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La commedia attica: contesti, forme, fortuna

Venerdì 17 febbraio si è svolto il secondo appuntamento dei seminari Luigi Enrico Rossi (che è stato un grecista e filologo italiano), dedicati quest’anno alla commedia attica. L’incontro si è focalizzato sulla tecnica drammaturgica di Aristofane e in particolare sull’uso dell’ekklyklema, una macchina scenica costituita da una piattaforma munita di ruote. Il seminario è stato tenuto da Maria Grazia Bonanno, professore emerito presso l’Università di Roma “Tor Vergata” trattando “L’ekkyklema di Aristofane quale dispositivo paratragico: una rivisitazione”. Sono state proposte anche due relazioni su temi legati al rapporto tra commedia e politica, tenute rispettivamente da Maurizio Sonnino della “Sapienza” con “Ricostruire e capovolgere la democrazia in Aristofane: verità paradigmatiche e stravolgimenti ‘carnevaleschi’ ” e da Cristina Pace di “Tor Vergata”con “Euboulìa negli Acarnesi di Aristofane”. I seminari proseguiranno con altri quattro appuntamenti distribuiti tra marzo e maggio.

La commedia, come la tragedia, era collegata, sia nelle sue origini, sia nelle circostanze delle rappresentazioni, con feste e riti religiosi e  si presentava come uno spettacolo misto di poesia, musica, canto e danza, eseguito da attori e da coreuti (chi eseguiva passi di  danza cantando o recitando) che portavano la maschera. Di Aristofane (445-385 circa a.C.) ci sono state tramandate undici commedie (Acarnesi, Cavalieri, Nuvole, Vespe, Pace, Uccelli, Lisistrata, Tesmoforiazùse, Rane, Ecclesiazùse, Pluto), i cui argomenti sono strettamente connessi con l’attualità politica ateniese. Al centro degli interessi del poeta e del suo pubblico sono, infatti, le vicende ed i problemi dell’Atene contemporanea: la guerra del Peloponneso, che contrappose Atene a Sparta per quasi trent’anni  (431-402 a. C.: appunto in questo periodo fu rappresentata la maggior parte delle commedie di Aristofane che conserviamo); gli scontri fra il partito della guerra e quello della pace; i mali e i pericoli della demagogia; la corruzione e il malcostume dominanti nella vita politica e giudiziaria; i rischi di degenerazione morale insiti nel nuovo programma educativo proposto dal movimento sofistico.

La potente carica fantastica ed espressiva di Aristofane è al servizio del suo impegno civile che si manifesta – secondo i moduli propri del genere comico – nella ridicolizzazione degli avversari (gruppi di potere, correnti d’opinione, singoli individui), attaccati con tutte le armi dell’aggressione comica: la satira pungente, la caricatura grottesca, il sarcasmo feroce, la beffa, l’invettiva, il dileggio e anche l’insulto personale: l’abitudine di attaccare violentemente e direttamente singole persone, chiamandole per nome, era tipica, appunto, della commedia antica; Aristofane segue questo uso, così come ricorre volentieri al turpiloquio, allo scherzo becero, al doppio senso osceno.

In questo convegno ssono stati analizzati  aspetti di Aristofane, dal perchè un poeta fa determinate scelte, al messaggio che vuole trasmettere. Si è riproposto  un contesto di filologia associato alla storia, ovvero un modo per capire, ad esempio, in quel periodo storico a cosa serviva l’ekklyklema, macchina scenica di cui ha parlato Maria Grazia Bonanno. La professoressa spiega che nella parte comica del poeta c’è comunque un distacco intellettuale, mentre nel tragico c’è proprio l’immedesimarsi, perchè il comico teme di svelare i meccanismi del teatro stesso.

Il professor Sonnino ci spiega che quando Aristofane mette in scena delle donne che prendono il potere non c’è alcun messaggio femminista, c’è solo il gusto di portare sulla scena un qualcosa che è l’esatto capovolgimento della normalità, visto che le donne per i greci non prendevano il controllo della situazione.

Mentre la professoressa Cristina Pace ci spiega il concetto di eubolia, ossia l’abilità nel parlare e non in senso morale o etico come abitudine a fare il bene e fuggire il male morale. Virtù essenziale per chi governa, visto che è la facoltà della giusta scelta, lenta e meditata per prendere le decisioni più corrette.

Qui di seguito le interviste a:

Professoressa Cristina Pace

      Cristina Pace

Professoressa Maria Grazia Bonanno

      Maria Grazia Bonanno

Professore Maurizio Sonnino

      Maurizio Sonnino

Lucia Artieri

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