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Ritorna alla Sapienza “Obiettivo5”: due giorni dedicati alla parità di genere

Obiettivo5 Sapienza

In Aula, Giovanni Viafora, Gino Cecchettin e Barbara Stefanelli.

Durante la mattina del 7 marzo ho seguito la prima delle due giornate evento “Obiettivo 5”. L’obiettivo a cui si fa riferimento è il quinto, ovvero il raggiungimento della parità di genere stabilito tra i principali da raggiungere nella Agenda 2030 stabilita dall’Unione Europea.

L’evento è iniziato con Laura Penitenti, nota docente di neuroscienze, che ha tenuto un intervento illuminante sul tema “Neuroscienze e pregiudizi”. In un auditorium affollato, ha incanalato l’attenzione del pubblico verso domande fondamentali: “Chi sono io?” e “Perchè la mia vita deve essere così faticosa?”.

Attraverso il suo lavoro come executive coach, Penitenti promuove la consapevolezza individuale e l’esplorazione delle risorse interne. “Faccio questo lavoro per contribuire all’evoluzione della specie”, ha dichiarato, sottolineando l’importanza di piantare un seme nella coscienza di ognuno. L’intervento ha affrontato l’origine dei pregiudizi, spiegando come derivino principalmente dall’educazione e servano a semplificare il processo di categorizzazione nel cervello. Un video mostrato durante la presentazione ha dimostrato come ciò che percepiamo possa essere influenzato dalle nostre aspettative.

La Dott.ssa ha evidenziato l’importanza di comprendere il funzionamento del cervello, sottolineando che, sebbene sia un eccellente “soldato”, non dovremmo affidargli la guida delle nostre vite. Invece, propone di dare ascolto al cuore, definendolo un “GPS” interiore che può condurci verso una percezione più autentica della realtà.

Intervista alla magistrata Gabriella Luccioli

In un’intervista esclusiva, la dottoranda Flavia Fiorentino ha dialogato con la magistrata Gabriella Luccioli. Che ha raccontato la sua storia, caratterizzata da una forte determinazione. Luccioli, unica donna a Roma che superò il primo concorso aperto a tutti, sfidò anche il soffitto di cristallo presente in ambienti giudiziari. Nel suo libro “Diario di una giudice”, condivide nel dettaglio le sfide e i trionfi della sua carriera. Luccioli non dà consigli, ma sottolinea che con impegno si può raggiungere il successo. Pur notando un aumento delle magistrature femminili, ha tenuto a rimarcare l’importanza di mantenere alta la guardia sui diritti, poiché nulla è garantito per sempre. 

Perchè tocca a tutti e tutte?

Barbara Stefanelli, vicedirettrice del Corriere della Sera, ha inaugurato la terza edizione di “Obiettivo 5” con un sentito ringraziamento ai partecipanti, definendoli protagonisti dell’evento. Ha criticato l’inerzia di un Paese che ostacola i cambiamenti e un modello di business che ci polarizza. Ha evidenziato il pericolo del femminismo brandizzato che fa sentire le donne due volte inadeguate. Danda Santini, direttrice responsabile di IO Donna e Style Piccoli, ha sottolineato di essere presenti come cittadini e genitori, mentre Valeria Manieri, cofounder di Le Contemporanee, ha riconosciuto di imparare ogni anno dai partecipanti. Tutti hanno riflettuto sul significato di essere europei e sull’importanza dei diritti e della libertà. Hanno concluso affermando che non saranno le vittorie o le sconfitte a definirli, ma i compromessi.

In collegamento, Emma Bonino, in aula, Gianluca Gagliano e Alessandra Arachi.

Emma Bonino in collegamento

Durante l’intervento online dal titolo “Perché tocca a tutti e tutte”, Gianluca Gagliano, rappresentante degli studenti, ha sottolineato il ruolo cruciale dei giovani nel combattere la violenza di genere. Ha poi citato l’iniziativa “Ora tocca a noi” di Emma Bonino, evidenziando la necessità di azione collettiva. In risposta Bonino ha concordato sulla responsabilità sia degli uomini che delle donne nell’affrontare il problema. Non ha mancato l’occasione di evidenziare la carenza di case protette nel paese. Gagliano ha proposto l’utilizzo di un giornale cartaceo per contrastare la velocità delle informazioni digitali e ha lanciato l’hashtag #oratoccaanoi per dire basta alla violenza sui social media. Entrambi hanno concluso sottolineando il ruolo determinante dei giovani nel plasmare il futuro e nel contrastare la violenza di genere.

Cara Giulia, che cosa abbiamo imparato

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In Aula, Giovanni Viafora, Gino Cecchettin e Barbara Stefanelli.

Gino Cecchettin, padre di Giulia, ha tenuto un commovente intervento dal titolo “Cara Giulia, che cosa abbiamo imparato”, moderato da Barbara Stefanelli e Giovanni Viafora. Ha ricordato Giulia come una ragazza straordinaria, scrivendo un libro per mantenerne viva la memoria, esplorando gli ultimi giorni della sua vita e riflettendo sull’importanza di cogliere i momenti preziosi con i propri figli. Ha condiviso il dolore per non aver compreso alcuni segnali di disagio della figlia e ha sottolineato l’importanza di una comunicazione aperta e di un ruolo genitoriale più attivo. Ci sono state poi delle domande del pubblico, in cui Cecchettin ha affrontato il tema del dolore causato dai sogni in cui gli appariva Giulia e ha espresso gratitudine per il sostegno ricevuto. Ha poi discusso delle sfide affrontate come genitore e della necessità di risorse adeguate per le forze dell’ordine nel contrastare la violenza di genere. Ha condiviso il suo percorso di comprensione del patriarcato e ha espresso solidarietà ai genitori dell’aggressore. Infine, ha raccontato un incontro con un parroco prima del funerale di sua figlia. Sostanzialmente quest’ultimo lo aveva invitato ad una camminata in montagna. Sono partiti a valle con molta nebbia, per poi arrivare alla cima in cui si scorgeva il sole. Il messaggio che l’uomo di chiesa ha voluto dare a Gino è quello di continuare sempre ad andare avanti, poco alla volta, godendosi ogni tappa del percorso.