione di gas a effetto serra” provenienti dal settore industriale ad alta intensità energetica, che pone, come obbiettivo per il 2030 di ridurre le emissioni degli impianti che partecipano al sistema, del 43% rispetto la 2005; e quelle “non UE ETS” derivanti dalle città metropolitane e dall’uso domestico.

Dalle direttive eruopee si è passati a delineare l’attuale situazione nostrana che non è tra le più rosee, come riporta l’utimo rapporto sulla qualità dell’aria dell’Agenzia UE, nel quale emerge che ben 3,7 milioni di cittadini italiani abitano in aree, pricipalmente nel nord, dove vengono regolarmente superati i limiti dei principali inquinanti aerei (Pm10, biossido di azoto e ozono); altro triste dato si riscontra sul numero di morti premature dove siamo secondi solo alla Germania.

Passando al meridione, l’inquinamento da diossina degli impianti ILVA non poteva non essere menzionato, permettendo di introdurre l’altro focus del seminario:il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030. La bozza, consegnata a gennaio 2018, si era scontrata con diverse preplessità da parte della Commissione Europea, motivo per cui, per la prima volta in Italia, si è creato una gabinetto intraministeriale condiviso. La versione definitiva, previo vaglio dell’Europa, deve essere adottata entro la fine dell’anno e si struttura in 5 linee d’intervento: dalla decarbonizzazione all’efficienza e sicurezza energetica, passando attraverso lo sviluppo del mercato interno dell’energia, della ricerca, dell’innovazione e della competitività.

Il direttore generale afferma che la situazione Italiana è estremamente complessa e che per risolverla, almeno per quanto riguarda le tematiche ambientali, le chiavi saranno il gradualismo e la “laicità”. La prima permette di dare garanzia di concretezza, mentre la seconda è un incitamento per le istituzioni ad intraprendere piani di efficientamento ambientale a lungo termine piuttosto che attuare interventi a breve termine, più contingenti che longimiranti.

L’Italia ha grandi aspettative economiche e sociali nella valorizzazione ambientale perchè dispone di ricchezze uniche e irripetibili rispetto al resto d’Europa e del mondo. Con questo messaggio positivo si è concluso il seminario “Amministrare l’ambiente” e con l’invito agli studenti e a tutta la cittadinanza ed essere partecipi, anche attraverso le iniziative e le call organizzate dal Ministero dell ‘Ambiete e della tutela del territirio e del mare, consultabili sul sito.