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Imperi paralleli: Vaticano e Stati Uniti, due secoli di alleanze e conflitto.

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Venerdì 20 novembre presso l’aula degli Organi collegiali del Rettorato si è svolta la presentazione, a cura dell’associazione  NoiSapienza Alumni è stata lieta di presentare, del libro gli “Imperi paralleli. Vaticano e Stati Uniti: due secoli di alleanza e conflitto” di Massimo Franco, illustre giornalista e editorialista del Corriere della Sera. L’evento si inserisce nel ciclo dell’iniziativa “Cenacolo della Sapienza” ideata da Gianluca Senatore e Luigi Tivelli.

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Massimo Franco, attraverso fonti archivistiche inedite, racconta, ripercorrendo con stile e maestria – cosa non facile nel mondo della comunicazione odierno,perseguitato dal dilettantismo – i diversi periodi storici segnati dapprima da scandali e tormentati poi dalle alleanze, dei rapporti fra Stati Uniti e Vaticano, due realtà così diverse, eppure così legate da infiniti fili geopolitici e religiosi.

Il volume collega Washington con la Roma contemporanea di papa Francesco passando per quella di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Franco illustra la bipolarità culturale, a poco meno dai cent’anni dalla dichiarazione d’Indipendenza Americana.

L’America, secondo quanto dice l’autore, non poteva e ne doveva compromettersi con un potere che profumava di incenso ma soporattutto che era concentrato nei difetti della vecchia Europa. Per parlare di un primo e vero approccio diplomatico tra i due imperi, bisogna aspettare che si scrivino le pagine più nere della storia europea. Con la 2° guerra mondiale l’America aveva bisogno di un orecchio a Roma, nel cuore dell’alleanza nazifascista. In quel periodo storico, il Vaticano indossava le vesti di interlocutore e si proponeva di rassicurare la sicurezza e la pace europea, per contrastare la minaccia nazista prima e comunista dopo. Tutto questo però non era sufficiente a bloccare il disgelo tra le due potenze, rimaneva infatti, il dilagante antipapismo americano. Solo il pericolo rosso e la paura del comunismo alle porte dell’Europa posero in secondo piano i sentimenti contrastanti della società statunitense.

Dopo la descrizione attenta dei rapporti tra il presidente cattolico Kennedy e il Vaticano, si arriva al raggiungimento degli obiettivi comuni tra i due stati con Reagan, se pur su piani diversi le guerre sante di Ronald Wilson Reagan e Giovanni Paolo II consistevano e coincidevano in una sconfitta definitiva del comunismo. Da quel momento in poi, le voci provenienti dal Vaticano e dagli Stati Uniti si influenzano considerevolmente, aumentandone l’impatto sul piano militare. Tuttavia le loro voci tutt’oggi, spesso rimangono inascoltate.

Hanno preso parte all’incontro cariche di spicco del mondo culturale, istituzionale e imprenditoriale, quali Giovanni Maria Vian, studioso di storia della chiesa e docente universitario, Lucio Caracciolo, giornalista e saggista, considerato uno dei maggiori esperti italiani di geopolitica, Paolo Messa, editorialista delle testate Formiche.net ed Airpress, Lorenzo Leuzzi, vescovo cattolico, e PierFerdinando Casini, leader dell’Unione dei Democratici Cristiani di Centro, UDC.

Eugenio Gaudio il magnifico rettore dell’ateneo universitario La Sapienza, dopo un’introduzione ai lavori di Gianluca Senatore, ha spiegato le modalità con cui i due paralleli hanno saputo intessere nei secoli gli equilibri dipolmatici. Ha fornito tra l’altro una metafora per descriverli definendoli “due corridori sulla pista che si guardano, si scrutano, cercano di interrogarsi l’un l’altro sulle prossime mosse, corrono su una stessa pista, forse inseguendo una stessa meta, vivono un rapporto parallelo senza mai incontrarsi, perchè consapevoli della reciproca esistenza e dei reciproci valori”.

Mons. Lorenzo Leuzzi ha invitato i numerosi spettatori che affollano l’aula degli Organi Collegiali del Rettorato alla lettura del volume e a compiere riflessioni concrete e non astrazioni, riportando di fatto una frase di papa Francesco. Questo libro, per il vescovo, rappresenta un’occasione per rilanciare e rimotivarci in un impegno di elaborazione culturale che non deve essere data per scontato, ma deve essere ricercata continuamente.

Lucio Caracciolo nel suo intervento considera il libro di Franco come uno di quei libri da avere sempre a portata di mano, perchè offre una visione unica di quello che è questo strano rapporto tra un impero americano, terrestre e delimitato e quello cattolico, spirituale e universale. Crede inoltre, che seppur le parallele convergano e quache volta divergano generalmente, visto il clima creatosi i due soggetti non possano ignorarsi. Pone poi un accento sull’avvento di Papa Francesco e afferma che la chiesa cattolica cambia posizione a seconda di chi la guidi.

A seguire, Giovanni Maria Vian ricorda innanzitutto il rapporto di amicizia che lo lega da quasi quarant’anni con l’autore del libro. Si focalizza dopo sulla questione dell’anticattolicesimo statutinitense precedentemente accenata da Caracciolo.

Paolo Messa invece, spende due parole sul tema della politica estera intrapresa dal Santo Padre Francesco. Ed afferma in disaccordo con alcuni dei presenti sul fatto il papa si mantiene in parallelo a tutti gli altri imperi. Ribadisce anche il grande ruolo che riveste la segreteria pontificia di convergenza con le Nazioni Unite.

A seguire Pierferdinando Casini consiglia prima di leggere e poi di dibattere le pagine del volume. Dice che il libro è interessante perchè appunto l’autore analizza con abilità critiche anche fasi diverse . Concorda inoltre con Vian e osserva che Stati Uniti e Vaticano sono poteri paralleli perchè diversi, essi si avvicinano e distanziano alternativamente rispetto alle grandi questioni che ci sono sul tappeto. Casini sottolinea il perchè resta ferma ed invariata l’impostazione di ricerca della pace e la panoramica unilaterale, nonostante cambino le visioni dei pontefici. E dedica gran parte del suo intervento al pontificato del Papa buono Wojtyla.

Conclude e chiude l’incontro Massimo Franco, esplicitando le ragioni per cui i rapporti tra Vaticano e Stati Uniti sono cambiati. Il giornalista ammette che con questo papato è finita la posizione di ridendita dell’occidente. Per lo scrittore la prima grande rottura non è stato il Papa della megalopoli Argentina anzi lui, è il prodotto delle dimissioni del Papa Emirito Benedetto XVI.

Marisa Del Prete

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