RadioSapienza

Il Futuro Ascoltalo QUI. La radio ufficiale della Sapienza

Roma Jazz Festival. Transition: si esibisce il trio con Hutchings, Lagnawi, Drake

Roma Jazz Festival

Domenica 26 novembre, per il gran finale della 47° edizione del “Roma Jazz Festival”, dominano il palco dell’Auditorium Parco della Musica Shabaka Hutchings, Hamid Drake e Simo Lagnawi, che sostituisce Majid Bekkas, previsto da programma.

Un trio brillante e all’avanguardia: Hutchings, bandleader londinese dei Comet is Coming, Sons of Kemet e Shabaka and The Ancestors suona sax tenore, clarinetto e bamboo flutes; Simo Lagnawi, artista di origine marocchina, esplora nuove sonorità mescolando la tradizione della musica gnawa al blues con il suo scintillante guembri; Hamid Drake, amato percussionista e batterista del jazz americano contemporaneo, si esibisce con batteria e tamburo a cornice.

Roma Jazz Festival

I tre musicisti rappresentano appieno il tema scelto per il “Roma Jazz Festival” 2023 dal direttore artistico Mario Ciampà: “Transition”. Si tratta della transizione della musica, in particolare del jazz, in continua evoluzione, in cui il confine tra i generi diventa sempre più labile fino a fondersi in un incredibile intreccio di suoni e tonalità sempre nuovi.

Un evento unico e travolgente in cui la sperimentazione è protagonista e chiave della performance, scandita ora da suoni dolci e sottili, che richiamano i rumori della natura, ora da ritmi esplosivi e persistenti.

Durante l’esibizione, un’apparente compostezza contraddistingue Hutchings, che inizia con il sax, alternato alle sonorità insolite del clarinetto e dei bamboo flutes; ma durante gli assoli sembra non riuscire a trattenere le vibrazioni della musica che invadono il corpo, coinvolto nel ritmo crescente.

Lagnawi,  con il volto coperto da un cappello di legno e dai capelli,  ogni tanto fa capolino dietro il microfono e traduce con voce da incantatore il suono della musica. Esplorata con bacchette di ogni tipo, la batteria dell’inarrestabile Drake non smette di stupire gli spettatori.

Roma Jazz Festival

Molto spazio, naturalmente, è lasciato alle sorprendenti improvvisazioni, riconoscibili dai sorrisi complici  tra i musicisti. La performance è segnata da momenti in cui il trio è un tutto organico, ad altri in cui le singole personalità artistiche emergono e sembrano distinte, per poi rimescolarsi nuovamente.

Viene confermato anche da Drake durante i ringraziamenti, infatti spiega che, durante l’esibizione, le personalità fanno un passo indietro e la musica diventa realtà.

Tra i momenti indimenticabili l’assolo al sax eseguito con maestria da Hutchings, illuminato da un fascio di luce, che strega non solo il pubblico in sala, ma anche i colleghi. Ancora, Drake scalzo si siede davanti alla batteria e, accompagnato dal flauto di Hutchings e il guembri e i sonagli di Lagnawi, inizia a solleticare lentamente un tamburo a cornice fino a sprigionare un suono sempre più forte e deciso, un quadro intimo e suggestivo condiviso con il pubblico.

“There is no separation between us and you, your energy is our energy” dice Drake, rivolgendosi al pubblico, un attimo prima di suonare il tamburo. È vero, in sala tutti sono travolti e, soprattutto, coinvolti dall’energia della musica, le teste si muovono a ritmo e lunghi applausi separano un’esecuzione dalla successiva.

Grande successo riscuote il mitico trio al termine dello spettacolo, durato circa due ore. Un’esperienza unica, dal segno spirituale, ideata dall’eccellenza di Hutchings, Drake e Lagnawi, e che racconta una musica nuova, non definibile in modo preciso, dalle vibrazioni che sembrano provenire da lontano, incontrarsi con il presente e orientarsi nel futuro, una musica in transition.

Roma Jazz Festival