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Convegno a Villa Mirafiori: minori stranieri non accompagnati e Cpia

Nella giornata di mercoledì 31 gennaio, presso l’aula I di Villa Mirafiori, si è tenuto il convegno nazionale “Minori stranieri non accompagnati e Cpia. Orientamenti e materiali, strumenti e strategie per l’inclusione nel sistema scolastico e la formazione degli insegnanti”.

L’evento inizia con i saluti e la presentazione dei vari relatori che interverranno durante il convegno. Successivamente Tiziana Pascucci, Prorettrice alle Politiche per l’orientamento e il tutorato presso Sapienza, ha introdotto il discorso sulla salute generale per l’integrazione dei minori nei vari sistemi sociali, come la scuola e il lavoro. Essendo che sin da piccoli, gli MSNA vivono percorsi difficili e complicati, i vari cicli di educazione scolastica diventano fondamentali. Fiorenzo Langhi, Direttore del dipartimento di psicologia dei processi di sviluppo e socializzazione presso Sapienza, ha aperto il discorso dicendo che serve creare dei presupposti per l’istruzione e per gli MSNA. Infatti, questo sarebbe solo il primo passo per mettere in pratica un lavoro di qualità.

Subito dopo, è stato il momento di Vinicio Ongini, Ministero dell’istruzione e del merito che ha esposto le nuove linee di integrazione per i minori stranieri. Queste nuove linee creano nuovi strumenti sull’inter-cultura e sulla formazione, e in cui si punta meno al discorso della provenienza, ma molto di più sul farli sentire parte completa della società.

L’ultima persona a prendere la parola, tra i saluti istituzionali, è stato Pietro Lucisano (Presidente della SIRD, società italiana di ricerca didattica), secondo il quale la comunità scientifica va costruita insieme, in generale nell’accademia c’è una grande collaborazione reciproca tra i colleghi, ma in ogni caso accresce spesso lo scontento poiché non è sempre facile svolgere questo lavoro. Infatti, la parte scientifica è davvero importante per la documentazione e l’integrazione nella società. In merito a questo, Lucisano ha scritto poco tempo fa un articolo dal titolo “Liberare gli inclusi“, in cui citava poteva la riflessione sul fatto che tutti siamo cittadini del mondo. Difatti, la comunità scientifica, a cui si riferisce, si è unita ad altre proprio per sviluppare al meglio il livello pedagogico nella fase culturale.

Conclusa la fase iniziale dei saluti, si è susseguito il panel dedicato alle relazioni, arrivando al cuore del convegno. La prima a prendere la parola è stata Laura Cerrocchi, Professoressa associata di Pedagogia generale e sociale presso la Sapienza, il cui discorso si è basato sui minori stranieri non accompagnati. La docente ha illustrato i processi e le pratiche di istruzione ed educazione e poi anche gli esiti della ricerca-azione-formazione MSNA-ALI-MSNA 2° VOLO.  Convegni come questo, a suo dire, servono per poter promuovere l’integrazione per i minori stranieri senza accompagnamento, che partono dalla fase adolescenziale fino ad arrivare all’età adulta. Questo obiettivo di integrazione si sviluppa poi anche sui neo-maggiorenni e sui nuovi arrivati in Italia, poiché ognuno di loro ha differenti condizioni sociali, culturali e psicologiche. Questo lavoro serve per permettere a questi ragazzi di poter diventare autosufficienti, aiutando prima sé stessi e poi apprendendo i vari strumenti che gli vengono dati possono essere di aiuto per gli altri. Tra le varie immagini vengono anche illustrati i vari traumi della migrazione e l’impatto che questo fenomeno, in situazioni estreme e non conformi, porta nella vita; il discorso sulle famiglie come osservatorio e progetto della migrazione e l’affido educativo alla comunità. Infine, l’intervento di Cerrocchi continua sull’alfabetizzazione e la socializzazione, partendo da due grandi focus ossia la lingua e il lavoro.

Successivamente, è il turno di Emilio Porcaro, dirigente del CPIA2 metropolitano di Bologna “Eduard C. Lindeman” e Presidente Rete Italiana Istruzione degli Adulti RIDAP, che ha sottolineato il numero ridotto dei CPIA (Centri provinciali per l’istruzione degli adulti) presenti sul territorio italiano a fronte di tantissimi adulti che li frequentano, tra i quali si contano anche MSNA.

L’anno appena trascorso è stato quello più critico: oltre 200 MSNA hanno avuto accesso alle sole sedi del CPIA di Bologna, generando difficoltà organizzative e didattiche. La riflessione di Porcaro prosegue con una domanda: “chi può frequentare i corsi dei CPIA?”. I corsi dei CPIA sono rivolti a individui che hanno più di 16 anni, ma per i minori stranieri non accompagnati il minimo d’età consentito cala a 15 anni. Quindi, nonostante gli MSNA abbiano, in teoria, lo stesso diritto allo studio dei loro coetanei NAI e studenti italiani, in pratica difficilmente riescono ad inserirsi nel percorso scolastico di primo e secondo grado, preferendo CPIA e corsi IeFP. Infatti, i CPIA vengono visti come la scuola di riferimento poiché soddisfa il bisogno di imparare il prima possibile la lingua e di avere molta flessibilità. Lo “Studio conoscitivo sui minori stranieri non accompagnati nel sistema di istruzione e formazione” della Fondazione ISMU dimostra che l’80% degli MSNA all’arrivo in Italia non conosce l’italiano e il 72,4% segue corsi di alfabetizzazione linguistica, mentre solo il 24,4% sono inseriti nel secondo ciclo di istruzione, soprattutto nei corsi di formazione professionale per l’assolvimento dell’obbligo. Inoltre, Porcaro ha evidenziato, riferendosi ai dati ISMU, che i nodi più critici riguardano la dispersione scolastica, solo il 32% porta a termine il programma di apprendimento, e l’irreperibilità improvvisa, dove in molti casi neanche i centri di accoglienza riescono più a ricontattare il minore.

Infine a chiudere gli interventi della mattina è stato Andrea Minghi, dirigente del CPIA “Alberto Manzi” La Spezia,  soffermandosi sulla qualità dell’istruzione che si può impartire attraverso i CPIA. Effettivamente, è peggiore rispetto a quella delle scuole di primo e secondo, motivo per cui è importante che i CPIA investano sulla sinergia con altre strutture, lavorino sul fattore tempo, limitino la difficoltà ad identificare i disturbi dell’apprendimento e inseriscano anche percorsi di orientamento.

Dopo la plenaria della mattina, nel pomeriggio sono intervenuti Alessia Pipitone, Dirigente del CPIA 2 “Italo Calvino” di Roma, Ada Maurizio, Dirigente del CPIA 3 di Roma, Gianni Fulvi, Presidente Coordinamento Nazionale delle Comunità di Tipo Familiare per i Minorenni, e Daniela Cordoni, Progetto SHUBH (FAMI) INCA CGIL.

Intervista a Emilio Porcaro, dirigente del CPIA2 metropolitano di Bologna “Eduard C. Lindeman” e Presidente Rete Italiana Istruzione degli Adulti RIDAP

      Intervista Porcaro

Intervista a Andrea Minghi, dirigente del CPIA “Alberto Manzi” La Spezia

      Nuovo memo 14

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