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Nuovi linguaggi e rapporto con la tecnologia: il convegno al CoRiS

Il cambiamento drastico e repentino dell’ecosistema dei media ha portato alla perdita dell’equilibrio e della fiducia ormai consolidati da tempo nei confronti dei media tradizionali. Le nuove piattaforme, permettendo la nascita di differenti forme di comunicazione e di informazione, hanno contribuito a modificare i classici rapporti uomo-media, consentendo una relazione più diretta ed un linguaggio semplice ed immediato che abbandona la passività per rendere entrambe le parti attive nel processo.

Durante il convegno tenutosi lo scorso giovedì 4 maggio presso il Centro Congressi CoRiS dal titolo “I linguaggi del diritto: partecipazione e democrazia” si è parlato di Costituzione, disintermediazione e intelligenza artificiale, argomenti che possono sembrare lontani tra loro e appartenenti ad ambiti diversi ma che, se analizzati con occhio attento, hanno molto in comune.

Agli inizi degli anni ’90, con la diffusione del web, si assisteva ad un grande entusiasmo nei confronti della rete per via del suo aspetto democratizzante e del libero accesso all’informazione. Questo processo arriva ai giorni nostri con l’affermazione del giornalismo partecipativo, un giornalismo senza intermediari, che rende potenzialmente ogni utente libero di dire la propria sui più svariati argomenti.

La disintermediazione, al centro dell’intervento della professoressa Anna Papa, docente presso l’Università di Napoli Parthenope, abbraccia ormai ogni aspetto della quotidianità, persino la comunicazione politica, sempre più intrisa di logiche di marketing emozionale, un tipo di marketing che fa leva su contenuti emotivi ed un linguaggio colloquiale per arrivare al pubblico, creando così grande fiducia.

Le piattaforme rappresentano i nuovi intermediatori caratterizzati da velocità e semplicità. Ogni piattaforma, ogni nuova app, oggi, serve a semplificare un determinato aspetto della quotidianità e a dare risposte immediate e oggettivizzate.

Le nuove tecnologie, aiutandoci nei compiti più disparati, inevitabilmente tendono a sostituirci, modificando, in parte, il rapporto con la realtà e la nostra percezione di essa. Un esempio ci viene fornito dal professore Simone Calzolaio, docente presso l’Università di Macerata, che, riportando il caso Google Maps, fa notare quanto questo faccia perdere la capacità di memorizzazione dei percorsi stradali.

La fiducia nei confronti di queste piattaforme, come ha sostenuto la professoressa Claudia Hassan, docente presso l’Università di Tor Vergata, dovrebbe essere di tipo critico, una fiducia che non ci faccia affidare completamente ad esse ma che presupponga un distacco necessario per la salvaguardia dell’individuo.

Ai microfoni di RadioSapienza abbiamo avuto il professor Calzolaio che ci ha parlato di come anche il linguaggio possa essere influenzato dai moderni mezzi di comunicazione e di quanto, in particolare noi giovani, dovremmo fare più attenzione alle nuove minacce informatiche in materia di protezione dei dati sensibili.  

Di seguito l’intervista.

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